La O'Connor scrisse 32 racconti, 2 romanzi, alcune prose d'occasione e più di 100 recensioni di libri per due giornali locali, mentre affrontava la battaglia contro il lupus. Morì al "Baldwin County Hospital" il 3 agosto 1964, all'età di 39 anni, per complicazioni dovute all'emergenza di un tumore in aggiunta al lupus. Fu sepolta a Milledgeville, Georgia, al Memory Hill Cemetery. Sua madre morì nel 1997.
Divenne famosa soprattutto per i due romanzi La saggezza nel sangue (1952) e Il cielo è dei violenti (1960). Significativi anche i suoi racconti, che in mezzo a situazioni grottesche e personaggi memorabili sottolineano la presenza di un fattore imponderabile nell'esistenza dell'uomo grazie all'introduzione nella trama di circostanze imprevedibili e a una profonda indagine sui comportamenti umani.
martedì 28 dicembre 2010
domenica 26 dicembre 2010
Copie creative?
Nel linguaggio comune viene definita plagio l’imitazione o la copia, sotto i più diversi aspetti, di un’opera creata precedentemente e tutelata dal diritto d’autore. Le condanne di plagio si contano sulle dita di una mano. Difficile vincere una causa per plagio. Questo anche perché la creazione artistica è sempre influenzata dal contesto culturale in cui l’autore si situa, e la contaminazione e l’ispirazione a creazioni precedenti sono il presupposto di base di qualunque opera, contemporanea e non. Ma esiste una differenza sostanziale tra plagio e contaminazione? Esiste una differenza tra plagio e imitazione creativa o copia? Si parla ancora di plagio al di là dell’aspetto giuridico (copyright)? E come si pone l’aspetto della ‘originalità’ in relazione ai fruitori?
sabato 25 dicembre 2010
Alle querce di Mamre
Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo. [Gn.18, 1-3]
mercoledì 22 dicembre 2010
Terra santa
La dizione Terra santa, (arabo: الأرض المقدسة, al-Arḍ al-Muqaddasa ; ebraico ארץ הקודש: Ebraico standard Éreẓ haQodeš, Ebraico di Tiberiade ʾÉreṣ haqQāḏēš; latino Terra Sancta), indica la regione della Palestina, ossia le terre ad occidente del Mare Morto e del fiume Giordano, attualmente divisi tra lo Stato di Israele e l'Autorità Nazionale Palestinese. L'aggettivo "santa" si riferisce al significato spirituale di quella terra per ebrei, cristiani e musulmani.
Per gli ebrei si tratta della Terra Promessa, ossia la terra verso cui Dio ha guidato il suo popolo tramite il profeta Mosè; in essa si trovano le città santa di Gerusalemme e di Hebron.
Per i cristiani, che hanno in comune con gli ebrei l'Antico Testamento, è anche la terra in cui è nato, morto e risorto Gesù Cristo, incarnazione del Verbo; in essa si trovano le città legate alla vita di Gesù: Betlemme, Gerusalemme e Nazaret.
Per gli ebrei si tratta della Terra Promessa, ossia la terra verso cui Dio ha guidato il suo popolo tramite il profeta Mosè; in essa si trovano le città santa di Gerusalemme e di Hebron.
Per i cristiani, che hanno in comune con gli ebrei l'Antico Testamento, è anche la terra in cui è nato, morto e risorto Gesù Cristo, incarnazione del Verbo; in essa si trovano le città legate alla vita di Gesù: Betlemme, Gerusalemme e Nazaret.
lunedì 20 dicembre 2010
Al diavul
Eroi che perdono, eroi che si perdono, eroi che comprendono come la vita non è fatta di ideologie ma di idee, non di sconfitte ma di destini. Il protagonista Errico Nebbiascura ci porta tra i sogni rivoluzionari dell’Italia del biennio rosso e delle lotte antifasciste per poi farci approdare nella Barcellona libertaria e nella “Columna de Hierro”, la leggendaria colonna anarchica del fronte aragonese. Errico Nebbiascura arriverà a scoprire l’anima nera della vita, l’amarezza di sogni infranti al sole di un avvenire che non ha epiche ma soltanto epopee. Incantato dalla vita e sconfitto dal destino il protagonista e la sua “compagna” d’amore Marisol ci portano a scoprire un ‘900 altro: un secolo che in troppi hanno definito breve senza riuscire a descriverlo, che in troppi hanno vissuto senza saperlo immaginare veramente. Un esordio di rara potenza narrativa che ci porta tra “i respinti della Storia”: tra i tanti che, in quel coerente silenzio lontano dalle bandiere, riescono a consegnare alla vita e al lettore “una goccia di splendore”.
Alessandro Bertante, Al Diavul, Marsilio
Alessandro Bertante, Al Diavul, Marsilio
domenica 19 dicembre 2010
Giorgio Manganelli
La nuova idea della letteratura per Manganelli, ma anche per Celati, fu espressa in un contributo che lo stesso Manganelli fornì al volume collettivo del Gruppo 63 dal titolo Il romanzo: «corrotto dalla serietà propria e dei critici, ha perso la limpida gioia della menzogna, l’ilare arroganza che sono, a mio avviso, le virtù fondamentali di coloro che attendono a quel perpetuo scandalo che è il lavoro letterario».
sabato 18 dicembre 2010
MauraDel Serra
Maura Del Serra (Pistoia, 2 giugno 1948) è una poetessa, drammaturga e traduttrice italiana, oltre che critico letterario, ed insegna letterature comparate all'Università di Firenze.Ha pubblicato nove raccolte poetiche, l'antologia Corale. Cento poesie scelte dall'autrice, Roma, Newton Compton, 1994, il volume L'opera del vento. Poesie 1965-2005, Venezia; Marsilio, 2006, che riunisce tutti i suoi testi precedentemente editi ed una scelta di poesie inedite, e Tentativi di certezza. Poesie 1999-2009, Venezia, Marsilio, 2010
martedì 14 dicembre 2010
1975
Il protagonista del romanzo, un liceale quattordicenne, racconta un anno per lui cruciale, il 1975; un ritratto dolceamaro del delicato passaggio nell’età adolescenziale, in una Milano di piombo, fra ragazzi di sponde politiche opposte che se le danno di santa ragione ma che loro malgrado si somigliano. Tra episodi grotteschi, comici e quasi surreali – l’intolleranza scolastica, il clima pop e politico, musica, libri, film amati e odiati, angosce esistenziali, l’estremismo di destra interiorizzato e al contempo goliardico, una timidezza che pare senza via d’uscita unita a scoppi inaspettati di sfacciataggine – 1975 è anche la fotografia, illuminata a forti contrasti, di un capitale periodo storico, in una metropoli che da lì a poco avrebbe cambiato pelle e alla P38 avrebbe preferito l’euforia edonistica, diventando per tutti la “Milano da bere”.
E poi l’amore allegro e liberatorio per l’attore Lando Buzzanca, l’homo eroticusdi quegli anni, simbolo di un cinema del disimpegno comico, prototipo di un nuovo dongiovanni profondamente italiano: uno sfigato che con le donne va quasi sempre a segno. Al polo opposto Pasolini: odiato perchè “rosso” e, soprattutto, impossibile da capire, troppo fuori da ogni schema. E tuttavia la morte di Pasolini, avvenuta proprio nel novembre del 1975, pochi giorni prima che il protagonista compia quindici anni, lo colpirà in maniera indelebile. Una morte televisiva, megafonata, assurda, ma che sarà germe di una consapevolezza, presagio di una maturità da venire, di un riscatto intellettuale e umano.
Franz Krauspenhaar scrive di se stesso e di quel periodo critico alla soglia dei cinquant’anni, cioè in un altro momento di passaggio significativo della propria vita. Il suo sguardo è divertito ma ancora rabbioso, appassionato e un po’ tenero: il lontano passato non è poi così lontano, a ricordarlo con l’acceleratore della scrittura.
E poi l’amore allegro e liberatorio per l’attore Lando Buzzanca, l’homo eroticusdi quegli anni, simbolo di un cinema del disimpegno comico, prototipo di un nuovo dongiovanni profondamente italiano: uno sfigato che con le donne va quasi sempre a segno. Al polo opposto Pasolini: odiato perchè “rosso” e, soprattutto, impossibile da capire, troppo fuori da ogni schema. E tuttavia la morte di Pasolini, avvenuta proprio nel novembre del 1975, pochi giorni prima che il protagonista compia quindici anni, lo colpirà in maniera indelebile. Una morte televisiva, megafonata, assurda, ma che sarà germe di una consapevolezza, presagio di una maturità da venire, di un riscatto intellettuale e umano.
Franz Krauspenhaar scrive di se stesso e di quel periodo critico alla soglia dei cinquant’anni, cioè in un altro momento di passaggio significativo della propria vita. Il suo sguardo è divertito ma ancora rabbioso, appassionato e un po’ tenero: il lontano passato non è poi così lontano, a ricordarlo con l’acceleratore della scrittura.
domenica 12 dicembre 2010
Sulla letteratura
Serra scrisse questa difesa della letteratura quando era impegnato in quella guerra che di lì a poco lo avrebbe condotto alla morte. Credere alla guerra come rigenerazione dell'umanità e del pensiero era un'idea diffusa nel primo Novecento, ma la guerra non cambia nulla dell'universo morale, non cambia i valori artistici e non li crea. "Che cosa è che cambierà su questa terra stanca, dopo che avrà bevuto il sangue di tanta strage: quando i morti e i feriti, i torturati e gli abbandonati dormiranno insieme sotto le zolle e l'erba sopra sarà tenera, lucida, nuova, piena di silenzio e di lusso al sole della primavera che è sempre la stessa?" A questa domanda di Serra non è stata ancora data risposta.
Renato Serra, Esame di coscienza di un letterato, Sellerio
Renato Serra, Esame di coscienza di un letterato, Sellerio
venerdì 10 dicembre 2010
Più libri più liberi
Il programma culturale di Più libri più liberi nasce con l’intenzione di fornire agli editori una maggiore visibilità, offrendo loro l'opportunità di presentare libri o di discutere sui più variegati temi riguardanti il mondo della cultura e dello spettacolo.
Da reading a mini concerti, da tavole rotonde a improvvisazioni teatrali, le 10 sale a disposizione raccolgono nei quattro giorni oltre 300 eventi interamente proposti dall'editoria indipendente italiana.
Da reading a mini concerti, da tavole rotonde a improvvisazioni teatrali, le 10 sale a disposizione raccolgono nei quattro giorni oltre 300 eventi interamente proposti dall'editoria indipendente italiana.
giovedì 9 dicembre 2010
Cartoline dai morti
La vita vista da dietro, dalla morte, si riduce a poche cose: una luce sul comodino, un barattolo di caffè, un maglione verde, le prime rose, una torta di compleanno, un solitario, le rondini che fanno avanti e indietro, una donna sconosciuta… In 125 racconti, ironici e fulminanti, Franco Arminio ci dà il resoconto dei tanti modi di morire inviandoci cartoline da un posto sconosciuto, spedendoci di volta in volta un soffio impercettibile, una leggera pena, una vertigine, una sorpresa. Un nuovo, concentrato Spoon River.
martedì 7 dicembre 2010
Ipotesi corpo
Enzo Campi è nato a Caserta nel 1961. Vive e lavora a Reggio Emilia dal 1990. Autore e regista teatrale, con le compagnie Myosotis e Metateatro, dal 1982 al 1990. Videomaker: ha realizzato numerosi cortometraggi e il lungometraggio Un Amleto in più. Critico, poeta, scrittore. È presente in alcune antologie poetiche e collabora con alcune riviste letterarie on line. È autore del saggio filosofico Chaos : Pesare-Pensare scaricabile sul sito della compagnia teatrale Lenz Rifrazioni di Parma. Ha pubblicato per i tipi di Liberodiscrivere edizioni (Genova) il saggio filosofico-sociale Donne - (don)o e (ne)mesi nel 2007 e il saggio di critica letteraria Gesti d’aria e incombenze di luce nel 2008. Nel 2009 ha pubblicato per BCE-Samiszdat (Parma) il volume di poesie L’inestinguibile lucore dell’ombra. Sempre per lo stesso editore ha curato una postfazione in Collezione di piccoli rancori di Lara Arvasi.
Ipotesi corpo, 2010, Samescher
Ipotesi corpo, 2010, Samescher
sabato 4 dicembre 2010
L'egemonia culturale
Una volta il nazionalpopolare era una categoria gramsciana, i giornali e la televisione pubblica erano pieni di scrittori e intellettuali, la sinistra (si dice) dominava la produzione culturale. Oggi nazionalpopolari sono i reality show pieni di volgarità, la televisione (pubblica o privata) è quella che è, e la sinistra pure. Ma si può paragonare l'Italia di Pasolini, Calvino, Moravia con quella di "Striscia la notizia", Alfonso Signorini, "Amici" di Maria De Filippi? La tesi provocatoria di questo libro è che il confronto non solo è possibile, ma è illuminante. Perché oggi, finita e strafinita l'egemonia culturale della sinistra, trionfa un'egemonia sottoculturale prodotta dall'adattamento ai gusti nostrani del pensiero unico neoliberale, in quel frullato di cronaca nera e cronaca rosa, condito da vip assortiti, che sono diventati i nostri mezzi di comunicazione, ormai definitivamente dei "mezzi di distrazione di massa".
Massimiliano Panari, L'egemonia sottoculturale, Einaudi
Massimiliano Panari, L'egemonia sottoculturale, Einaudi
venerdì 3 dicembre 2010
Studenti e riforma
In questi giorni abbiamo assistito alle proteste degli studenti e dei ricercatori in tutta Italia con cortei, occupazioni dei tetti delle facoltà e di alcuni monumenti: il Colosseo, la torre di Pisa e la Mole Antonelliana. Anche a Napoli corteo e occupazione dei rettorati della Federico II e dell’Orientale.
Cosa significa il loro gesto, come lo comprendonon "i grandi"?
Cosa significa il loro gesto, come lo comprendonon "i grandi"?
mercoledì 1 dicembre 2010
Il tempo della felicità
La nostra felicità non dipende soltanto dalle gioie attuali ma anche dalle nostre speranze e dai nostri ricordi. Il presente si arricchisce del passato e del futuro.
Già, ma che cos'è la felicità? E soprattutto esiste un tempo della felicità?
Già, ma che cos'è la felicità? E soprattutto esiste un tempo della felicità?
martedì 30 novembre 2010
Documentari radiofonici
Il segreto del mondo- Messico 2010 è un radiodocumentario in 10 puntate da 20 minuti, in onda alle 23.30 su Radio 3 RAI da lunedì 29 novembre fino a venerdì 10 dicembre, sabato e domenica esclusi.
Il segreto del mondo- Messico 2010
un radiodocumentario di Maurizio Braucci
Il segreto del mondo- Messico 2010
un radiodocumentario di Maurizio Braucci
lunedì 29 novembre 2010
Dina Basso
Uccalamma, nel dialetto catanese è una parola composta che alla lettera significa ‘bocca dell’anima’. È una felice locuzione che sta a indicare, secondo un tipico traslato delle feconde lingue orali, che abbondano sempre e colpiscono per l’alto tasso di figuralità, la bocca dello stomaco, e precisamente, l’epigastrio, situato sotto lo sterno, nell’alto ventre e al centro stesso dello stomaco. E’ il centro esatto, il punto anatomico più intimo e fragile, il più soggetto alla violabilità e alla azione dannosa delle secrezioni acide che ingenerano ulcerosi e patologie gastroenteriche. Nella lingua popolare, è il luogo in cui si percepisce e si accoglie il mondo: qualcosa di simile al ‘sentire con la pancia’, e al ‘dire con la pancia’, eppure qualcosa d’altro: dalla ‘bocca dell’anima’ scaturiscono i pensieri, le parole, le emozioni dell’esperienza del mondo.
Dina Basso, Uccalamma. Bocca dell'anima. Sasso Marconi (Bo)
Dina Basso, Uccalamma. Bocca dell'anima. Sasso Marconi (Bo)
domenica 28 novembre 2010
Antologie
Antologia dei nuovi poeti italiani in dialetto e in altre lingue
Gentile Autore,
la Redazione della rivista “Argo” (Edizioni Cattedrale, Ancona), in collaborazione con critici letterari ed esperti del settore, sta lavorando alla realizzazione di una Antologia di poesia che faccia riferimento alle lingue e dialetti presenti sul territorio italiano, un’operazione che possa rispecchiare nel modo più completo ed esauriente possibile il panorama della produzione delle “parlate” della poesia contemporanea, diverse dall’italiano.
