Il ‘pudore’ ha da fare, certo, con la ‘questità’ di quest’uomo e con la sua resistenza iresistibile a essere ridotto in un fantoccio della conoscenza, in un ‘seriale’4. Ma, d’altra parte, come lo stesso Mounier magistralmente rileva, non bisogna nemmeno pensare che il personalismo si limiti a pretendere che si tenga conto delle più minute diversità degli uomini1.
Il pudore va pensato, infatti, non solo per istituire un pensiero adeguato alle massime e minime diversità di ogni persona da ogni altra – ma anche il mondo totalizzante di Huxley potrebbe far questo2 - e non solo per istituire una zona di rispetto, per la persona, da non invadere mai, ma anche per dar vita a un atteggiamento specifico che, sapendo che l’uomo non è mero ‘oggetto’, ma centro profondo di risorse e di atti, a questo centro nascosto apra varchi propiziandone le possibili espressioni.
Un tale ‘pudore’, perciò, va pensato non solo in termini di ‘rispetto’, ma di ‘speranza’. Si tratta, infatti, nella valorizzazione di questa speranza e di quelle possibilità, di predisporre sempre le condizioni – concettuali, strutturali, assiologiche – perché possano ricevere varchi i primi atti creativi della vita personale.
(Giuseppe Limone)
domenica 27 febbraio 2011
mercoledì 23 febbraio 2011
Luigi di Ruscio 1930-2011
Autodidatta (consegue soltanto la licenza di quinta elementare), svolge diversi mestieri, e studia da solo classici americani, francesi e russi, la filosofia greca, saghe della mitologia nordica, l'opera di Benedetto Croce. Nel 1953 una giuria presieduta da Salvatore Quasimodo gli assegna il premio Unità. Nel 1957 si trasferisce in Norvegia, dove lavora per quarant'anni in una fabbrica metallurgica, e si sposa con una cittadina norvegese, da cui avrà quattro figli.
Oltre alla produzione libraria, ha collaborato con lavori poetici e interventi in prosa a varie riviste e giornali (tra gli altri: Momenti, Il contemporaneo, Realismo lirico, Ombre rosse, Alfabeta, Il Manifesto, Azimut).
Oltre alla produzione libraria, ha collaborato con lavori poetici e interventi in prosa a varie riviste e giornali (tra gli altri: Momenti, Il contemporaneo, Realismo lirico, Ombre rosse, Alfabeta, Il Manifesto, Azimut).
venerdì 18 febbraio 2011
Idee di cinema
«Nessun’altra arte come il cinema va direttamente ai nostri sentimenti, allo spazio crepuscolare nel profondo della nostra anima, sfiorando soltanto la nostra coscienza diurna.» Così, con poche parole dense di suggestioni, Ingmar Bergman restituisce l’essenza del suo cinema. Come lui, numerosi registi e teorici hanno scelto di raccontare attraverso la scrittura la propria idea di un mezzo espressivo tanto versatile da potersi declinare in innumerevoli forme. Questa antologia intende ripercorrere, in compagnia dei loro testi più illuminanti, il percorso che va dalle scoperte dei fratelli Lumière all’inesauribile inventiva delle avanguardie, dal rigore di Ejzens?tejn al neorealismo di Rossellini, dalla rivoluzione della Nouvelle Vague al segno inconfondibile di autori come Bresson, Pasolini, Antonioni e Wenders. Non di sole idee però si compone il volume, ma anche di pratica di cinema: si sono infatti privilegiati quegli scritti che non scaturivano unicamente dalla riflessione teorica a tavolino, ma soprattutto da un confronto concreto e appassionato con la macchina da presa. Il risultato è una storia del cinema atipica perché vista dal di dentro, alla ricerca del cuore pulsante di un'arte in bilico tra sogno e realtà, che non smette mai di sorprendere e conquistare.
martedì 15 febbraio 2011
Fabio Franzin
Fabio Franzin è nato nel 1963 a Milano. Vive a Motta di Livenza, in provincia di Treviso. Ha pubblicato le seguenti opere di poesia.
