lunedì 29 novembre 2010

Dina Basso

Uccalamma, nel dialetto catanese è una parola composta che alla lettera significa ‘bocca dell’anima’. È una felice locuzione che sta a indicare, secondo un tipico traslato delle feconde lingue orali, che abbondano sempre e colpiscono per l’alto tasso di figuralità, la bocca dello stomaco, e precisamente, l’epigastrio, situato sotto lo sterno, nell’alto ventre e al centro stesso dello stomaco. E’ il centro esatto, il punto anatomico più intimo e fragile, il più soggetto alla violabilità e alla azione dannosa delle secrezioni acide che ingenerano ulcerosi e patologie gastroenteriche. Nella lingua popolare, è il luogo in cui si percepisce e si accoglie il mondo: qualcosa di simile al ‘sentire con la pancia’, e al ‘dire con la pancia’, eppure qualcosa d’altro: dalla ‘bocca dell’anima’ scaturiscono i pensieri, le parole, le emozioni dell’esperienza del mondo.

Dina Basso, Uccalamma. Bocca dell'anima. Sasso Marconi (Bo)