Gentile Autore,
la Redazione della rivista “Argo” (Edizioni Cattedrale, Ancona), in collaborazione con critici letterari ed esperti del settore, sta lavorando alla realizzazione di una Antologia di poesia che faccia riferimento alle lingue e dialetti presenti sul territorio italiano, un’operazione che possa rispecchiare nel modo più completo ed esauriente possibile il panorama della produzione delle “parlate” della poesia contemporanea, diverse dall’italiano.
sabato 27 novembre 2010
Elogio del turpiloquio
Esecrato dalla morale, vituperato dalle buone maniere, censurato dal linguaggio quotidiano, il turpiloquio appare qui in una luce nuova, rivoluzionaria, inaspettata. Addirittura, utile. Tanto che, leggendo i brani presentati, ci si domanda come sia possibile farne a meno. Con Swift, Coleridge, Sterne, Trotskij, san Francesco, Hugo, Rubin, scopriamo che le parolacce sanano l'economia di una nazione, tengono lontano il male, giovano alla salute, rinfrancano lo spirito, ci forniscono informazioni preziose sui misteri del sesso e della struttura della società. Insomma, le parolacce servono!
R.G. Capuano, Elogio del turpiloquio, Nuovi Equilibri
R.G. Capuano, Elogio del turpiloquio, Nuovi Equilibri
giovedì 25 novembre 2010
Letteratura
Un punto che ha riguardato l'impossibilità o lo scacco di qualsiasi definizione di letteratura è connesso a una delle caratteristiche della cultura sviluppatasi in Europa soprattutto con la nascita di correnti di studio e di ricerca "laici", non legati e non dipendenti dalla dogmatica e dalla dipendenza religiosa. Indicativo può essere l'analogia della posizione presa da Machiavelli: l'esclusione della politica dal campo della morale. Allo stesso modo, escludendo il fardello di dover definire il campo della letteratura si tentava di sfuggire all'incudine della teoria per tentare il tutto strada della pratica, relegando a un secondo futuro momento la risoluzione del problema, così come del resto avveniva nel campo delle ricerche fisiche e tecnologiche. Il successo di queste scienze avvalorava, almeno per alcuni, una tale scelta necessaria.
martedì 23 novembre 2010
Matteo Ricci
Simona Bogani, Matteo Ricci. La strada dei sogni (Polistampa, pp. 120, euro 10) è un vero e proprio diario immaginario del missionario che rese indelebile la traccia del cattolicesimo in Cina, conquistandosi rispetto ed ammirazione e contribuendo alla conoscenza e alla comprensione reciproca tra i popoli. Nel testo della Bogani l'esperienza del gesuita diventa il punto di partenza di un percorso umano e spirituale che ognuno di noi è chiamato a percorrere. «Un libro - spiega l'autrice -, che più che voler raccontare la storia del protagonista parla del cammino interiore che ognuno di noi intraprende, non sempre riuscendo a trovare la strada giusta. La straordinaria vicenda umana e religiosa di Ricci, che lo ha spinto ad affrontare un lungo viaggio attraverso la Cina dei Ming fino ad arrivare all'imperatore, è in realtà un viaggio verso il proprio destino, alla ricerca dell'essenza di Dio nel mondo
lunedì 22 novembre 2010
Nea-polis
Il termine polis (pl. poleis) deriva dal greco πόλις, "città", ed è usato per indicare l'organizzazione politica greca dell'età classica, detta anche città-stato. Nello stesso senso la costituzione è detta politeia, mentre il termine che designa il cittadino è polites come se appunto la polis fosse l'unica vera forma di stato.
Il termine polis aveva diverse valenze e poteva significare "cittadella fortificata", "acropoli", ma anche "entità statale" dotata di un centro politico e Koinonia ton polititon ossia "comunità dei cittadini" nella sua dimensione politica.
La comunità cittadina come centro dell'esperienza politica caratterizza la storia della Grecia antica. Essa costituiva la principale forma di stato, tant'è vero che il pensiero politico greco si concentra quasi interamente sulla polis e sulle sue forme costituzionali. Il dibattito di Erodoto sulle costituzioni della polis è una celebre testimonianza, e la Politica di Aristotele si occupa quasi esclusivamente di questo termine.
« La Polis, propriamente, non è la città stato in quanto entità fisica ma una forma di organizzazione nella quale ogni membro partecipa all'azione e al discorso comunitari, la cui collocazione più autentica è fra persone che vivono insieme a tale scopo, non importa dove esse si trovino »
(Hannah Arendt, The human condition, Chicago 1958, p.198)
Il termine polis aveva diverse valenze e poteva significare "cittadella fortificata", "acropoli", ma anche "entità statale" dotata di un centro politico e Koinonia ton polititon ossia "comunità dei cittadini" nella sua dimensione politica.
La comunità cittadina come centro dell'esperienza politica caratterizza la storia della Grecia antica. Essa costituiva la principale forma di stato, tant'è vero che il pensiero politico greco si concentra quasi interamente sulla polis e sulle sue forme costituzionali. Il dibattito di Erodoto sulle costituzioni della polis è una celebre testimonianza, e la Politica di Aristotele si occupa quasi esclusivamente di questo termine.
« La Polis, propriamente, non è la città stato in quanto entità fisica ma una forma di organizzazione nella quale ogni membro partecipa all'azione e al discorso comunitari, la cui collocazione più autentica è fra persone che vivono insieme a tale scopo, non importa dove esse si trovino »
(Hannah Arendt, The human condition, Chicago 1958, p.198)
domenica 21 novembre 2010
Magnificat
JOHN CABOT UNIVERSITY
Department of Modern Languages and Literature with InVerse
presents
MAGNIFICAT
La poesia di Cristina Annino (1969-2009)
Interverranno insieme all’autrice
Federica Capoferri
Walter Siti
Donato Di Stasi
Luca Benassi
Department of Modern Languages and Literature with InVerse
presents
MAGNIFICAT
La poesia di Cristina Annino (1969-2009)
Interverranno insieme all’autrice
Federica Capoferri
Walter Siti
Donato Di Stasi
Luca Benassi
sabato 20 novembre 2010
La vita di Profi è al centro di questo - forse il più esemplare - romanzo di Antonio Pizzuto. "Si riparano bambole" è una vita narrata per frammenti, singoli frame di epoche biografiche montati in sequenze cinematografiche che dall'infanzia procedono, a tratti declinanti, verso la senilità. Dalla ricchezza dei primi anni alla povertà degli ultimi, dalla curiosità dell'infanzia alla rassegnazione della vecchiaia. Così, pur nella trama semplice e snella, l'opera è potente: si sviluppa intorno a un unico e avvolgente ricordo, un continuum che appare denso e consistente, prima di sfuggire via, inesorabilmente.
venerdì 19 novembre 2010
Perle
Gli strafalcioni scolastici rientrano a pieno titolo nelle creazioni dell'ingegno umano. E sono spesso sublimi, di valore artistico nettamente superiore a quella che sarebbe stata la banale esposizione dei contenuti appresi. Parole sorprendenti. Soprattutto se a usarle è l'implacabile prof Gianmarco Perboni, autore del bestseller "Perle ai porci" in cui metteva alla berlina, senza pietà e con effetti esilaranti, tutte le magagne della scuola italiana, fra cui la perniciosa allergia alla cultura che caratterizza gli studenti d'oggi, “generazione bovinamente supina”. Ebbene, dalla viva voce degli allievi somari - sostiene ora il prof più cattivo del nostro Paese - si possono però cogliere eccezionali perle di surrealismo che non possono andare perdute ai posteri. Ecco perché Perboni si è deciso a raccoglierle in questo volume, classificandole accuratamente
dalla recensione uscita su Unione sarda
dalla recensione uscita su Unione sarda
giovedì 18 novembre 2010
Punto e a capo
La Casa editrice Puntoacapo e la Libreria Poggio Ameno
presentano
POETI PUNTO A CAPO
Sabato 20 novembre 2010 – ore 17.30
Libreria Poggio Ameno
Via Aristide Leonori, 73 – Roma
presentano
POETI PUNTO A CAPO
Sabato 20 novembre 2010 – ore 17.30
Libreria Poggio Ameno
Via Aristide Leonori, 73 – Roma
mercoledì 17 novembre 2010
Gli intervistatori
Uomini invisibili dalle voci metalliche rapiscono italiani qualunque per sottoporli a uno strano processo: c’è chi vede un filmato in cui muore, chi le prove delle proprie relazioni clandestine, chi immagini del proprio posto di lavoro o dell’intimità familiare. Gli intervistatori sanno ogni cosa eppure hanno comunque molto da domandare, sgangherati e crudeli giudicano e condannano tutti: è il giudizio universale di un’Italia di palestre e baretti, parcheggi a pagamento e case di vecchie zie con il televisore sempre acceso, un’Italia volgare e individualista, nervosa e disperata. Gli intervistatori arrivano da un vuoto inconoscibile di ministeri e servizi deviati: uccidono o fanno perdere il senno o mettono in fuga per le strade di un centro-sud metafisico e attualissimo, dove la memoria è sostituita dai souvenir dell’autogrill, le strade non portano da nessuna parte, non c’è sentimento di fraternità né forse possibilità di riscatto. Solo Ivano, malcapitato finanziere di Frosinone, tenterà di fuggire, di resistere a questo complotto escatologico: un «complotto che sembrava mirare a un generico controllo/smantellamento di tutto».
Fabio Viola, Gli intervistatori, Ponte alle grazie
Fabio Viola, Gli intervistatori, Ponte alle grazie
domenica 14 novembre 2010
Come non scrivere un romanzo
Una guida diversa, che non dà istruzioni su come si debba scrivere una buona storia, quanto piuttosto su ciò che MAI si dovrebbe fare nel momento in cui si scrive un libro. Gli autori, entrambi editor di professione, condensano tutti gli errori più comuni che si riscontrano a livello di: trama, personaggi, stile, ambientazione ed effetti speciali senza tralasciare la lettera di presentazione del proprio lavoro. Un compendio atipico, esaustivo e chiaro che diverte e fa riflettere tutti coloro che non possono proprio fare a meno di scrivere.
Howard Mittelmark, Sandra Newman, Come non scrivere un romanzo, Corbaccio
Howard Mittelmark, Sandra Newman, Come non scrivere un romanzo, Corbaccio
venerdì 12 novembre 2010
Una sposa conveniente
Dal balcone di casa sua, Juliette (centouno anni, un mese e quattro giorni) tiene sotto controllo i movimenti di ciascuno dei nove anziani residenti a Pouligeac, uno sperduto villaggio di montagna nelle Alte Cevenne: meglio della televisione. Tra un insulto e un convenevole trascorre la vita tranquilla e apparentemente immutabile di Robert, detto il Petoso, di Franz il Crucco, di Martine la Svampita, di Léonie la Talpa... soprannome misterioso, per una che a ottantasette anni ancora cerca disperatamente di perdere la verginità. Poi ci sono Ernest, Aurélie e sua madre la Vispetta, Ginette e Paulette, e infine c'è suo figlio Pierrot, il Piccinino. Un "ragazzo" di quarantasette anni, l'unico della sua generazione a essere rimasto in paese, per non lasciare sola la mamma. Pierrot è un generoso tuttofare, si occupa della spesa per gli anziani e di ogni sorta di riparazione e manutenzione nei loro vecchi casali: in altre parole, è una presenza vitale. Fin quando, all'improvviso, la madre viene meno, e lui decide di abbandonare il villaggio per cercare una moglie e farsi una famiglia in città. Come sopravvivere se Pierrot parte? Chi provvederà ai bisogni quotidiani? Il gruppetto di anziani non si rassegna all'amara prospettiva di perdere il Piccinine e con un guizzo di folle intraprendenza i novelli cospiratori allestiscono in casa di Juliette una postazione Internet e riescono ad attirare in paese Tatiana, una ragazza russa in cerca di fidanzato...
Chabrol Elsa, Una sposa conveniente, Frassinelli
Chabrol Elsa, Una sposa conveniente, Frassinelli
giovedì 11 novembre 2010
Poesie per un no
Questo libro è stato vissuto e giocato da una distanza ampiamente inferiore a quella di sicurezza. E tuttavia, o proprio a causa di ciò, ne è risultata un’integrazione fra le anime dell’uomo e del poeta tale che forse l’autore non era mai riuscito a raggiungere prima. Il titolo salta ogni convenevole per indicare il reale argomento dei testi, quel «no» della vita che si fa tanta fatica prima a capire e poi ad accettare. Peraltro, Poesie per un no che cosa davvero significa? Queste sono poesie che nascono dallo sconforto e dal dispetto causati da un diniego o al fine di provocarlo? Comunque sia, i fatti da cui i testi partono o ai quali pervengono sono sempre i soliti eventi troppo umani. Eppure, continuare a parlarne è l’unico modo che abbiamo di testimoniare su ciò che si svolge sopra le nostre teste, i cui movimenti ne rappresentano la proiezione; e parlarne in poesia è il modo meno indecente di farlo.
Note Autore
Roberto Rossi Testa è nato nel 1956 a Torino dove vive. Traduttore e saggista, ha pubblicato la raccolta di poesie Stanze della mia sposa (1987), Poca luce (2002), Eunoè (2005), Sposa del vento (2007) e la raccolta di racconti Storie di dèi e di animali (1995).
Note Autore
Roberto Rossi Testa è nato nel 1956 a Torino dove vive. Traduttore e saggista, ha pubblicato la raccolta di poesie Stanze della mia sposa (1987), Poca luce (2002), Eunoè (2005), Sposa del vento (2007) e la raccolta di racconti Storie di dèi e di animali (1995).
