Fu narratore, critico, giornalista, saggista. demistificatore, visionario. Mai solo ed esclusivamente scrittore. Scrittore della scrittura. Scrittore della menzogna della letteratura. «Buffone», come ogni scrittore che sceglie «in primo luogo di essere inutile».
Un grande visionario. Un caso ancora inesplorato, perché come dice Angelo Guglielmi nel volume Trent’anni di intolleranza (mia) del 1994, Manganelli «non abbiamo finito di leggerlo».
A vent'anni dalla morte la figlia lietta, instancabile sostenitrice dell'opera paterna chiede di collaborare: "Per un centro studi Giorgio Manganelli".