Nel dialetto Veneto-Trevigiano dell’Opitergino-Mottense:
El coeor dee paròe, Roma, Zone, 2000, prefazione di Achille Serrao. Canzón daa Provenza (e altre trazhe d’amór), Milano, Fondazione Corrente, 2005 (premio “Edda Squassabia 2004). Pare (padre), Spinea, Helvetia, 2006, introduzione di Bepi de Marzi. Mus.cio e roe (Muschio e spine), Sasso Marconi, Le voci della luna, 2007, 2a ed. 2008, introduzione di Edoardo Zuccato, “Premio S. Pellegrino Terme 2007”, “Superpremio Insula Romana 2007”, “Premio Guido Gozzano 2008”, Premio speciale della giuria ”Antica Badia di S. Savino 2008”. Erba e aria, Rimini, Fara, 2008, nell’Antologia “Dall’Adige all’Isonzo – Poeti a Nord-Est” (a cura di Alessandro Ramberti, introduzione di Chiara De Luca e Massimo Sannelli). Fra but e ortìghe (fra germogli e ortiche), Montereale Valcellina, Circolo Culturale Menocchio, 2008. Fabrica, Borgomanero, Atelier, 2009, 2a ed. 2010, “Premio Pascoli 2009”, “Premio Baghetta 2010”. Rosario de siénzhi (Rosario di silenzi – Rožni venec iz tišine), Postaja Topolove, 2010, edizione trilingue con traduzione in sloveno di Marko Kravos. Siénzhio e orazhión (Silenzio e preghiera), prefazione di Franca Grisoni, Motta di Livenza, Edizioni Prioritarie, 2010.
In lingua:
Il groviglio delle virgole, Grottammare, Stamperia dell’arancio, 2005, premio “Sandro Penna 2004 sezione inedito” con introduzione di Elio Pecora. Entità, in E-book, Biagio Cepollaro E-dizioni, 2007.
*
Nel 2009, La rivista Atelier gli ha dedicato, monograficamente, il n°53. Nel 2010 ha vinto il premio “Giacomo Noventa – Romano Pascutto”. Sue poesie, accolte in molteplici riviste in Italia e all’estero, sono state tradotte in inglese, francese, cinese, arabo, tedesco, spagnolo, catalano e sloveno.
*
Il 19 dicembre p. v., presso “Le voci della luna” è uscita la raccolta “Co’e man monche” (Con le mani mozzate), canto straziato di un milione di cassintegrati nell’Italia odierna. La prefazione è curata da Manuel Cohen.
Nel dialetto Veneto-Trevigiano dell’Opitergino-Mottense:
El coeor dee paròe, Roma, Zone, 2000, prefazione di Achille Serrao. Canzón daa Provenza (e altre trazhe d’amór), Milano, Fondazione Corrente, 2005 (premio “Edda Squassabia 2004). Pare (padre), Spinea, Helvetia, 2006, introduzione di Bepi de Marzi. Mus.cio e roe (Muschio e spine), Sasso Marconi, Le voci della luna, 2007, 2a ed. 2008, introduzione di Edoardo Zuccato, “Premio S. Pellegrino Terme 2007”, “Superpremio Insula Romana 2007”, “Premio Guido Gozzano 2008”, Premio speciale della giuria ”Antica Badia di S. Savino 2008”. Erba e aria, Rimini, Fara, 2008, nell’Antologia “Dall’Adige all’Isonzo – Poeti a Nord-Est” (a cura di Alessandro Ramberti, introduzione di Chiara De Luca e Massimo Sannelli). Fra but e ortìghe (fra germogli e ortiche), Montereale Valcellina, Circolo Culturale Menocchio, 2008. Fabrica, Borgomanero, Atelier, 2009, 2a ed. 2010, “Premio Pascoli 2009”, “Premio Baghetta 2010”. Rosario de siénzhi (Rosario di silenzi – Rožni venec iz tišine), Postaja Topolove, 2010, edizione trilingue con traduzione in sloveno di Marko Kravos. Siénzhio e orazhión (Silenzio e preghiera), prefazione di Franca Grisoni, Motta di Livenza, Edizioni Prioritarie, 2010.