mercoledì 10 novembre 2010
Calpestare l'oblio
Calpestare l'oblio
Cento poeti italiani contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana
A cura di Davide Nota e Fabio Orecchini
Illustrazioni e grafica a cura di
Nicola Alessandrini e Valeria Colonnella
Testi di:
Francesco Accattoli, Annelisa Addolorato, Nadia Agustoni, Fabiano Alborghetti, Augusto Amabili, Viola Amarelli, Antonella Anedda, Gian Maria Annovi, Danni Antonello, Luca Ariano, Roberto Bacchetta, Martino Baldi, Nanni Balestrini, Maria Carla Baroni, Vittoria Bartolucci, Alberto Bellocchio, Luca Benassi, Alberto Bertoni, Gabriella Bianchi, Marco Bini, Brunella Bruschi, Franco Buffoni, Michele Caccamo, Maria Grazia Calandrone, Carlo Carabba, Nadia Cavalera, Enrico Cerquiglini, Antonino Contiliano, Beppe Costa, Andrea Cramarossa, Walter Cremonte, Maurizio Cucchi, Gianluca D’Andrea, Roberto Dall’Olio, Gianni D’Elia, Daniele De Angelis, Francesco De Girolamo, Vera Lùcia De Oliveira, Eugenio De Signoribus, Nino De Vita, Luigi Di Ruscio, Marco Di Salvatore, Alba Donati, Stefano Donno, Fabrizio Falconi, Matteo Fantuzzi, Anna Maria Farabbi, Angelo Ferrante, Loris Ferri, Fabio Franzin, Tiziano Fratus, Andrea Garbin, Davide Gariti, Massimo Gezzi, Maria Elisa Giocondo, Marco Giovenale, Mariangela Guatteri, Raimondo Iemma, Andrea Inglese, Giulia Laurenzi, Maria Lenti, Bianca Madeccia, Maria Grazia Maiorino, Francesca Mannocchi, Giulio Marzaioli, Emiliano Michelini, Guido Monti, Silvia Monti, Davide Morelli, Renata Morresi, Giovanni Nadiani, Davide Nota, Opiemme (laboratorio), Fabio Orecchini, Claudio Orlandi, Natalia Paci, Adriano Padua, Susanna Parigi, Fabio Giovanni Pasquarella, Giovanni Peli, Enrico Piergallini, Antonio Porta, Alessandro Raveggi, Rossella Renzi, Roberto Roversi, Lina Salvi, Stefano Sanchini, Flavio Santi, Lucilio Santoni, Giuliano Scabia, Francesco Scarabicchi, Alessandro Seri, Marco Simonelli, Enrico Maria Simoniello, Giancarlo Sissa, Luigi Socci, Alfredo Sorani, Pietro Spataro, Roberta Tarquini, Rossella Tempesta, Enrico Testa, Fabio Teti, Emiliano Tolve, Adam Vaccaro, Antonella Ventura, Lello Voce, Matteo Zattoni
Con una introduzione di Luigi-Alberto Sanchi
Cento poeti italiani contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana
A cura di Davide Nota e Fabio Orecchini
Illustrazioni e grafica a cura di
Nicola Alessandrini e Valeria Colonnella
Testi di:
Francesco Accattoli, Annelisa Addolorato, Nadia Agustoni, Fabiano Alborghetti, Augusto Amabili, Viola Amarelli, Antonella Anedda, Gian Maria Annovi, Danni Antonello, Luca Ariano, Roberto Bacchetta, Martino Baldi, Nanni Balestrini, Maria Carla Baroni, Vittoria Bartolucci, Alberto Bellocchio, Luca Benassi, Alberto Bertoni, Gabriella Bianchi, Marco Bini, Brunella Bruschi, Franco Buffoni, Michele Caccamo, Maria Grazia Calandrone, Carlo Carabba, Nadia Cavalera, Enrico Cerquiglini, Antonino Contiliano, Beppe Costa, Andrea Cramarossa, Walter Cremonte, Maurizio Cucchi, Gianluca D’Andrea, Roberto Dall’Olio, Gianni D’Elia, Daniele De Angelis, Francesco De Girolamo, Vera Lùcia De Oliveira, Eugenio De Signoribus, Nino De Vita, Luigi Di Ruscio, Marco Di Salvatore, Alba Donati, Stefano Donno, Fabrizio Falconi, Matteo Fantuzzi, Anna Maria Farabbi, Angelo Ferrante, Loris Ferri, Fabio Franzin, Tiziano Fratus, Andrea Garbin, Davide Gariti, Massimo Gezzi, Maria Elisa Giocondo, Marco Giovenale, Mariangela Guatteri, Raimondo Iemma, Andrea Inglese, Giulia Laurenzi, Maria Lenti, Bianca Madeccia, Maria Grazia Maiorino, Francesca Mannocchi, Giulio Marzaioli, Emiliano Michelini, Guido Monti, Silvia Monti, Davide Morelli, Renata Morresi, Giovanni Nadiani, Davide Nota, Opiemme (laboratorio), Fabio Orecchini, Claudio Orlandi, Natalia Paci, Adriano Padua, Susanna Parigi, Fabio Giovanni Pasquarella, Giovanni Peli, Enrico Piergallini, Antonio Porta, Alessandro Raveggi, Rossella Renzi, Roberto Roversi, Lina Salvi, Stefano Sanchini, Flavio Santi, Lucilio Santoni, Giuliano Scabia, Francesco Scarabicchi, Alessandro Seri, Marco Simonelli, Enrico Maria Simoniello, Giancarlo Sissa, Luigi Socci, Alfredo Sorani, Pietro Spataro, Roberta Tarquini, Rossella Tempesta, Enrico Testa, Fabio Teti, Emiliano Tolve, Adam Vaccaro, Antonella Ventura, Lello Voce, Matteo Zattoni
Con una introduzione di Luigi-Alberto Sanchi
martedì 9 novembre 2010
Maddalenina, in testa un ridicolo fiocco rosa, vive emarginata in un paesino, col sostegno economico della pensione d'invalidità "per matti". Alle nove del mattino, nel giorno del suo cinquantesimo compleanno, l'orologio a cucù della camera da letto le dà una risposta tanto attesa, tre nomi: Graziano Lucente, Quirico Malannata, Rocco delle Spezie. Ora Maddalenina sa. Adesso può finalmente realizzare il suo progetto di vita: mettere al mondo una bambina. L'approccio ai tre futuri improbabili mariti non sarà privo di peripezie, fra regolari sparizioni di ceri votivi dalla chiesa, il barbiere di paese indeciso se scacciare la matta o servirla, la vecchia e guaritrice muta Maria Carta (malgrado tutto eletta a confidente). Intanto la pancia inspiegabilmente si gonfia e un sogno, forse, prende letteralmente forma.
Savina Dolores MASSA
Mia figlia follia
Edizioni Il Maestrale (Nuoro, 2010)
Savina Dolores MASSA
Mia figlia follia
Edizioni Il Maestrale (Nuoro, 2010)
domenica 7 novembre 2010
Cartoline dai morti
La vita vista da dietro, dalla morte, si riduce a poche cose: una luce sul comodino, un barattolo di caffè, un maglione verde, le prime rose, una torta di compleanno, un solitario, le rondini che fanno avanti e indietro, una donna sconosciuta… In 125 racconti, ironici e fulminanti, Franco Arminio ci dà il resoconto dei tanti modi di morire inviandoci cartoline da un posto sconosciuto, spedendoci di volta in volta un soffio impercettibile, una leggera pena, una vertigine, una sorpresa. Un nuovo, concentrato Spoon River.
sabato 6 novembre 2010
Massimiliano Panari
Una volta il nazionalpopolare era una categoria gramsciana, i giornali e la televisione pubblica erano pieni di scrittori e intellettuali, la sinistra (si dice) dominava la produzione culturale. Oggi nazionalpopolari sono i reality show pieni di volgarità, la televisione (pubblica o privata) è quella che è, e la sinistra pure.
Ma si può paragonare l'Italia di Pasolini, Calvino, Moravia con quella di Striscia la notizia, Alfonso Signorini, Amici di Maria De Filippi? La tesi provocatoria di questo libro è che il confronto non solo è possibile, ma è illuminante.
Perché oggi, finita e strafinita l'egemonia culturale della sinistra, trionfa un'egemonia sottoculturale prodotta dall'adattamento ai gusti nostrani del pensiero unico neoliberale, in quel frullato di cronaca nera e cronaca rosa, condito da vip assortiti, che sono diventati i nostri mezzi di comunicazione, ormai definitivamente dei «mezzi di distrazione di massa».
E il paradosso è che molte delle tecniche di comunicazione che oggi innervano la società dello spettacolo sono nate dalla contestazione del Sessantotto, dai movimenti degli anni Settanta e dalle riflessioni sul post-moderno degli anni Ottanta.
E così, in un cortocircuito di tremenda forza mediatica, il situazionista Antonio Ricci produce televisione commerciale di enorme popolarità, Signorini dirige con mano sicura il suo postmodernissimo impero «nazionalgossiparo», i reality più vari sdoganano il Panopticon di Bentham e Foucault per le masse.
Una riflessione originale sulla costruzione del nostro immaginario contemporaneo, che getta luce sul lato nascosto (e serissimo) della frivola cultura pop in cui siamo tutti immersi.
Ma si può paragonare l'Italia di Pasolini, Calvino, Moravia con quella di Striscia la notizia, Alfonso Signorini, Amici di Maria De Filippi? La tesi provocatoria di questo libro è che il confronto non solo è possibile, ma è illuminante.
Perché oggi, finita e strafinita l'egemonia culturale della sinistra, trionfa un'egemonia sottoculturale prodotta dall'adattamento ai gusti nostrani del pensiero unico neoliberale, in quel frullato di cronaca nera e cronaca rosa, condito da vip assortiti, che sono diventati i nostri mezzi di comunicazione, ormai definitivamente dei «mezzi di distrazione di massa».
E il paradosso è che molte delle tecniche di comunicazione che oggi innervano la società dello spettacolo sono nate dalla contestazione del Sessantotto, dai movimenti degli anni Settanta e dalle riflessioni sul post-moderno degli anni Ottanta.
E così, in un cortocircuito di tremenda forza mediatica, il situazionista Antonio Ricci produce televisione commerciale di enorme popolarità, Signorini dirige con mano sicura il suo postmodernissimo impero «nazionalgossiparo», i reality più vari sdoganano il Panopticon di Bentham e Foucault per le masse.
Una riflessione originale sulla costruzione del nostro immaginario contemporaneo, che getta luce sul lato nascosto (e serissimo) della frivola cultura pop in cui siamo tutti immersi.
giovedì 4 novembre 2010
Bastardo posto
Fra evocazioni di Dashiell Hammett, quello di “Piombo e sangue”, e atmosfere alla Georges Simenon, Remo Bassini continua a orchestrare con lucidità e sapienza narrativa il suo nero canto dolente della provincia italiana. Dopo la politica marcia e il potere corrotto degli altri suoi ottimi e avvicenti romanzi, in “Bastardo posto” è di scena anche la mafia. Un inferno in terra – quello che ci racconta Bassini – dove raramente c’è redenzione.
Massimo Novelli
(La Repubblica)
Massimo Novelli
(La Repubblica)
mercoledì 3 novembre 2010
Scuola nuova
Una scuola degna di questo nome un insegnante come Girolamo De Michele – scrittore raffinato, esperto di filosofia e pedagogia, adorato dai suoi studenti – se lo terrebbe ben stretto. Se ciò non accade, la malattia è nel sistema. Tocca allo stesso De Michele segnalare, a colpi di logica ferrea e di argomentazioni ineccepibili, la deriva dell’istituzione base di ogni società civile verso mutazioni pericolose, e indicare la strada per un’autentica riforma
martedì 2 novembre 2010
Dermocrazia
Il termine democrazia deriva dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, ed etimologicamente significa governo del popolo.
Il concetto di democrazia non è cristallizzato in una sola versione o in un'unica concreta traduzione, ma può trovare ed ha trovato la sua espressione storica in diverse espressioni ed applicazioni, tutte caratterizzate per altro dalla ricerca di una modalità capace di dare al popolo la potestà effettiva di governare.
« La vita di un popolo non consiste nel diritto di eleggere i propri rappresentanti, ma nell'invogliarli, nel dirigerli sulla via, nel trasmettere loro la propria ispirazione. Nelle piccole repubbliche antiche, il popolo era chiamato a decidere intorno le leggi proposte. Nei grandi Stati moderni, l'associazione deve supplire all'esercizio impossibile di quel diritto. L'opinione del Paese dovrebbe legalmente, normalmente rivelarsi al governo intorno a ogni cosa che tocca i più. »
(Aurelio Saffi)
« Spesso abbiamo stampato la parola Democrazia. Eppure non mi stancherò di ripetere che è una parola il cui senso reale è ancora dormiente, non è ancora stato risvegliato, nonostante la risonanza delle molte furiose tempeste da cui sono provenute le sue sillabe, da penne o lingue. È una grande parola, la cui storia, suppongo, non è ancora stata scritta, perché quella storia deve ancora essere messa in atto. »
(Walt Whitman, Prospettive democratiche)
Il concetto di democrazia non è cristallizzato in una sola versione o in un'unica concreta traduzione, ma può trovare ed ha trovato la sua espressione storica in diverse espressioni ed applicazioni, tutte caratterizzate per altro dalla ricerca di una modalità capace di dare al popolo la potestà effettiva di governare.
« La vita di un popolo non consiste nel diritto di eleggere i propri rappresentanti, ma nell'invogliarli, nel dirigerli sulla via, nel trasmettere loro la propria ispirazione. Nelle piccole repubbliche antiche, il popolo era chiamato a decidere intorno le leggi proposte. Nei grandi Stati moderni, l'associazione deve supplire all'esercizio impossibile di quel diritto. L'opinione del Paese dovrebbe legalmente, normalmente rivelarsi al governo intorno a ogni cosa che tocca i più. »
(Aurelio Saffi)
« Spesso abbiamo stampato la parola Democrazia. Eppure non mi stancherò di ripetere che è una parola il cui senso reale è ancora dormiente, non è ancora stato risvegliato, nonostante la risonanza delle molte furiose tempeste da cui sono provenute le sue sillabe, da penne o lingue. È una grande parola, la cui storia, suppongo, non è ancora stata scritta, perché quella storia deve ancora essere messa in atto. »
(Walt Whitman, Prospettive democratiche)
lunedì 1 novembre 2010
Gli asini n.2
Gli asini è una rivista bimestrale di inchiesta e ricerca pedagogica sociale. Luogo d’incrocio e riflessione tra esperienze e analisi, pratiche e teorie di chi in Italia, in Europa e nel mondo si occupa di educazione e intervento sociale. Educazione, infanzia e adolescenza, la scuola, le culture “altre” e il loro incontro, immigrazione e lotta al razzismo, i media, il diritto all’istruzione, pace e cooperazione allo sviluppo, movimenti sociali, il terzo settore e la sua crisi, politiche pubbliche e sociali: questi sono i temi della rivista.
domenica 31 ottobre 2010
Salvatore Camilleri
È il maggior esponente del Trinacrismo, un gruppo di giovani poeti siciliani che hanno operato a Catania subito dopo la seconda guerra mondiale. Il Trinacrismo fu fondato nel 1944 da Camilleri insieme a Mario Biondi, Enzo D'Agata e Mario Gori. Il gruppo pubblicò anche una rivista, La Strigghia.
Ha lavorato molti anni per ripulire il siciliano, per riportarlo alla dignità di una vera e propria lingua. Di questo suo lavoro ha detto:
« Ho cercato nella poesia l'unica verità possibile e, giacché le parole dell'italiano erano incrostate e cristallizzate, le ho cercate nel siciliano che lasciava ampie zone al maggese, alla ristrutturazione. Bisognava inventarsi un nuovo linguaggio e la mia ricerca, di un linguaggio nuovo interiormente siciliano, fu la prima che si ebbe in Sicilia. »
Docente, scrittore e poeta, è stato collaboratore del Corriere di Sicilia, attraverso cui rivalutò i poeti siciliani del Cinquecento e del Seicento, e di altre riviste di poesia siciliana tra cui Arte e Folklore di Sicilia. Nel 1952 si è trasferito a Vicenza e nello stesso anno ha pubblicato l'Antologia del sonetto siciliano. Dieci anni dopo torna a Catania e successivamente pubblica anche un libro di ortografia siciliana (1976) e un'altra antologia, questa volta di poeti contemporanei.
Del 1979 è il saggio La rinascita della poesia siciliana; nel 1989 pubblica il Manifesto della nuova poesia siciliana; dieci anni dopo pubblica il primo vocabolario Italiano-Siciliano. Nel 2008 a Catania ha istituito, insieme ad altri quattro soci fondatori, il Centro Studi Teocrito[1]. Per la sua attività ha ricevuto molti premi: tra tutti ricordiamo il "Premio Aitnen", il "Premio Una vita per la Cultura" e il "Premio Sikania", conferiti a Camilleri dall'Accademia Federiciana. È in corso di stampa La storia della poesia siciliana, in 30 volumi. Dal 2008 (anno della sua fondazione) fa parte del comitato di redazione di Sicelides Musae.
Ha lavorato molti anni per ripulire il siciliano, per riportarlo alla dignità di una vera e propria lingua. Di questo suo lavoro ha detto:
« Ho cercato nella poesia l'unica verità possibile e, giacché le parole dell'italiano erano incrostate e cristallizzate, le ho cercate nel siciliano che lasciava ampie zone al maggese, alla ristrutturazione. Bisognava inventarsi un nuovo linguaggio e la mia ricerca, di un linguaggio nuovo interiormente siciliano, fu la prima che si ebbe in Sicilia. »
Docente, scrittore e poeta, è stato collaboratore del Corriere di Sicilia, attraverso cui rivalutò i poeti siciliani del Cinquecento e del Seicento, e di altre riviste di poesia siciliana tra cui Arte e Folklore di Sicilia. Nel 1952 si è trasferito a Vicenza e nello stesso anno ha pubblicato l'Antologia del sonetto siciliano. Dieci anni dopo torna a Catania e successivamente pubblica anche un libro di ortografia siciliana (1976) e un'altra antologia, questa volta di poeti contemporanei.
Del 1979 è il saggio La rinascita della poesia siciliana; nel 1989 pubblica il Manifesto della nuova poesia siciliana; dieci anni dopo pubblica il primo vocabolario Italiano-Siciliano. Nel 2008 a Catania ha istituito, insieme ad altri quattro soci fondatori, il Centro Studi Teocrito[1]. Per la sua attività ha ricevuto molti premi: tra tutti ricordiamo il "Premio Aitnen", il "Premio Una vita per la Cultura" e il "Premio Sikania", conferiti a Camilleri dall'Accademia Federiciana. È in corso di stampa La storia della poesia siciliana, in 30 volumi. Dal 2008 (anno della sua fondazione) fa parte del comitato di redazione di Sicelides Musae.
sabato 30 ottobre 2010
9° Premio Turoldo
Premio David Maria Turoldo
9° edizione – anno 2011
Regolamento per la partecipazione
L’Associazione Poiein, al fine di favorire lo sviluppo della cultura sulla rete Internet e per suoi scopi di solidarietà sociale, indice un concorso di poesia a tema libero, con le modalità esposte nei punti riportati di seguito.Continua a leggere
venerdì 29 ottobre 2010
Il soffio e la durata
Claudio Damiani è nato nel 1957 a San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia, vive a Roma. Ha pubblicato le raccolte poetiche: Fraturno (Roma, Abete, 1987); La mia casa (Forte dei Marmi, Pegaso, 1994); La miniera (Roma, Fazi, 1997); Eroi (Roma, Fazi, 2000); Albio e altri eroi (Centro Studi Franco Scataglini, Comune di Ancona, 2001).
