domenica 4 gennaio 2009

Parole

L'attenzione per le parole era quasi una nevrosi per il grande Calvino, che affermava di provare un vero e proprio fastidio per il loro uso approssimativo, un fastidio che gli faceva preferire il silenzio della voce e il fruscio della penna sul foglio perché, diceva che scrivere è l'unica via per correggersi quasi all'infinito o almeno fino ad un punto estremo di esattezza. Questo racconto di Davide Bregola si incanala, pare, in questa direzione.