In lingua:
Il groviglio delle virgole, Grottammare, Stamperia dell’arancio, 2005, premio “Sandro Penna 2004 sezione inedito” con introduzione di Elio Pecora. Entità, in E-book, Biagio Cepollaro E-dizioni, 2007.
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Nel 2009, La rivista Atelier gli ha dedicato, monograficamente, il n°53. Nel 2010 ha vinto il premio “Giacomo Noventa – Romano Pascutto”. Sue poesie, accolte in molteplici riviste in Italia e all’estero, sono state tradotte in inglese, francese, cinese, arabo, tedesco, spagnolo, catalano e sloveno.
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Il 19 dicembre p. v., presso “Le voci della luna” è uscita la raccolta “Co’e man monche” (Con le mani mozzate), canto straziato di un milione di cassintegrati nell’Italia odierna. La prefazione è curata da Manuel Cohen.
giovedì 10 febbraio 2011
Grazia Vaeasani
Nella sala d'attesa di un aeroporto si trovano a passare la notte Alfredo, ex attore di film hardcore di mezz'età, e Gioia, una giovane giornalista musicale reduce da una storia d'amore finita. L'aereo per Palermo su cui Gioia deve salire subisce un ritardo che la tiene inchiodata lì, in attesa che la situazione si sblocchi. Alfredo, invece, sembra frequentare l'aeroporto per altre ragioni. In un crescendo di repulsione e attrazione, Gioia rischia di cadere in una trappola tesale dall'uomo, che la seduce con la lucidità e il disincanto di un "darwiniano" luciferino, ma che sembra conoscere i sentimenti molto più di lei. Alfredo smonta a uno a uno i luoghi comuni dell'amore di cui parla Gioia e lei ne verrà quanto meno spiazzata. Quello che si crea tra di loro è un vuoto d'aria, uno sbilanciamento, un cambio di posizione, la sospensione di un giudizio, quasi il loro incontro segnasse un cambio di rotta nelle proprie vite o, comunque, un imprevisto: un'occasione da prendere o lasciare. Il DVD allegato, "From Medea", è stato realizzato da Giostra Film in occasione della messa in scena teatrale prodotta dall'Arena del Sole Nuova Scena Teatro Stabile di Bologna nel corso della stagione 2007-2008.
Vuoto d'aria, Transeuropa Edizioni
Vuoto d'aria, Transeuropa Edizioni
martedì 8 febbraio 2011
Cent'anni di Mqrquez
Gabriel José de la Concordia García Márquez (Aracataca, 6 marzo 1927[1]) è uno scrittore e giornalista colombiano, insignito, nel 1982, del Premio Nobel per la letteratura.
La sua notorietà si deve principalmente alla attività di scrittore, nella quale si è espresso ad un altissimo livello, ottenendo un grande successo di pubblico e di critica in tutto il mondo. Considerato il maggior esponente del cosiddetto realismo magico in narrativa, ha contribuito a rilanciare fortemente l'interesse per la letteratura latinoamericana.
La sua prosa è sempre scorrevole, ricchissima, immaginifica e costantemente pervasa di una amara ironia; la struttura dei suoi romanzi complessa e articolata, con frequenti intrecci fra realtà e fantasia, fra storia e leggenda, con una grande padronanza nel gestire diversi piani di lettura, anche allegorici, oltre che di un uso sapiente dei flashback e dello svolgersi di vicende parallele
La sua notorietà si deve principalmente alla attività di scrittore, nella quale si è espresso ad un altissimo livello, ottenendo un grande successo di pubblico e di critica in tutto il mondo. Considerato il maggior esponente del cosiddetto realismo magico in narrativa, ha contribuito a rilanciare fortemente l'interesse per la letteratura latinoamericana.