Ha curato i volumi Almanacco di primavera. Arte e poesia (Roma, L’Attico, 1992); Orazio, Arte poetica, con interventi di autori contemporanei (Roma, Fazi, 1995); Le più belle poesie di Trilussa (Milano, Mondadori, 2000).
È stato tra i fondatori della rivista «Braci» (1980-’84).
Ha curato i volumi Almanacco di primavera. Arte e poesia (Roma, L’Attico, 1992); Orazio, Arte poetica, con interventi di autori contemporanei (Roma, Fazi, 1995); Le più belle poesie di Trilussa (Milano, Mondadori, 2000).
È stato tra i fondatori della rivista «Braci» (1980-’84).
giovedì 28 ottobre 2010
Storia di un marsigliese
Stefania Nardini, giornalista e scrittrice, è romana innamorata delle due città dove ha trascorso parte della sua vita: Napoli e Marsiglia. Vive tra l’Umbria e la Francia. È autrice di Roma nascosta (Newton Compton, 1984), del romanzo Matrioska, storia di una cameriera clandestina che insegnava letteratura (Pironti, 2001). Nel 2009, sempre con Pironti, ha pubblicato Gli scheletri di via Duomo, noir ambientato nella Napoli anni ’70. Alcuni suoi racconti compaiono su internet e su riviste letterarie e antologie. Cura la pagina “Scritture & Pensieri” per il quotidiano dell’Italia centrale “Corriere Nazionale”.
mercoledì 27 ottobre 2010
Giornata di studi su Manganelli
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA
Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta
di autori moderni e contemporanei
Giorgio Manganelli (1922-1990)
La “scommemorazione”
GIORNATA di studi
nel ventennale della scomparsa
Università degli Studi di Pavia, Strada Nuova 65
Aula Foscolo
Giovedì 11 novembre 2010
Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta
di autori moderni e contemporanei
Giorgio Manganelli (1922-1990)
La “scommemorazione”
GIORNATA di studi
nel ventennale della scomparsa
Università degli Studi di Pavia, Strada Nuova 65
Aula Foscolo
Giovedì 11 novembre 2010
domenica 24 ottobre 2010
Hanno amore
Il destino di due bambini è segnato da un mistero spaventoso. Qualcosa li lega a un luogo abitato da presenze oscure: un bosco dove la luce della luna danza con il fuoco e con le ombre. Il loro incontro da piccoli è l’inizio di un continuo sfiorarsi, nel corso degli anni, all’interno dei sogni. Per loro due, la realtà si mescola alla memoria f no a confondere. Per loro due, l’idea dell’amore come salvezza dovrà inevitabilmente scontrarsi con la morte.
sabato 23 ottobre 2010
Lodo
Il lodo è tecnicamente un arbitrato in modalità di soluzione stra-giudiziale delle controversie civili e commerciali, svolta mediante l'affidamento di un apposito incarico ad uno o più soggetti terzi rispetto alla controversia, detti arbitri, normalmente scelti dalle parti, i quali producono una loro pronuncia, detta lodo, che contiene la soluzione del caso ritenuta più appropriata.
In parole più semplice vuol dire non avere un processo ordinario ma affidare la risoluzione di una controversia a qualcuno o qualcos'altro.
In parole più semplice vuol dire non avere un processo ordinario ma affidare la risoluzione di una controversia a qualcuno o qualcos'altro.
venerdì 22 ottobre 2010
Mariagrazia Carraroli
Sospesa tra rappresentazione teatrale e poesia, l'opera traduce in versi la storia di un uomo realmente esistito, Oreste Fernando Nannetti, che incise i suoi pensieri sul muro del manicomio di Volterra, dove fu segregato fino alla morte nel 1994. Centottantadue metri di graffiti, misti di scrittura e disegni, la cui documentazione fotografica è oggi conservata al Museo dell'Art Brut di Losanna. Mariagrazia Carraroli li consegna al lettore in tutta la loro verità, con una scrittura autentica e partecipe, ottenendo ciò che la sola immagine non riesce a fare: che la solitudine del Nannetti venga non solo ricordata ma anche e soprattutto condivisa.
mercoledì 20 ottobre 2010
Sul filo del rasoio
Crimine: flagello in continuo mutamento in grado di varcare qualsiasi limite di spazio e di tempo. Tecnologia: strumento in continua evoluzione in grado sia di deformare l’arte del delitto che di adattare le modalità per combatterlo. Tra umani e biomacchine, armi inimmaginabili e moventi impensabili, alienazioni del possibile e distorsioni del reale, ventidue storie del crimine a venire. Ventidue autori fuoriclasse, tra cui alcuni vincitori del premio Tedeschi e del premio Urania, narrano il cuore di tenebra di un’Italia futura e futuribile in equilibrio sempre più instabile “sul filo del rasoio”.
martedì 19 ottobre 2010
Annamaria Ferramosca
Pugliamondo – un viaggio in versi
con disegni di Nadia Esposito
Edizioni Accademia di Terra d’Otranto, collana Neobar
con disegni di Nadia Esposito
Edizioni Accademia di Terra d’Otranto, collana Neobar
Annamaria Ferramosca, poetessa, vive a Roma, dove accanto all’attività letteraria esercita la propria professione. Di formazione umanistica, ma da sempre curiosa delle scienze, sceglie di laurearsi in Scienze biologiche a Siena e di specializzarsi poi in Scienza dell’Alimentazione a Roma. Scrive e legge compulsivamente poesia fin dall’adolescenza, ma inizia a pubblicare molto tardi, su sollecitazione del poeta Plinio Perilli, che introduce e presenta la sua prima raccolta nel 1999: Per un’esigenza personale di elaborazione e selezione di una pur incessante produzione, la pubblicazione delle sue raccolte segue un passo volutamente lento.
lunedì 18 ottobre 2010
Assalto a un tempo devastato e vile
Assalto a un tempo devastato e vile è il libro cult di Giuseppe Genna, l'opera che al momento della sua prima pubblicazione fece gridare alla nascita di una voce potente e originalissima della letteratura italiana.
Oggi questo piccolo classico della letteratura italiana torna in una nuova edizione riveduta e ampliata.
Utilizzando le forme del racconto, del saggio, del reportage, Genna esplora il cuore delle città in cui viviamo e di un paese intero, componendo un vertiginoso mosaico del nostro tempo. Le storie, le parabole, le analisi, gli ammonimenti che Genna mise su carta sul finire degli anni Novanta oggi suonano paurosamente profetici. La degradazione delle periferie, l'impoverimento economico, il crollo della solidarietà e delle regole di convivenza, e soprattutto la desertificazione etica e spirituale di un intero popolo visti dalla lente deformante di una Milano fredda e inumana sono pugni nello stomaco difficilmente dimenticabili. Ma anche i racconti autobiografici, le riflessioni sulla letteratura, sulla religione, sui più scottanti temi politici e sociali, fanno di Assalto una bussola e un compagno di viaggio per tempi sempre più incerti.
Oggi questo piccolo classico della letteratura italiana torna in una nuova edizione riveduta e ampliata.
Utilizzando le forme del racconto, del saggio, del reportage, Genna esplora il cuore delle città in cui viviamo e di un paese intero, componendo un vertiginoso mosaico del nostro tempo. Le storie, le parabole, le analisi, gli ammonimenti che Genna mise su carta sul finire degli anni Novanta oggi suonano paurosamente profetici. La degradazione delle periferie, l'impoverimento economico, il crollo della solidarietà e delle regole di convivenza, e soprattutto la desertificazione etica e spirituale di un intero popolo visti dalla lente deformante di una Milano fredda e inumana sono pugni nello stomaco difficilmente dimenticabili. Ma anche i racconti autobiografici, le riflessioni sulla letteratura, sulla religione, sui più scottanti temi politici e sociali, fanno di Assalto una bussola e un compagno di viaggio per tempi sempre più incerti.
sabato 16 ottobre 2010
Riportando tutto a casa
Giuseppe ha i capelli rossi, i brufoli e un'inesauribile riserva di denaro nel portafoglio. Vincenzo invece è bello e tenebroso, come ogni antagonista che si rispetti. Il terzo amico è quello che racconta: l'occhio inquieto che registra con caustica, millimetrica precisione la vertigine dei loro quindici anni, la lunga inerzia del liceo, il precipizio dentro l'età adulta. Siamo a Bari, e sono gli anni Ottanta. Assassinata l'era delle ideologie, le strade sono piene di ottimismo, le televisioni commerciali stanno ridisegnando la mappa dei desideri, "qualcosa di molto simile alla follia meteorologica percorre l'economia del nostro piccolo paese". Il tempo è rapido, vorticoso, illuminato dal bagliore non del tutto estinto dei tanti risparmi inceneriti. Ma sotto quelle ceneri ci sono altri soldi che bruciano dalla voglia di passare di mano in mano. Eppure, via via che i tre ragazzi affrontano la vita, risulta evidente che le cose non sono cosi semplici. A dispetto delle loro case sempre più lussuose, a dispetto dell'ascesa dei padri (un imprenditore ossessionato dalla scalata sociale, un principe del foro, un ex meccanico dai molti talenti che ha preso denaro in prestito dalle persone sbagliate), a dispetto delle madri - o delle matrigne - che consumano i tacchi davanti alle vetrine, il radar dei loro occhi adolescenti registra vibrazioni inaspettate.
Nicola Lagioia, Riportando tutto a casa, Einaudi
Nicola Lagioia, Riportando tutto a casa, Einaudi
venerdì 15 ottobre 2010
15 ottobre 1923
La leggerezza è qualcosa che si crea nella scrittura, con i mezzi linguistici che sono quelli del poeta..."
"La leggerezza...si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l'abbandono al caso"
Italo Calvino, Lezioni americane.
"La leggerezza...si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l'abbandono al caso"
Italo Calvino, Lezioni americane.
mercoledì 13 ottobre 2010
JEAN-CLAUDE IZZO.
FIRENZE
Giovedì 21 ottobre, ore 18:30
LIBRERIA EDISON
Piazza della Repubblica 27
Giovanni Agnoloni e Giuseppe Panella presentano
JEAN-CLAUDE IZZO.
STORIA DI UN MARSIGLIESE
Giovedì 21 ottobre, ore 18:30
LIBRERIA EDISON
Piazza della Repubblica 27
Giovanni Agnoloni e Giuseppe Panella presentano
JEAN-CLAUDE IZZO.
STORIA DI UN MARSIGLIESE
lunedì 11 ottobre 2010
Giorgio Manganelli
Fu narratore, critico, giornalista, saggista. demistificatore, visionario. Mai solo ed esclusivamente scrittore. Scrittore della scrittura. Scrittore della menzogna della letteratura. «Buffone», come ogni scrittore che sceglie «in primo luogo di essere inutile».
Un grande visionario. Un caso ancora inesplorato, perché come dice Angelo Guglielmi nel volume Trent’anni di intolleranza (mia) del 1994, Manganelli «non abbiamo finito di leggerlo».
A vent'anni dalla morte la figlia lietta, instancabile sostenitrice dell'opera paterna chiede di collaborare: "Per un centro studi Giorgio Manganelli".
Un grande visionario. Un caso ancora inesplorato, perché come dice Angelo Guglielmi nel volume Trent’anni di intolleranza (mia) del 1994, Manganelli «non abbiamo finito di leggerlo».
A vent'anni dalla morte la figlia lietta, instancabile sostenitrice dell'opera paterna chiede di collaborare: "Per un centro studi Giorgio Manganelli".
domenica 10 ottobre 2010
Nobel per la pace
Liu Xiaobo (刘晓波in cinese; Changchun, 28 dicembre 1955) è uno scrittore cinese, attivo da molti anni nella difesa dei diritti umani sulla scena nazionale del suo Paese.
L'8 dicembre 2008 Liu Xiao Bo è stato privato della libertà a causa della sua adesione al movimento «Charta 08». Detenuto in un luogo sconosciuto, è stato formalmente arrestato solo il 23 giugno 2009 sulla base dell'accusa di “incitamento alla sovversione del potere dello stato”. Dopo un anno di detenzione, il 23 dicembre 2009 si è svolto il processo; il 25 è stato condannato a 11 anni di prigione e a due anni di interdizione dai pubblici uffici. La sentenza è stata confermata in appello l'11 febbraio 2010.
L'8 ottobre 2010 è stato insignito del Premio Nobel per la pace «per il suo impegno non violento a tutela dei diritti umani in Cina». È il primo cinese a ricevere il riconoscimento per la pace .
L'8 dicembre 2008 Liu Xiao Bo è stato privato della libertà a causa della sua adesione al movimento «Charta 08». Detenuto in un luogo sconosciuto, è stato formalmente arrestato solo il 23 giugno 2009 sulla base dell'accusa di “incitamento alla sovversione del potere dello stato”. Dopo un anno di detenzione, il 23 dicembre 2009 si è svolto il processo; il 25 è stato condannato a 11 anni di prigione e a due anni di interdizione dai pubblici uffici. La sentenza è stata confermata in appello l'11 febbraio 2010.
L'8 ottobre 2010 è stato insignito del Premio Nobel per la pace «per il suo impegno non violento a tutela dei diritti umani in Cina». È il primo cinese a ricevere il riconoscimento per la pace .
sabato 9 ottobre 2010
Tiziana Colusso
Autrice di romanzi, racconti, poesia, testi teatrali, fiabe e saggistica. Si è laureata in Letteratura Comparata a Roma e successivamente ha vissuto per alcuni anni a Parigi, dove si è specializzata all’ Université Paris-Sorbonne ed ha collaborato con la rivista letteraria “La Republique Internationale des Lettres”.
Dal 2004 è responsabile Esteri del Sindacato Nazionale Scrittori e dal 2005 unico membro italiano del direttivo dello EWC European Writers’ Congress (ora European Writers Council), con sede a Bruxelles. Ha partecipato a numerose antologie di prosa e poesia, a Festival Letterari in Italia e all’estero, è tradotta in Francia, Belgio, Slovacchia e Bulgaria, redattrice dell’ e-magazine “Le reti di Dedalus”, collabora con la rivista “Buddismo e Società”.
Ha tradotto opere di narrativa e saggistica, dall’inglese e dal francese, collaborato con la Fondazione Fondo Alberto Moravia, con le Biblioteche di Roma e con l’Ambasciata e l’ Istituto Slovacco di Roma.
Dal 2004 è responsabile Esteri del Sindacato Nazionale Scrittori e dal 2005 unico membro italiano del direttivo dello EWC European Writers’ Congress (ora European Writers Council), con sede a Bruxelles. Ha partecipato a numerose antologie di prosa e poesia, a Festival Letterari in Italia e all’estero, è tradotta in Francia, Belgio, Slovacchia e Bulgaria, redattrice dell’ e-magazine “Le reti di Dedalus”, collabora con la rivista “Buddismo e Società”.
Ha tradotto opere di narrativa e saggistica, dall’inglese e dal francese, collaborato con la Fondazione Fondo Alberto Moravia, con le Biblioteche di Roma e con l’Ambasciata e l’ Istituto Slovacco di Roma.
giovedì 7 ottobre 2010
La storia infinita
Chi non ha mai versato, apertamente o in segreto, amare lacrime perché una storia meravigliosa era finita ed era venuto il momento di dire addio a tanti personaggi con i quali si erano vissute tante straordinarie avventure, a creature che si era imparato ad amare e ammirare, per le quali si era temuto e sperato e senza le quali d'improvviso la vita pareva così vuota e priva di interesse?
(La storia infinita)
(La storia infinita)
mercoledì 6 ottobre 2010
Manganelli
Giorgio Manganelli fu narratore, critico, giornalista, saggista. demistificatore, visionario. Mai solo ed esclusivamente scrittore. Scrittore della scrittura. Scrittore della menzogna della letteratura. «Buffone», come ogni scrittore che sceglie «in primo luogo di essere inutile».
martedì 5 ottobre 2010
Il successo, quell'euforia che prende al pensiero di riuscire ad ottenere il riconoscimento degli altri, la gloria, dea alata grazie alla quale antichi condottieri ricevevano gli onori in patria, non senza aver versato pesanti tributi di sangue e spezzato vite umane, il trionfo di cui abbiamo ancora antiche vestigia negli archi che posano addormentati ormai da millenni, abitati da rondini innocue e ammirati da turisti sonnacchiosi, armati di fotocamere, incapaci ormai di vedere il mondo attraverso il proprio sguardo, magari un po' miope, quasi sinonimi di un sogno che accomuna ciascun umano: lasciare una traccia nella storia, non essere dimenticati; oggi quel sogno di gloria è racchiuso in un unico traguardo, che non fa meno morti anche se in modo meno cruento, forse più sottile, si chiama successo, si ottiene seguendo la via lastricata d'oro del best sellers, volumoni di carta sui quali sono riversati fiumi di parole incastrate in schemi precostituiti dai quali non si riesce a spremere più una goccia di spirito e di novità. Eppure c'è ancora chi scrive per amore del dire-dare qualcosa di nuovo, lo riconosci dal suo silenzio, dalla capacità di soppesare le carature della parola, dai silenzi dalla sensibilità acuta con la quale riconosce il peso inostenibile di una farfalla.
lunedì 4 ottobre 2010
Critica letteraria, si ma come?
Mentre milioni di libri entrano nelle case degli italiani, grazie a nuove forme di commercializzazione, la critica letteraria sembra sprofondare nell'afasia. Colpita a morte dall'aspirazione a farsi scienza, persa nei labirinti dello specialismo e delle mode culturali. Il risultato è l'incapacità di leggere il testo per quello che è e per quello che mostra. E la perdita del senso di autonomia dell'opera letteraria. Mario Lavagetto rivolge uno sguardo desolato alle macerie della critica, attraverso una rilettura delle suggestioni di Marcel Proust, Henry James e Roland Barthes. In un libro che è prima di tutto una testimonianza di amore per la letteratura e per la nostra capacità di coglierne il valore assoluto.
Questa la quarta di copertina di uno dei testi, quello di Lavagetto (gli altri sono di Ferroni e Brevini) che Giuseppe Panella cita nel suo bellissimo saggio sulla solitudine del critico
Questa la quarta di copertina di uno dei testi, quello di Lavagetto (gli altri sono di Ferroni e Brevini) che Giuseppe Panella cita nel suo bellissimo saggio sulla solitudine del critico
domenica 3 ottobre 2010
Antonia Pozzi
Di lei la grande italianista Maria Corti che la conobbe all'università, disse che «il suo spirito faceva pensare a quelle piante di montagna che possono espandersi solo ai margini dei crepacci, sull'orlo degli abissi. Era un'ipersensibile, dalla dolce angoscia creativa, ma insieme una donna dal carattere forte e con una bella intelligenza filosofica; fu forse preda innocente di una paranoica censura paterna su vita e poesie. Senza dubbio fu in crisi con il chiuso ambiente religioso familiare. La terra lombarda amatissima, la natura di piante e fiumi la consolava certo più dei suoi simili».
venerdì 1 ottobre 2010
Mario Gelardi
Mario Gelardi, autore e regista teatrale, porta in scena da anni un teatro civile costruito su temi difficili. Storie che - prima di lui - nessuno ha avuto il coraggio di affrontare. E Napoli, la sua città, fa da sfondo.
Vincitore di numerosi premi, Gelardi è il direttore artistico della rassegna di teatro Presente Indicativo.
Vincitore di numerosi premi, Gelardi è il direttore artistico della rassegna di teatro Presente Indicativo.
giovedì 30 settembre 2010
Felice Paniconi
Felice Paniconi nasce a Colle Viglia, una piccola frazione del comune di Rivodutri (Rieti) il 15 febbraio 1953. Dopo gli studi elementari va in collegio a Loreto, Rezzato e Cermenate. Si diploma nel Liceo Classico Varrone di Rieti ed inizia gli studi universitari alla facoltà di Lettere “La Sapienza” di Roma. Ha come “maestri” Walter Pedullà, Tullio De Mauro, Alberto Asor Rosa, Luca Serianni... e partecipa alle “Serate romane del Beat 72 e nel 1977-78 alle attività del Laboratorio di Poesia di Elio Pagliarani presso la Galleria «La Tartaruga» di Roma, insieme a Claudio Giovanardi, Sandra Petrignani, Arnaldo Colasanti, Gualberto Alvino, Claudio Damiani e altri giovani scrittori romani.
Nel 1978 inizia a lavorare presso il Collegio Nazareno di Roma dove svolgerà la docenza fino al 1988. Nel 1980 si laurea in Lettere con il prof. Walter Pedullà, discutendo la tesi “Repertorio e analisi delle varianti tra “Il più lungo giorno” e i “Canti Orfici” di Dino Campana.
Nel 1992 consegue una seconda laurea in Materie Letterarie con il Grammatico Francesco Sabatini, discutendo la tesi “La feuille”: un testo tra Arnault e Leopardi, sull’analisi linguistica e poetica della poesia “Imitazione” di Giacomo Leopardi.
Nel 1987 pubblica Se della rima il bacio, Rossi & Spera Editore, Roma. Nel 2007 cura l’antologia poetica Rime Sabine, antologia di poeti per le Edizioni Libreria Croce e nel 2008, pubblica Demotica per le Edizioni Libreria Croce.
Ha creato, oltre alla squadra di calcio Società Sportiva di Santa Susanna negli anni ’70, I’Associazione Culturale APACRI (Associazione del Patrimonio Ambientale e Culturale di Rivodutri, insieme a validissimi studiosi e “curatori” del territorio di Rivodutri. L’Associazione, oltre ad aver organizzato numerosi convegni, ha pubblicato 10 numeri della rivista APACRI presentando moltissimi studi, ricerche e testi sul Comune di Rivodutri.
E’ stato promotore, e attualmente ne è il Presidente, del Premio di poesia S. Bernardino che si svolge a Stimigliano ed è giunto alla Undicesima edizione.
Dopo 30 anni passati nella capitale è tornato a Colle Viglia, nella sua terra tra cani, gatti e terra da coltivare.
Nel 1978 inizia a lavorare presso il Collegio Nazareno di Roma dove svolgerà la docenza fino al 1988. Nel 1980 si laurea in Lettere con il prof. Walter Pedullà, discutendo la tesi “Repertorio e analisi delle varianti tra “Il più lungo giorno” e i “Canti Orfici” di Dino Campana.
Nel 1992 consegue una seconda laurea in Materie Letterarie con il Grammatico Francesco Sabatini, discutendo la tesi “La feuille”: un testo tra Arnault e Leopardi, sull’analisi linguistica e poetica della poesia “Imitazione” di Giacomo Leopardi.
Nel 1987 pubblica Se della rima il bacio, Rossi & Spera Editore, Roma. Nel 2007 cura l’antologia poetica Rime Sabine, antologia di poeti per le Edizioni Libreria Croce e nel 2008, pubblica Demotica per le Edizioni Libreria Croce.
Ha creato, oltre alla squadra di calcio Società Sportiva di Santa Susanna negli anni ’70, I’Associazione Culturale APACRI (Associazione del Patrimonio Ambientale e Culturale di Rivodutri, insieme a validissimi studiosi e “curatori” del territorio di Rivodutri. L’Associazione, oltre ad aver organizzato numerosi convegni, ha pubblicato 10 numeri della rivista APACRI presentando moltissimi studi, ricerche e testi sul Comune di Rivodutri.
E’ stato promotore, e attualmente ne è il Presidente, del Premio di poesia S. Bernardino che si svolge a Stimigliano ed è giunto alla Undicesima edizione.
Dopo 30 anni passati nella capitale è tornato a Colle Viglia, nella sua terra tra cani, gatti e terra da coltivare.
mercoledì 29 settembre 2010
Danilo Mandolini (Osimo 1965), poeta, vive a Osimo. Ha pubblicato le seguenti raccolte di versi: Diario di bagagli e di parole (1993, autoproduzione), A guardia del non ritorno (1994), Una misura incolmabile (1995, premio "Frascati-Chiusano" e "Il paese che non c'è"), L'anima del ghiaccio (1997, premio "Nuove Lettere"), Sul viso umano (2001, premio “Sandra Quaglierini” e premio “Insieme nell’arte”), La distanza da compiere (2004, premio “Erice Anteka” e “Città di Castrovillari-Francesco Varcasia”), Radici e rami (2007, premio “Tra Secchia e Panaro”). Alcuni testi selezionati dalla versione inedita de L'anima del ghiaccio e presentati con il titolo di I giorni che tutti chiamavano prossimi, sono stati inseriti nell'antologia poetica "Intervalli del tempo (1996). Versi scelti da Una misura incolmabile e da L'anima del ghiaccio sono stati raccolti nel quaderno di poesia Il Calamaio (1999). Sue poesie e suoi racconti brevi sono stati pubblicati su varie riviste. Guido Garufi e Giovanni Nocentini hanno rispettivamente scritto della sua opera nei libri "La Poesia delle Marche - Il Novecento" (1998) e "Storia della letteratura italiana del XX secolo" (1999). Ha partecipato a varie letture pubbliche di versi.
lunedì 27 settembre 2010
Ambigue utopie
Con toni diversi che vanno dal divertissement alla satira, dalla tragicommedia al dramma, 19 scrittori italiani di fantascienza ambientano i loro racconti nei luoghi più disparati (nell'Italia di un futuro molto prossimo o di uno più remoto, in un presente alternativo, nello spazio, nella Bologna che ancora ricorderà le stragi terroristiche, nell'Unione Sovietica degli anni Venti... ) e riescono a confezionare trame intriganti e atmosfere avvincenti, senza perdere di vista l'argomento della raccolta: una riflessione sul Potere.
AA. VV., Ambigue utopie (2010), Edizioni Bietti, collana Biblioteca Bietti 23, pagg. 391, euro 22,00
AA. VV., Ambigue utopie (2010), Edizioni Bietti, collana Biblioteca Bietti 23, pagg. 391, euro 22,00
domenica 26 settembre 2010
Paolo Ruffilli
Paolo Ruffilli (Rieti, 1949) è uno scrittore italiano.
Nato a Rieti, ma originario di Forlì, si è laureato in Lettere all'Università di Bologna. Ha pubblicato numerosi volumi di poesia, ed è il curatore di edizioni delle Operette morali di Giacomo Leopardi, della traduzione foscoliana del Viaggio sentimentale di Sterne, delle Confessioni di un italiano di Ippolito Nievo e di una antologia di Scrittori garibaldini. Ha tradotto testi di Gibran, Tagore, i Metafisici inglesi e la Regola celeste del Tao. Nel 1995 ha pubblicato, avvalendosi della collaborazione di Fulvio Reuter, l'insolito Nuvole.
È collaboratore per le pagine della cultura del giornale "il Resto del Carlino", ed è direttore della collana poetica delle edizioni "Del Leone".
Vive a Treviso dal 1972.
Nato a Rieti, ma originario di Forlì, si è laureato in Lettere all'Università di Bologna. Ha pubblicato numerosi volumi di poesia, ed è il curatore di edizioni delle Operette morali di Giacomo Leopardi, della traduzione foscoliana del Viaggio sentimentale di Sterne, delle Confessioni di un italiano di Ippolito Nievo e di una antologia di Scrittori garibaldini. Ha tradotto testi di Gibran, Tagore, i Metafisici inglesi e la Regola celeste del Tao. Nel 1995 ha pubblicato, avvalendosi della collaborazione di Fulvio Reuter, l'insolito Nuvole.
È collaboratore per le pagine della cultura del giornale "il Resto del Carlino", ed è direttore della collana poetica delle edizioni "Del Leone".
Vive a Treviso dal 1972.
venerdì 24 settembre 2010
Duccia Camiciotti
Duccia Camiciotti è nata a Bracciano e vive a Firenze. Poetessa, scrittrice, critica letteraria e d'arte, proviene da studi letterari di giornalismo a Urbino e dall'Accademia d'Arte Drammatica Silvio d'Amico in Roma; in quest'ultima città ha insegnato estetica all'Accademia Sharoff - Staniwslawskji. E' stata assistente nel Centro Studio Orientali di Claudio Battistich, l'esule istriano, suo secondo marito, scomparso nel 1988, che fortemente ha influito sulla sua personalità. Numerose sono le raccolte di poesia pubblicate e i libri di prosa (questi ultimi scritti con il marito Claudio). Collabora a varie riviste di letteratura, arte, filosofia e teologia. Fa parte del Consiglio della Camerata dei Poeti di Firenze e del Centro d’Arte Modigliani di Scandicci.
giovedì 23 settembre 2010
Sara Pozzato
Attraversando i testi di "Declinazione d'affetti"- risulta evidente che la dedizione e l'applicazione al verso, da parte della giovane autrice, non sono certo occasionali o improvvisate. Impegno e precisione sono nelle corde di Sara la quale, con rigore, è riuscita a miscelare armoniosamente ricerca sul linguaggio, tecnica, riflessioni, emozioni e spontaneità offrendo composizioni misurate e ben equilibrate per forma e musicalità: elementi che le derivano dalle discipline di studio nelle quali si è formata.
Il volume è composto di due sezioni - Complementi diretti e Soggetto - nelle quali si scopre il ruolo fondamentale attribuito da Sara all'alterità e alla sua valenza affettiva, nonché inquietudini, amarezze e delusioni dove l'incedere del tempo diventa argomento ricorsivo e quasi ossessivo. Temi cari ad una certa tradizione letteraria che Sara affronta in chiave moderna, con quella consapevolezza che può derivare unicamente da una visione diacronica e disillusa della realtà secondo un'angolazione che non va letta in termini negativi o di rinuncia, bensì indicativa di determinatezza nella ricerca di verità e di tenacia nel proseguire a porsi interrogativi sul senso della vita, "mai perdendo il vizio".
dalla postfazione di Diana Battaggia
Il volume è composto di due sezioni - Complementi diretti e Soggetto - nelle quali si scopre il ruolo fondamentale attribuito da Sara all'alterità e alla sua valenza affettiva, nonché inquietudini, amarezze e delusioni dove l'incedere del tempo diventa argomento ricorsivo e quasi ossessivo. Temi cari ad una certa tradizione letteraria che Sara affronta in chiave moderna, con quella consapevolezza che può derivare unicamente da una visione diacronica e disillusa della realtà secondo un'angolazione che non va letta in termini negativi o di rinuncia, bensì indicativa di determinatezza nella ricerca di verità e di tenacia nel proseguire a porsi interrogativi sul senso della vita, "mai perdendo il vizio".
dalla postfazione di Diana Battaggia
martedì 21 settembre 2010
Gilbert Keith Chesterton
Gilbert Keith Chesterton (Londra, 29 maggio 1874 – Beaconsfield, 14 giugno 1936) è stato uno scrittore e giornalista inglese.
Scrisse un gran numero di opere di vario genere: romanzi, racconti, poesie, biografie e opere teatrali; amò molto il paradosso e la polemica. Fra le sue opere ricordiamo Il Napoleone di Notting Hill (suo primo romanzo) e la serie di romanzi che hanno come protagonista la figura di Padre Brown
Scrisse un gran numero di opere di vario genere: romanzi, racconti, poesie, biografie e opere teatrali; amò molto il paradosso e la polemica. Fra le sue opere ricordiamo Il Napoleone di Notting Hill (suo primo romanzo) e la serie di romanzi che hanno come protagonista la figura di Padre Brown
lunedì 20 settembre 2010
Verso nord
Pubblicato in prima edizione nell’agosto del 2008 con il titolo di Lange Dagen è nelle librerie italiane con il titolo di ‘Verso Nord’, il romanzo d’esordio di Pia de Jong pubblicato dalla Elliot Edizioni, un volume che racconta in modo originale e toccante la storia di una famiglia e di un viaggio che va molto oltre le frontiere geografiche, diventando un cammino attraverso la fiducia, l’affetto, la paura, il tradimento e l’amore.
domenica 19 settembre 2010
Sandro Sinigaglia
Sandro (Alessandro) Sinigaglia nasce il 28 aprile 1921 a Oleggio Castello, in provincia di Novara, da padre lombardo e madre piemontese. Compie gli studi ginnasiali ad Arona e liceali a Novara. Nel 1935 la famiglia si trasferisce ad Arona. Cinque anni dopo si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Statale di Milano, ma lo scoppio della guerra lo costringe a interrompere gli studi.