La sua prosa è sempre scorrevole, ricchissima, immaginifica e costantemente pervasa di una amara ironia; la struttura dei suoi romanzi complessa e articolata, con frequenti intrecci fra realtà e fantasia, fra storia e leggenda, con una grande padronanza nel gestire diversi piani di lettura, anche allegorici, oltre che di un uso sapiente dei flashback e dello svolgersi di vicende parallele
giovedì 3 febbraio 2011
La seduzione rudimentale
INCIPIT
Ho spezzato la prolungata e spontanea astinenza sessuale seguita alla separazione. Con un impotente. Giornalista un tempo famoso, temuto, vezzeggiato, la sua carriera ha conosciuto quella parabola che hanno le comete. Capita a chi si distrae, obnubilato da un successo che viene frainteso per onnipotenza. Ama i giocattoli, come tutti gli uomini infantili. I giocattoli di un uomo benestante che ha superato la cinquantina spesso sono una macchina sportiva, elettrodomestici tecnologici e mobili di design scelti per delega da un arredatore mediocremente dotato. C’è poi sempre una vecchia tata o una giovane colf che li accudisce. Lui ha tutto questo, ma si lamenta, gigioneggiando con presunte disgrazie umane e professionali, in cerca di commiserazione e coccole, come tutti e malgrado tutto.
È gennaio. Propone un film per potermi mostrare lo schermo cinematografico. Vorrei ascoltare musica, ma lui non sa far funzionare l’impianto. Finiamo a letto con l’ovvietà di una sceneggiatura mal congegnata. Spogliato, lo vedo in tutta la sua penosa maturità. Le spalle curve come un ombrello semi-chiuso. La pelle grassa, cadente e grigia. Qualche ciuffo di peli sulle scapole. Provo ad amarlo, a baciarlo, ad accarezzarlo. L’erezione che avevo colto sul divano del salotto si sta spegnendo. Lo prendo in bocca e con la mano. Mi metto a cavalcioni sopra di lui e provo a montarlo. Mi tolgo. Mi stendo. Lo abbraccio. Farfuglia spiritosaggini. Prova a cambiare i ruoli. Si mette inginocchiato sul letto e tenta di penetrarmi a una velocità che trascolora nella rabbia. Sempre più rapido dentro e fuori e sempre più palese l’insuccesso.
È sudato. Rinuncia e si sdraia. Il suo collo ha un odore di rancido.
La seduzione rudimentale” di Emilia Dagmar, SenzaPatria Editore, € 5.00
Ho spezzato la prolungata e spontanea astinenza sessuale seguita alla separazione. Con un impotente. Giornalista un tempo famoso, temuto, vezzeggiato, la sua carriera ha conosciuto quella parabola che hanno le comete. Capita a chi si distrae, obnubilato da un successo che viene frainteso per onnipotenza. Ama i giocattoli, come tutti gli uomini infantili. I giocattoli di un uomo benestante che ha superato la cinquantina spesso sono una macchina sportiva, elettrodomestici tecnologici e mobili di design scelti per delega da un arredatore mediocremente dotato. C’è poi sempre una vecchia tata o una giovane colf che li accudisce. Lui ha tutto questo, ma si lamenta, gigioneggiando con presunte disgrazie umane e professionali, in cerca di commiserazione e coccole, come tutti e malgrado tutto.
È gennaio. Propone un film per potermi mostrare lo schermo cinematografico. Vorrei ascoltare musica, ma lui non sa far funzionare l’impianto. Finiamo a letto con l’ovvietà di una sceneggiatura mal congegnata. Spogliato, lo vedo in tutta la sua penosa maturità. Le spalle curve come un ombrello semi-chiuso. La pelle grassa, cadente e grigia. Qualche ciuffo di peli sulle scapole. Provo ad amarlo, a baciarlo, ad accarezzarlo. L’erezione che avevo colto sul divano del salotto si sta spegnendo. Lo prendo in bocca e con la mano. Mi metto a cavalcioni sopra di lui e provo a montarlo. Mi tolgo. Mi stendo. Lo abbraccio. Farfuglia spiritosaggini. Prova a cambiare i ruoli. Si mette inginocchiato sul letto e tenta di penetrarmi a una velocità che trascolora nella rabbia. Sempre più rapido dentro e fuori e sempre più palese l’insuccesso.
È sudato. Rinuncia e si sdraia. Il suo collo ha un odore di rancido.
La seduzione rudimentale” di Emilia Dagmar, SenzaPatria Editore, € 5.00
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