Antifascista, negli anni 1943-44 partecipa alla guerra di liberazione dell’Ossola militando nelle Brigate Matteotti. Nel 1944 ripara in Svizzera dopo aver messo in salvo dai fascisti la biblioteca di Gianfranco Contini — conosciuto l’anno prima — presso il Convento dei Padri Rosminiani al Monte Calvario di Domodossola.
Nel 1947, accantonata l’idea di una tesi su Piero Gobetti suggeritagli da Contini, si laurea in Estetica con Antonio Banfi su Italo Svevo, quindi entra nell’industria di gemme sintetiche per orologi diretta dal padre Luigi assumendo la direzione di uno degli stabilimenti, a Premosello. Nel 1954, con la mediazione di Contini, pubblica nella «Biblioteca di Paragone», diretta da Roberto Longhi e Anna Banti, la sua prima raccolta, Il flauto e la bricolla, che passa completamente inosservata. Insegna italiano e latino al Liceo scientifico del Collegio Mellerio-Rosmini di Domodossola fino al 1960.
Nel 1968, con l’introduzione degli orologi al quarzo, l’azienda subisce un tracollo e Sinigaglia si trasferisce con la famiglia a Milano, dove trova un impiego prima nella redazione della De Agostini, poi, nel 1974, alla casa editrice Ricciardi di Raffaele Mattioli, in cui lavora intensamente alla collana dei «Classici italiani», nonché al Folengo e al Pascoli curati rispettivamente da Carlo Cordiè e Maurizio Perugi. Nel 1979 si dimette per stabilirsi definitivamente ad Arona, dove morì il 12 settembre 1990.
Antifascista, negli anni 1943-44 partecipa alla guerra di liberazione dell’Ossola militando nelle Brigate Matteotti. Nel 1944 ripara in Svizzera dopo aver messo in salvo dai fascisti la biblioteca di Gianfranco Contini — conosciuto l’anno prima — presso il Convento dei Padri Rosminiani al Monte Calvario di Domodossola.
Nel 1947, accantonata l’idea di una tesi su Piero Gobetti suggeritagli da Contini, si laurea in Estetica con Antonio Banfi su Italo Svevo, quindi entra nell’industria di gemme sintetiche per orologi diretta dal padre Luigi assumendo la direzione di uno degli stabilimenti, a Premosello. Nel 1954, con la mediazione di Contini, pubblica nella «Biblioteca di Paragone», diretta da Roberto Longhi e Anna Banti, la sua prima raccolta, Il flauto e la bricolla, che passa completamente inosservata. Insegna italiano e latino al Liceo scientifico del Collegio Mellerio-Rosmini di Domodossola fino al 1960.
Nel 1968, con l’introduzione degli orologi al quarzo, l’azienda subisce un tracollo e Sinigaglia si trasferisce con la famiglia a Milano, dove trova un impiego prima nella redazione della De Agostini, poi, nel 1974, alla casa editrice Ricciardi di Raffaele Mattioli, in cui lavora intensamente alla collana dei «Classici italiani», nonché al Folengo e al Pascoli curati rispettivamente da Carlo Cordiè e Maurizio Perugi. Nel 1979 si dimette per stabilirsi definitivamente ad Arona, dove morì il 12 settembre 1990.
sabato 18 settembre 2010
L'albatros
Da molti critici come dal pubblico e dalla tradizione (soprattutto quello più giovanile, attratto dalle tinte mitiche, macabre e vagamente erotiche) I fiori del male viene considerata una delle opere poetiche più influenti, celebri e innovative dell’ottocento francese e non. Il liricismo aulico ed ampolloso che si unisce a sfondi surreali di un modernismo ancora reduce della poetica romantica si tradusse, nei periodi successivi, nello stereotipo del Poeta Maledetto; chiuso in se stesso, a venerare i piaceri della carne e tradurre la propria visione del mondo in una comprensione di infinita sofferenza e bassezza. Estremamente ispirante fu anche l’intenso misticismo del linguaggio ed un rigore formale camuffato dall’ambigua moralità e dalle oscillanti posizioni in temi frequentemente metafisici e teologici.
martedì 14 settembre 2010
Nagib Mahfuz
Nagib Mahfuz (Il Cairo, 11 dicembre 1911 – Il Cairo, 30 agosto 2006) è stato un romanziere egiziano. Premio Nobel per la letteratura nel 1988, Nāǧīb Maḥfūẓ (arabo: نجيب محفوظ, Najīb Maḥfūẓ) diede forma a una narrativa araba di portata universale[1]. Proveniente da una famiglia piccolo-borghese, si laureò in filosofia presso l'università del Cairo e venne assunto nell'amministrazione pubblica.
lunedì 13 settembre 2010
Luigi Pirandello
Luigi Pirandello (Agrigento, 28 giugno 1867 – Roma, 10 dicembre 1936) fu un drammaturgo, scrittore e poeta italiano, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1934. Non dimentichiamole.
domenica 12 settembre 2010
Mondadori, Mancuso, Wu-ming
Ancora sulle leggi ad personam o ad aziendam, sui no, i si, i forse degli scrittori della cosiddetta "scuderia" mondadori che, dopo gli interventi del teologo Mancuso sul caso, si rimbalzano risposte pro o contro l'andare o il rimanere nella grande casa editrice.
sabato 11 settembre 2010
"Credo che tutti i grandi cambiamenti, anche quelli improvvisi, inaspettati e apparentemente non voluti, siano, in qualche modo, preparati da tempo e desiderati nel profondo. È così che arriva inesorabile il giorno della 'tempesta' dove tutto sembra crollare, ma in realtà tutto è destinato a cambiare forma. Dopo lo smarrimento si comincia a delineare ai nostri occhi un nuovo paesaggio che non conoscevamo, ma che forse inconsciamente abbiamo fortemente voluto. Il disco è semplicemente questo, la mia tempesta, quella di molti, di chi decide di 'indossare un vestito del colore dei propri occhi' tagliando i ponti con una realtà che non gli appartiene più." (Andrea Chimenti)
giovedì 9 settembre 2010
Guernica
l 26 Aprile 1937, l'aviazione falangista, con aerei e piloti tedeschi, attaccò e rase al suolo la cittadina basca di Guernica, uccidendo in tre ore e mezza circa 2000 persone. Dal punto di vista militare, Guernica era un obbiettivo del tutto insignificante; l'azione, svoltasi in un giorno di mercato, fu una strage compiuta per seminare terrore nella popolazione civile e sperimentare una nuova tattica di guerra aerea: il bombardamento a tappeto.
Così racconta l'episodio il quotidiano britannico Times del 28 aprile 1937: 'Il lunedì a Guernica è giorno di mercato per la gente delle campagne. Alle 16,30, quando la piazza era affollata, e molti contadini stavano ancora arrivando, la campana diede l'allarme . Cinque minuti dopo un bombardiere tedesco volteggiò sulla città a bassa quota, quindi lanciò le bombe mirando alla stazione. Dopo altri cinque minuti ne comparve un secondo, che lanciò sul centro un egual numero di esplosivi. Un quarto d'ora più tardi tre Junker continuarono l'opera di demolizione e il bombardamento si intensificò ed ebbe termine solo alle 19,45, con l'approssimarsi dell'oscurità. L'intera cittadina, con settemila abitanti e oltre tremila profughi, fu ridotta sistematicamente a pezzi. Per un raggio di otto chilometri, tutt'intorno, gli incursori adottarono la tecnica di colpire fattorie isolate. Nella notte esse ardevano come candele accese sulle colline.
Così racconta l'episodio il quotidiano britannico Times del 28 aprile 1937: 'Il lunedì a Guernica è giorno di mercato per la gente delle campagne. Alle 16,30, quando la piazza era affollata, e molti contadini stavano ancora arrivando, la campana diede l'allarme . Cinque minuti dopo un bombardiere tedesco volteggiò sulla città a bassa quota, quindi lanciò le bombe mirando alla stazione. Dopo altri cinque minuti ne comparve un secondo, che lanciò sul centro un egual numero di esplosivi. Un quarto d'ora più tardi tre Junker continuarono l'opera di demolizione e il bombardamento si intensificò ed ebbe termine solo alle 19,45, con l'approssimarsi dell'oscurità. L'intera cittadina, con settemila abitanti e oltre tremila profughi, fu ridotta sistematicamente a pezzi. Per un raggio di otto chilometri, tutt'intorno, gli incursori adottarono la tecnica di colpire fattorie isolate. Nella notte esse ardevano come candele accese sulle colline.
mercoledì 8 settembre 2010
L'illuminista
L'Illuminista è una rivista di cultura contemporanea ad uscita quadrimestrale fondata da Walter Pedullà. Iniziò le sue pubblicazioni nel giugno del 2000 (edizioni Ponte Sisto, Roma) con un numero monografico dedicato alla comicità.
lunedì 6 settembre 2010
Ipazia
"Ipazia nacque ad Alessandria dove fu allevata ed istruita. Poichè aveva più intelligenza del padre, non fu soddisfatta dalla sua conoscenza delle scienze matematiche e volle dedicarsi anche allo studio della filosofia.
La donna era solita indossare il mantello del filosofo ed andare nel centro della città. Commentava pubblicamente Platone, Aristotele, o i lavori di qualche altro filosofo per tutti coloro che desiderassero ascoltarla. Oltre alla sua esperienza nell'insegnare riuscì a elevarsi al vertice della virtù civica.
Fu giusta e casta e rimase sempre vergine. Lei era così bella e ben fatta che uno dei suoi studenti si innamorò di lei, non fu capace di controllarsi e le mostrò apertamente la sua infatuazione. Alcuni narrano che Ipazia lo guarì dalla sua afflizione con l'aiuto della musica. Ma la storia della musica è inventata. In realtà lei raggruppò stracci che erano stati macchiati durante il suo periodo e li mostrò a lui come un segno della sua sporca discesa e disse, "Questo è ciò che tu ami, giovanotto, e non è bello!". Alla brutta vista fu così colpito dalla vergogna e dallo stupore che esperimentò un cambiamento del cuore ed diventò un uomo migliore.
Tale era Ipazia, così articolata ed eloquente nel parlare come prudente e civile nei suoi atti. La città intera l'amò e l'adorò in modo straordinario, ma i potenti della città l'invidiarono, cosa che spesso è accaduta anche ad Atene. Anche se la filosofia stessa è perita, il suo nome sembra ancora magnifico e venerabile agli uomini che esercitano il potere nello stato.
Così accadde che un giorno Cirillo, vescovo della setta di opposizione [il cristianesimo], passò presso la casa di Ipazia, e vide una grande folla di persone e di cavalli di fronte alla sua porta. Alcuni stavano arrivando, alcuni partendo, ed altri sostavano. Quando lui chiese perché c'era là una tale folla ed il motivo di tutto il clamore, gli fu detto dai seguaci della donna che era la casa di Ipazia il filosofo e che lei stava per salutarli. Quando Cirillo seppe questo fu così colpito dalla invidia che cominciò immediatamente a progettare il suo assassinio e la forma più atroce di assassinio che potesse immaginare.
Quando Ipazia uscì dalla sua casa, secondo il suo costume, una folla di uomini spietati e feroci che non temono né la punizione divina né la vendetta umana la attaccò e la tagliò a pezzi, commettendo così un atto oltraggioso e disonorevole contro il loro paese d'origine.
L'Imperatore si adirò, e l'avrebbe vendicata se non fosse stato subornato da Aedesius. Così l'Imperatore ritirò la punizione sopra la sua testa e la sua famiglia tramite i suoi discendenti pagò il prezzo. La memoria di questi eventi ancora è vivida fra gli alessandrini".
Dalla Vita di Isidoro di Damascio, riprodotta nel Suda
La donna era solita indossare il mantello del filosofo ed andare nel centro della città. Commentava pubblicamente Platone, Aristotele, o i lavori di qualche altro filosofo per tutti coloro che desiderassero ascoltarla. Oltre alla sua esperienza nell'insegnare riuscì a elevarsi al vertice della virtù civica.
Fu giusta e casta e rimase sempre vergine. Lei era così bella e ben fatta che uno dei suoi studenti si innamorò di lei, non fu capace di controllarsi e le mostrò apertamente la sua infatuazione. Alcuni narrano che Ipazia lo guarì dalla sua afflizione con l'aiuto della musica. Ma la storia della musica è inventata. In realtà lei raggruppò stracci che erano stati macchiati durante il suo periodo e li mostrò a lui come un segno della sua sporca discesa e disse, "Questo è ciò che tu ami, giovanotto, e non è bello!". Alla brutta vista fu così colpito dalla vergogna e dallo stupore che esperimentò un cambiamento del cuore ed diventò un uomo migliore.
Tale era Ipazia, così articolata ed eloquente nel parlare come prudente e civile nei suoi atti. La città intera l'amò e l'adorò in modo straordinario, ma i potenti della città l'invidiarono, cosa che spesso è accaduta anche ad Atene. Anche se la filosofia stessa è perita, il suo nome sembra ancora magnifico e venerabile agli uomini che esercitano il potere nello stato.
Così accadde che un giorno Cirillo, vescovo della setta di opposizione [il cristianesimo], passò presso la casa di Ipazia, e vide una grande folla di persone e di cavalli di fronte alla sua porta. Alcuni stavano arrivando, alcuni partendo, ed altri sostavano. Quando lui chiese perché c'era là una tale folla ed il motivo di tutto il clamore, gli fu detto dai seguaci della donna che era la casa di Ipazia il filosofo e che lei stava per salutarli. Quando Cirillo seppe questo fu così colpito dalla invidia che cominciò immediatamente a progettare il suo assassinio e la forma più atroce di assassinio che potesse immaginare.
Quando Ipazia uscì dalla sua casa, secondo il suo costume, una folla di uomini spietati e feroci che non temono né la punizione divina né la vendetta umana la attaccò e la tagliò a pezzi, commettendo così un atto oltraggioso e disonorevole contro il loro paese d'origine.
L'Imperatore si adirò, e l'avrebbe vendicata se non fosse stato subornato da Aedesius. Così l'Imperatore ritirò la punizione sopra la sua testa e la sua famiglia tramite i suoi discendenti pagò il prezzo. La memoria di questi eventi ancora è vivida fra gli alessandrini".
Dalla Vita di Isidoro di Damascio, riprodotta nel Suda
domenica 5 settembre 2010
Autogrill
E se qualcuno, all'improvviso, senza avvertire nessuno cominciasse, in mezzo ad una folla distratta a leggere un libro, magari una poesia? Cosa accadrebbe? Dall'indiffenrenza alla compassione possiamo immaginare ogni tipo di reazione, forse anche un pugno sul muso per zittite il malcapitato .
sabato 4 settembre 2010
Aforismi
La bellezza: che tremenda e orribile cosa! […] Là gli opposti si toccano, là vivono insieme tutte le contraddizioni! ( F. Dostoevskij)
Ma non c'è forza nella bellezza quando per apparire belli ci si dimentica che non basta una bella forma, ma che ci vuole un'anima che la vivifichi.
Ma non c'è forza nella bellezza quando per apparire belli ci si dimentica che non basta una bella forma, ma che ci vuole un'anima che la vivifichi.
giovedì 2 settembre 2010
Abissi smarriti
Dal mito della caverna di Platone, ma ancora prima con la discesa di Orfeo negli inferi per riportare alla luce la sua Euridice, l'uomo cerca il senso della sua esistenza nelle profondità, della terra o del cielo, usando questo simbolo con naturalezza perché è provato che il nostro è un universo con tre dimensioni, per questo ci sentiamo smarriti nel constatare la perdita della terza dimensione, quella della profondità, perché un Uomo senza non può che essere una figurina di se stesso.
mercoledì 1 settembre 2010
Stefano Lanuzza
Stefano Lanuzza, nato il 20 novembre 1946 a Villafranca Tirrena, è consulente editoriale. Ha pubblicato opere di Italianistica e di Letteratura comparata, oltre ad alcune traduzioni. Come artista figurativo, limita la propria attività all'illustrazione grafica e a qualche rara personale di pittura, fra cui quella al Museo d'Arte Moderna Gazoldo degli Ippoliti - Mantova (16 maggio-6 giugno 1999). Collaboratore di numerose riviste letterarie(tra cui "Magagine littéraire","Carte segrete", "Yale Italian Poetry", "Il Ponte", "Les langues néo-latines", "Il Verri", "Altri termini","Metaphorein"), è autore di numerosi libri
martedì 31 agosto 2010
E' ancora possibile scrivere un romanzo?
Il romanzo è un genere della narrativa in prosa, caratterizzato da un testo di una certa estensione.
La parola romanzo deriva dal termine francese antico romanz o roman, che è una abbreviazione della locuzione latina romanice loqui, cioè "parlare in lingua romanza", vale a dire in lingua di derivazione latina.
I primi testi ad essere chiamati "romanzi" appartengono alla letteratura francese delle origini che ancora non si distingue del tutto da quella delle altre nazioni europee che hanno in comune la stessa eredità linguistica e cioè il latino[1].
Il romanzo si distingue dalla novella o racconto per la lunghezza e pertanto anche dalla maggiore complessità, cioè tempi più lunghi, vicende ed ambienti più elaborati, maggior numero di personaggi. Esistono comunque romanzi brevi, così come esistono racconti lunghi.
Deve essere comunque chiarito che, se in italiano, il termine romanzo si riferisce a qualunque narrazione lunga in prosa, in inglese romance sta ad indicare le forme narrative di carattere eroico-mitiche tendenti all'allegoria e in cui si presentano elementi di fantastico, mentre le narrazioni in cui la rappresentazione della vita e la cornice sociale sono realistiche vengono indicate con il termine novel.
La parola romanzo deriva dal termine francese antico romanz o roman, che è una abbreviazione della locuzione latina romanice loqui, cioè "parlare in lingua romanza", vale a dire in lingua di derivazione latina.
I primi testi ad essere chiamati "romanzi" appartengono alla letteratura francese delle origini che ancora non si distingue del tutto da quella delle altre nazioni europee che hanno in comune la stessa eredità linguistica e cioè il latino[1].
Il romanzo si distingue dalla novella o racconto per la lunghezza e pertanto anche dalla maggiore complessità, cioè tempi più lunghi, vicende ed ambienti più elaborati, maggior numero di personaggi. Esistono comunque romanzi brevi, così come esistono racconti lunghi.
Deve essere comunque chiarito che, se in italiano, il termine romanzo si riferisce a qualunque narrazione lunga in prosa, in inglese romance sta ad indicare le forme narrative di carattere eroico-mitiche tendenti all'allegoria e in cui si presentano elementi di fantastico, mentre le narrazioni in cui la rappresentazione della vita e la cornice sociale sono realistiche vengono indicate con il termine novel.
lunedì 30 agosto 2010
L'uomo che smise di fumare
Se ti trovi a Londra, all'Angler's Rest, magari verso l'orario di chiusura, non hai scampo: devi sapere che assieme al tuo bicchiere di whisky ti verrà servita una storia incredibile e divertente da parte del più instancabile fra i chiacchieroni del locale, il signor Mulliner. Seduto accanto agli altri avventori, come Birra scura alla spina, Pesce persico e Doppio whisky e poca soda, farai conoscenza con la sterminata famiglia Mulliner, nipoti, cugini e lontani parenti compresi, sempre al centro di strampalate avventure. Come quella di Archibald, alle prese con la lettura di Shakespeare e di Bacone per impressionare la zia dell'amata Aurelia Cammerleigh, salvo poi scoprire che la ragazza trova questo genere di cose di una noia mortale; o quella in cui Ignatius decide di conquistare Hermione smettendo di fumare: una prova d'amore difficile (e non richiesta... ); fino ad arrivare ai racconti dedicati alla terribile Roberta "Bobbie" Wickham e alle peripezie che devono affrontare i suoi pretendenti, come trovarsi dei serpenti infilati fra le lenzuola da chissà chi o gettarsi in rocambolesche fughe dalla finestra alla rincorsa del famigerato treno del latte, primo mezzo utile per scappare dalla casa di famiglia della giovane donna, teatro di spassosi equivoci. Nove racconti che rappresentano ognuno un piccolo mondo, ritratti con il consueto, irresistibile umorismo senza tempo di P.G. Wodehouse.
domenica 29 agosto 2010
Fabio Franzin
Fabio Franzin vive nella Marca Trevigiana e di professione fa l'operaio in zona. Poeta e scrittore dilettante, persona straordinaria per sensibilità e ricchezza interiore, ha vinto premi nazionali e internazionali di poesia.
sabato 28 agosto 2010
I nuovi profeti
Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete.
Il profeta nella Bibbia è colui che parla con le parole di Dio, è una voce che dà voce all'assoluto, non solo qualcuno che anticipa gli eventi ma uno capace di comprendere la storia, di esortare a costruirla secondo un volere più alto. Chi sono oggi i nuovi profeti?
Il profeta nella Bibbia è colui che parla con le parole di Dio, è una voce che dà voce all'assoluto, non solo qualcuno che anticipa gli eventi ma uno capace di comprendere la storia, di esortare a costruirla secondo un volere più alto. Chi sono oggi i nuovi profeti?
venerdì 27 agosto 2010
Sciamani
Lo sciamano era l'uomo di medicina e di religione, figura rinvenibile originariamente presso le culture dei cacciatori-raccoglitori scarsamente strutturate, tecnologicamente poco evolute e omogenee. Il nome è un calco dalla lingua tunguso della Siberia, una delle zone in cui è stata identificata la forma classica di sciamanesimo. Lo sciamanesimo è diffuso non soltanto presso le culture orali dell'Asia centrale, dell'America settentrionale e dell'Oceania, ma anche, pur esprimendo riserve, presso culture e religioni più strutturate, come la religione cinese e lo scintoismo giapponese.
Lo sciamano, generalmente di sesso maschile, è essenzialmente un medium, un portavoce degli spiriti nel cui mondo entra al momento dell'iniziazione, durante il quale egli affronta numerose prove che dovrebbero indurre sogni e visioni. Questo primo, duplice riconoscimento – degli spiriti e della comunità – si completa con la formazione da parte di sciamani esperti. I principali compiti religiosi dello sciamano sono la guarigione e la divinazione, ottenute mediante la possessione spiritica o il trasferimento dell'anima dello sciamano fino al cielo o agli inferi. Esistono resoconti di resurrezioni miracolose operate da sciamani che, recandosi fino alla terra dei morti, ne riportano lo spirito del defunto. Inoltre, lo sciamano officia i riti di passaggio: propizia la stagione della caccia e svolge funzione di psicopompo guidando nell'aldilà le anime dei morti. Gli sciamani occupano una posizione sociale ed economica elevata, specialmente se diventano famosi come guaritori.
Numerosi sono i tentativi di spiegare il fenomeno degli sciamani e delle loro cure. Alcuni studiosi hanno istituito un parallelismo tra la guarigione sciamanica e la terapia psicoanalitica osservando che in entrambi i casi si producono simboli efficaci e terapeutici, che recano sollievo psicologico e fisiologico. Parecchi antropologi, rifiutando la teoria secondo cui gli sciamani sarebbero essenzialmente nevrotici e psicotici, hanno avanzato l'ipotesi che gli sciamani siano dotati di capacità cognitive superiori al resto della comunità. Lo sciamanesimo è stato da altri interpretato semplicemente come anticipazione di un sistema religioso più organizzato o come tecnica per il raggiungimento dell'estasi.
Lo sciamano, generalmente di sesso maschile, è essenzialmente un medium, un portavoce degli spiriti nel cui mondo entra al momento dell'iniziazione, durante il quale egli affronta numerose prove che dovrebbero indurre sogni e visioni. Questo primo, duplice riconoscimento – degli spiriti e della comunità – si completa con la formazione da parte di sciamani esperti. I principali compiti religiosi dello sciamano sono la guarigione e la divinazione, ottenute mediante la possessione spiritica o il trasferimento dell'anima dello sciamano fino al cielo o agli inferi. Esistono resoconti di resurrezioni miracolose operate da sciamani che, recandosi fino alla terra dei morti, ne riportano lo spirito del defunto. Inoltre, lo sciamano officia i riti di passaggio: propizia la stagione della caccia e svolge funzione di psicopompo guidando nell'aldilà le anime dei morti. Gli sciamani occupano una posizione sociale ed economica elevata, specialmente se diventano famosi come guaritori.
Numerosi sono i tentativi di spiegare il fenomeno degli sciamani e delle loro cure. Alcuni studiosi hanno istituito un parallelismo tra la guarigione sciamanica e la terapia psicoanalitica osservando che in entrambi i casi si producono simboli efficaci e terapeutici, che recano sollievo psicologico e fisiologico. Parecchi antropologi, rifiutando la teoria secondo cui gli sciamani sarebbero essenzialmente nevrotici e psicotici, hanno avanzato l'ipotesi che gli sciamani siano dotati di capacità cognitive superiori al resto della comunità. Lo sciamanesimo è stato da altri interpretato semplicemente come anticipazione di un sistema religioso più organizzato o come tecnica per il raggiungimento dell'estasi.
giovedì 26 agosto 2010
Tra due golfi
Quale sia e se esista il centro dell'universo non è cosa che la letteratura possa dirimere, eppure al poeta accade di immaginare di esservi giunto e che da lì sia possibile ascoltare la voce del destino che chiama l'uomo alla scelta della vita.
mercoledì 25 agosto 2010
Nuove armi
Una delle assurdità meno comprensibili del comportamento dell'essere umano, quella che maggiormante lo disumanizza, è la guerra, certo, tutti sappiamo che non è facile mettere d'accordo due persone, o famiglie o popoli, ma ciò non toglie nulla all'assurdità delle armi che tolgono la vita, provocano dolori immensi, senza mai rtiuscire a creare le condizioni per un nuovo incontro fra esseri umani finalemnte riconciliati.
martedì 24 agosto 2010
Portami rispetto
Vins Gallico, Portami rispetto, Rizzoli
Notte infuocata d’agosto. Due uomini d’onore si muovono nel buio delle colline aspromontane. Nel bagagliaio della loro Croma, un cane ringhia e cerca di scappare. Fuori, i due criminali armeggiano con dei pezzi di stoffa e un secchio pieno di benzina. Gli ordini di Don Rocco, capobastone latitante, sono stati chiari: «Date fuoco al cane e fatelo correre nel bosco sopra Agatea, in pochi minuti le fiamme avvolgeranno tutto». Ma i due piromani non sono gli unici a nascondersi nell’oscurità e qualcosa, nel loro piano in apparenza semplice, è destinato ad andare storto. Così qualche giorno dopo, mentre le forze dell’ordine quantificano i danni dell’incendio, tra le ceneri vengono scoperti i cadaveri carbonizzati di due sconosciuti. Tina Romeo, la giornalista sportiva che un quotidiano di provincia ha spedito a seguire il caso, arriva sul posto convinta che si tratti dell’ennesimo tragico incidente. Non può immaginare che in un batter d’occhio si troverà al centro di una faida tra antichi rivali, di un intrigo di potere destinato a stravolgere la sua vita e quella di chi le sta intorno. L’anima nera della Calabria, dove oggi più che mai vige il diritto del più forte, trova finalmente voce in un romanzo crudele e ironico, che racconta una società senza coraggio e senza anticorpi alla mafia, in cui soltanto le parole possono ancora cambiare le cose. E forse neanche quelle.
Notte infuocata d’agosto. Due uomini d’onore si muovono nel buio delle colline aspromontane. Nel bagagliaio della loro Croma, un cane ringhia e cerca di scappare. Fuori, i due criminali armeggiano con dei pezzi di stoffa e un secchio pieno di benzina. Gli ordini di Don Rocco, capobastone latitante, sono stati chiari: «Date fuoco al cane e fatelo correre nel bosco sopra Agatea, in pochi minuti le fiamme avvolgeranno tutto». Ma i due piromani non sono gli unici a nascondersi nell’oscurità e qualcosa, nel loro piano in apparenza semplice, è destinato ad andare storto. Così qualche giorno dopo, mentre le forze dell’ordine quantificano i danni dell’incendio, tra le ceneri vengono scoperti i cadaveri carbonizzati di due sconosciuti. Tina Romeo, la giornalista sportiva che un quotidiano di provincia ha spedito a seguire il caso, arriva sul posto convinta che si tratti dell’ennesimo tragico incidente. Non può immaginare che in un batter d’occhio si troverà al centro di una faida tra antichi rivali, di un intrigo di potere destinato a stravolgere la sua vita e quella di chi le sta intorno. L’anima nera della Calabria, dove oggi più che mai vige il diritto del più forte, trova finalmente voce in un romanzo crudele e ironico, che racconta una società senza coraggio e senza anticorpi alla mafia, in cui soltanto le parole possono ancora cambiare le cose. E forse neanche quelle.
Titos Patrikios
Titos Patrikios, nato ad Atene nel 1928 da una famiglia di artisti e passato attraverso la resistenza antitedesca (1943-45), la guerra civile greca (1945-49) e il confino nelle isole di Makrònissos e Aghios Efstratios (1951-54) che condivise con altri intellettuali e poeti comunisti (tra di essi in primis Ghiannis Ritsos, vero scopritore del suo talento lirico), Patrikios ha sempre concepito la sua poesia anzit utto come testimonianza, come rimedio all’oblio, come inesausta esortazione al ricordo dei compagni uccisi, della barbarie vissuta e mai del tutto debellata, del dolore che non solo lui [...] ma tutta una generazione, un popolo, un mondo hanno patito...
(dall’introduzione di Filippomaria Pontani)
(dall’introduzione di Filippomaria Pontani)
sabato 21 agosto 2010
Etica
Bello, bene , vero, termini inscindibili per chi crede che l'universo tenda verso un ordine intelligente, così da sempre il filosofo crede di dover assomigliare nella vita a ciò che dice sulla verità., così fu per Socrate, così è oggi per ciascuno di noi
venerdì 20 agosto 2010
Versi col vento
Giovanni Stefano Savino è nato a Firenze il 15 ottobre 1920; impiegato, Poste e Telegrafi dal 1938 al 1949; soldato di leva e in seguito trattenuto dal 1940 al 1945; insegnante elementare, media inferiore e media superiore di italiano e storia dal 1949 al 1979; ha lavorato per una radio privata dal 1979 al 1994.
Ha nel cassetto 100 raccolte di poesia (77 o 106 per libro) scritte dal 1993 al dicembre 2005.
Ha pubblicato per Gazebo di Firenze, Anni solari, poesie scelte, 1999-2002 (2002) e Anni solari II, poesie scelte, 2002-2004 (2004).
Le poesie che seguono sono tratte da Trialogo (2001-2005), Firenze, Gazebo, 2006.
Ha nel cassetto 100 raccolte di poesia (77 o 106 per libro) scritte dal 1993 al dicembre 2005.
Ha pubblicato per Gazebo di Firenze, Anni solari, poesie scelte, 1999-2002 (2002) e Anni solari II, poesie scelte, 2002-2004 (2004).
Le poesie che seguono sono tratte da Trialogo (2001-2005), Firenze, Gazebo, 2006.
giovedì 19 agosto 2010
Pasquale Vitagliano
Pasquale Vitagliano (Lecce 1965) vive e lavora a Terlizzi (BA). Giornalista ed editor per riviste locali e nazionali. Già presente in diverse Antologie di LietoColle, ha scritto per Lapoesiaelospirito, Italialibri, Nazione Indiana.
mercoledì 18 agosto 2010
martedì 17 agosto 2010
eBook
Un eBook (anche chiamato e-book oppure ebook) o libro elettronico è un libro in formato elettronico (o meglio digitale). Si tratta quindi di un file consultabile su computer, telefonini di ultima generazione, palmari ed appositi lettori digitali.
Il termine deriva dalla contrazione delle parole inglesi electronic book, viene utilizzato per indicare la versione in digitale di una qualsiasi pubblicazione.
Nel caso ci si riferisca al dispositivo di lettura è più corretto riferirsi ad esso come lettore di e-book, oppure eBook reader o eReader, termine con il quale si intende sia il dispositivo hardware su cui l'eBook viene letto sia il software che permette la lettura del file.
Il termine lettura di un libro elettronico è riduttivo, dato che le funzioni di un eBook possono andare ben al di là della semplice lettura del solo testo.
Il termine deriva dalla contrazione delle parole inglesi electronic book, viene utilizzato per indicare la versione in digitale di una qualsiasi pubblicazione.
Nel caso ci si riferisca al dispositivo di lettura è più corretto riferirsi ad esso come lettore di e-book, oppure eBook reader o eReader, termine con il quale si intende sia il dispositivo hardware su cui l'eBook viene letto sia il software che permette la lettura del file.
Il termine lettura di un libro elettronico è riduttivo, dato che le funzioni di un eBook possono andare ben al di là della semplice lettura del solo testo.
lunedì 16 agosto 2010
Davide Nota
Davide Nota
Nato nel 1981 a Cassano d'Adda (MI) da padre lucano e madre marchigiana, risiede dalla prima infanzia ad Ascoli Piceno. Ha studiato a Perugia dove si è laureato in Lettere moderne con una tesi sulla "Nuova poesia italiana". Redattore de "La Gru", ha pubblicato i libri di poesia "Battesimo" (LietoColle, 2005) e "Il non potere" (Zona, 2007). Dal 2008 abita a Roma, dove lavora e scrive.
Nato nel 1981 a Cassano d'Adda (MI) da padre lucano e madre marchigiana, risiede dalla prima infanzia ad Ascoli Piceno. Ha studiato a Perugia dove si è laureato in Lettere moderne con una tesi sulla "Nuova poesia italiana". Redattore de "La Gru", ha pubblicato i libri di poesia "Battesimo" (LietoColle, 2005) e "Il non potere" (Zona, 2007). Dal 2008 abita a Roma, dove lavora e scrive.
domenica 15 agosto 2010
Alzarti
Quando il pozzo si prosciuga, era il titolo di uno di quei libri che si comprano perché qualcosa ti dice che il loro contenuto ti riguarderà. L'esperienza dell'aridità spirituale è una delle più terribili , sembra di vivere un incubo da cui è impossibile uscire. Come ritrovare la via per ritornare a credere, sperare, amare la vita? Memoria e azione, riandare a momenti scolpiti nel cuore e alzarsi per compiere gesti che facciano di noi una memoria indelebile per gli altri
sabato 14 agosto 2010
L'Iddio ridente
Non è la prima volta che Di Ruscio si confronta con una misura breve, epigrafica o epigrammatica, del verso, ma il precedente Epigramma (Valore d’uso edizioni, Roma 1982) indicava più un atteggiamento che una precisa stilistica: i testi avevano misura assai variabile, alcuni anche lunghi e a tratto discorsivo. Quando la misura era propriamente epigrafica inoltre, poteva anche capitare di contraddirla felicemente con una tonalità diversa, magari micronarrativa (...). E' a tale tonalità che questo nuovo Di Ruscio fa riferimento: il controverso rapporto con il divino, l’esibizione erotica, il duro giudizio sull’umanità, la rabbia e la provocazione, sono tutti elementi che a piene mani possiamo raccogliere in L’Iddio ridente, ma ventisei anni non sono passati invano e le cose si sono in certo modo più sciolte: intendo dire che il grumo convulso del Di Ruscio di allora, tendente a una spasimante condensazione, ha lasciato spazio ad una elaborazione espressiva più in chiaro ed in nitido. Intanto la scelta formale: la misura testuale è ora volutamente continua e conforme, elaborando una lunga scansione sequenziale, con poesie più o meno formalmente uniformi. La scelta di questa sorta di basso continuo si inquadra in una precisa strategia: al Di Ruscio odierno interessa presentare al lettore come un corale (in cui l’io sottoscritto è semmai voce dentro il coro del noi) che si snoda in vari contrappunti, quali sono appunto le singole "iscrizioni" – Iscrizioni era per l’appunto il titolo iniziale di questa raccolta – che in affine misura si aprono singolarmente a diverse ed anche contrastanti segmentazioni del discorso.
E possiamo, sommariamente, rubricare queste principali segmentazioni, magari partendo dai segni di continuità e sviluppo dal precedente Epigramma. (...) Tutto si gioca con più chiarezza a partire dalla propria inimicizia con Dio (...).
dalla prefazione di Stefano Verdino a
Luigi Di Ruscio, L'Iddio ridente, Zona ed.
E possiamo, sommariamente, rubricare queste principali segmentazioni, magari partendo dai segni di continuità e sviluppo dal precedente Epigramma. (...) Tutto si gioca con più chiarezza a partire dalla propria inimicizia con Dio (...).
dalla prefazione di Stefano Verdino a
Luigi Di Ruscio, L'Iddio ridente, Zona ed.
venerdì 13 agosto 2010
Progetti
La rete sembra un immenso cervello che per funzionare bene ha bisogno di connessioni neuronali sempre più capillari, così è importante trovare il modo di collaborare per uno scopo comune
mercoledì 11 agosto 2010
Gualberto Alvino
Gualberto Alvino inizia la sua attività di critico militante sulle pagine culturali dei quotidiani L'Unità e Il Messaggero[1], per poi proseguirla su diverse riviste letterarie, tra le quali La Taverna di Auerbach, rivista internazionale di poetiche intermediali diretta da Giovanni Fontana, curando uno speciale numero triplo dedicato ad Antonio Pizzuto[2] e Dismisura, di cui è stato collaboratore fisso per un lungo periodo, contribuendo con testi narrativi[3], poetici[4], filologici[5] e traduzioni d'autori di lingua inglese (William Blake, Thomas S. Eliot, Dylan Thomas)[6].
Nel 1996 la Fondazione Antonio Pizzuto lo incarica di curare i carteggi dello scrittore palermitano col filologo Gianfranco Contini, con la studiosa tedesca Margaret Piller Contini e col presidente dell'Accademia della Crusca Giovanni Nencioni - carteggi ricchi di dati preziosi per l’interpretazione dell'arte pizzutiana - e di allestire le edizioni critiche degli inediti Giunte e virgole e Spegnere le caldaie[7].
Nel 1998 inizia la sua collaborazione continuativa con la rivista di letteratura contemporanea Avanguardia, diretta da Francesca Bernardini Napoletano e Aldo Mastropasqua dell’università “La Sapienza” di Roma; collaborazione che culmina nel 2006 con un’inchiesta curata da Alvino sulla narrativa degli anni Duemila.[8]
Nel 2001 vince il premio Feronia-Città di Fiano per la critica militante[9] con la raccolta di saggi Chi ha paura di Antonio Pizzuto?, introdotta da Walter Pedullà, nella quale affronta i molteplici aspetti del complesso linguaggio pizzutiano - fornendo, tra l'altro, un glossario di tutti i neologismi attribuibili allo scrittore -[10] in prospettiva sia strettamente filologica che ermeneutica.
Nel 2008 esordisce nella narrativa con il romanzo Là comincia il Messico, sul tema della solitudine e della follia quale metafora della condizione umana.
Dal 2005 tiene una rubrica di scritti "corsari" sulla rivista Fermenti, del cui comitato di redazione è membro dal 2008. Dirige per le Edizioni Polistampa la collana "Opere di Pizzuto"[11] ed è consulente scientifico della Fondazione Antonio Pizzuto in Roma. Dal 2009 è redattore di "Le Reti di Dedalus", rivista online del Sindacato Nazionale Scrittori.
Come critico e filologo Gualberto Alvino ha mostrato fin dagli inizi della sua attività una particolare predilezione per gli autori maggiormente attenti all'aspetto formale delle loro opere, da Gesualdo Bufalino[12] a Vincenzo Consolo[13], da Stefano D'Arrigo[14] a Sandro Sinigaglia[15], da Nanni Balestrini,[16] ad Antonio Pizzuto[17], studiandone in diversi saggi la struttura linguistica e stilistica, la quale – scrive lo stesso Alvino -, "lungi dal rappresentare un mero ingrediente del testo, è il testo, poiché essa non va concepita quale messa in forma del contenuto, involucro da lacerare per raggiungere la cosiddetta ‘sostanza delle cose’, ma come un complesso di apparecchiature espressive pienamente attualizzate e ontologicamente autosufficienti, un organismo di dati concettuali verificabili e concreti, nel cui àmbito il discorso critico non solo può trarre alimento e ragione sufficiente al proprio operare, ma deve totalmente consistere, pena lo sconfinamento nel più irrazionale, abbandonato impressionismo»[18].
Nel 1996 la Fondazione Antonio Pizzuto lo incarica di curare i carteggi dello scrittore palermitano col filologo Gianfranco Contini, con la studiosa tedesca Margaret Piller Contini e col presidente dell'Accademia della Crusca Giovanni Nencioni - carteggi ricchi di dati preziosi per l’interpretazione dell'arte pizzutiana - e di allestire le edizioni critiche degli inediti Giunte e virgole e Spegnere le caldaie[7].
Nel 1998 inizia la sua collaborazione continuativa con la rivista di letteratura contemporanea Avanguardia, diretta da Francesca Bernardini Napoletano e Aldo Mastropasqua dell’università “La Sapienza” di Roma; collaborazione che culmina nel 2006 con un’inchiesta curata da Alvino sulla narrativa degli anni Duemila.[8]
Nel 2001 vince il premio Feronia-Città di Fiano per la critica militante[9] con la raccolta di saggi Chi ha paura di Antonio Pizzuto?, introdotta da Walter Pedullà, nella quale affronta i molteplici aspetti del complesso linguaggio pizzutiano - fornendo, tra l'altro, un glossario di tutti i neologismi attribuibili allo scrittore -[10] in prospettiva sia strettamente filologica che ermeneutica.
Nel 2008 esordisce nella narrativa con il romanzo Là comincia il Messico, sul tema della solitudine e della follia quale metafora della condizione umana.
Dal 2005 tiene una rubrica di scritti "corsari" sulla rivista Fermenti, del cui comitato di redazione è membro dal 2008. Dirige per le Edizioni Polistampa la collana "Opere di Pizzuto"[11] ed è consulente scientifico della Fondazione Antonio Pizzuto in Roma. Dal 2009 è redattore di "Le Reti di Dedalus", rivista online del Sindacato Nazionale Scrittori.
Come critico e filologo Gualberto Alvino ha mostrato fin dagli inizi della sua attività una particolare predilezione per gli autori maggiormente attenti all'aspetto formale delle loro opere, da Gesualdo Bufalino[12] a Vincenzo Consolo[13], da Stefano D'Arrigo[14] a Sandro Sinigaglia[15], da Nanni Balestrini,[16] ad Antonio Pizzuto[17], studiandone in diversi saggi la struttura linguistica e stilistica, la quale – scrive lo stesso Alvino -, "lungi dal rappresentare un mero ingrediente del testo, è il testo, poiché essa non va concepita quale messa in forma del contenuto, involucro da lacerare per raggiungere la cosiddetta ‘sostanza delle cose’, ma come un complesso di apparecchiature espressive pienamente attualizzate e ontologicamente autosufficienti, un organismo di dati concettuali verificabili e concreti, nel cui àmbito il discorso critico non solo può trarre alimento e ragione sufficiente al proprio operare, ma deve totalmente consistere, pena lo sconfinamento nel più irrazionale, abbandonato impressionismo»[18].
martedì 10 agosto 2010
Riccardo Ferrazzi
Laureato alla Bocconi ha fatto una discreta carriera, basata sul principio che, per andare avanti, bisogna adattarsi a risolvere le grane che gli altri non sono in grado o non hanno voglia di affrontare. A quarantatre anni si è messo a fare le cose che gli piacevano
Pubblicati due racconti insieme a due di Raul Montanari in un libretto ormai introvabile intitolato Il tempo, probabilmente (Literalia). Racconti sono apparsi su blog come Nazione Indiana e La Poesia e Lo Spirito. Fa parte della redazione della rivista di poesia, arte e cultura La Mosca di Milano.
È da qualche mese in libreria il romanzo Gli occhi di Caino (Eumeswil).
Pubblicati due racconti insieme a due di Raul Montanari in un libretto ormai introvabile intitolato Il tempo, probabilmente (Literalia). Racconti sono apparsi su blog come Nazione Indiana e La Poesia e Lo Spirito. Fa parte della redazione della rivista di poesia, arte e cultura La Mosca di Milano.
È da qualche mese in libreria il romanzo Gli occhi di Caino (Eumeswil).
lunedì 9 agosto 2010
Contro la guerra
La Rivoluzione dei garofani o Rivoluzione portoghese del 25 aprile 1974 fu il colpo di stato[1] attuato da militari dell'ala progressista delle Forze Armate portoghesi che pose fine al lungo regime autoritario fondato da António de Oliveira Salazar in Portogallo e che portò al ripristino della democrazia dopo due anni di transizione tormentati da aspre lotte politiche.
domenica 8 agosto 2010
Venti
Io sono
un uomo nuovo
talmente nuovo che è da tempo che non sono neanche più fascista
sono sensibile e altruista
orientalista
ed in passato sono stato
un po' sessantottista
da un po' di tempo ambientalista
qualche anno fa nell'euforia mi son sentito
come un po' tutti socialista.
Io sono
un uomo nuovo
per carità lo dico in senso letterale sono progressista
al tempo stesso liberista
antirazzista
e sono molto buono
sono animalista
non sono più assistenzialista
ultimamente sono un po' controcorrente
son federalista.
Il conformista
è uno che di solito sta sempre dalla parte giusta,
il conformista ha tutte le risposte belle chiare dentro la sua testa
è un concentrato di opinioni
che tiene sotto il braccio due o tre quotidiani
e quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire
forse da buon opportunista
si adegua senza farci caso e vive nel suo paradiso.
Il conformista
è un uomo a tutto tondo che si muove senza consistenza,
il conformista s'allena a scivolare dentro il mare della maggioranza
è un animale assai comune
che vive di parole da conversazione
di notte sogna e vengon fuori i sogni di altri sognatori
il giorno esplode la sua festa
che è stare in pace con il mondo
e farsi largo galleggiando
il conformista
il conformista.
Io sono
un uomo nuovo
e con le donne c'ho un rapporto straordinario sono femminista
son disponibile e ottimista
europeista
non alzo mai la voce
sono pacifista
ero marxista-leninista
e dopo un po' non so perché mi son trovato
cattocomunista.
Il conformista
non ha capito bene che rimbalza meglio di un pallone
il conformista aerostato evoluto
che è gonfiato dall'informazione
è il risultato di una specie
che vola sempre a bassa quota in superficie
poi sfiora il mondo con un dito e si sente realizzato,
vive e questo già gli basta
e devo dire che oramai
somiglia molto a tutti noi
il conformista
il conformista.
Io sono
un uomo nuovo
talmente nuovo che si vede a prima vista sono il nuovo conformista.
Ma se uno non si vuole conformare deve scegliere
un uomo nuovo
talmente nuovo che è da tempo che non sono neanche più fascista
sono sensibile e altruista
orientalista
ed in passato sono stato
un po' sessantottista
da un po' di tempo ambientalista
qualche anno fa nell'euforia mi son sentito
come un po' tutti socialista.
Io sono
un uomo nuovo
per carità lo dico in senso letterale sono progressista
al tempo stesso liberista
antirazzista
e sono molto buono
sono animalista
non sono più assistenzialista
ultimamente sono un po' controcorrente
son federalista.
Il conformista
è uno che di solito sta sempre dalla parte giusta,
il conformista ha tutte le risposte belle chiare dentro la sua testa
è un concentrato di opinioni
che tiene sotto il braccio due o tre quotidiani
e quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire
forse da buon opportunista
si adegua senza farci caso e vive nel suo paradiso.
Il conformista
è un uomo a tutto tondo che si muove senza consistenza,
il conformista s'allena a scivolare dentro il mare della maggioranza
è un animale assai comune
che vive di parole da conversazione
di notte sogna e vengon fuori i sogni di altri sognatori
il giorno esplode la sua festa
che è stare in pace con il mondo
e farsi largo galleggiando
il conformista
il conformista.
Io sono
un uomo nuovo
e con le donne c'ho un rapporto straordinario sono femminista
son disponibile e ottimista
europeista
non alzo mai la voce
sono pacifista
ero marxista-leninista
e dopo un po' non so perché mi son trovato
cattocomunista.
Il conformista
non ha capito bene che rimbalza meglio di un pallone
il conformista aerostato evoluto
che è gonfiato dall'informazione
è il risultato di una specie
che vola sempre a bassa quota in superficie
poi sfiora il mondo con un dito e si sente realizzato,
vive e questo già gli basta
e devo dire che oramai
somiglia molto a tutti noi
il conformista
il conformista.
Io sono
un uomo nuovo
talmente nuovo che si vede a prima vista sono il nuovo conformista.
Ma se uno non si vuole conformare deve scegliere
sabato 7 agosto 2010
Giovanni Granatelli
Giovanni Granatelli è nato a Catania nel 1965, ma fin dall’infanzia vive a Milano. Ha pubblicato i volumi di poesia Strategie di resistenza, Mobydick, 2002 (selezione Premio Valeri) e Giuramento, Mobydick, 2009 (Premio Città di Marineo). Sue poesie sono comparse anche in antologie (Il porto clandestino ai baci– antologia del Premio Dario Bellezza, Empiria, 2000) e riviste (“ClanDestino”, “Tratti”, “Il Filorosso”).
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