Senzio (Linguaglossa), poeta e critico d'arte, vive a Scandicci. Fin da giovanissimo si è dedicato alla letteratura. Per motivi di lavoro si è trasferito a Firenze. Non ha seguito mode letterarie, ma ha preferito seguire proprie ricerche sul post-ermetismo. Negli anni Cinquanta ha collaborato col prof. Giorgio Piccitto per la formazione del vocabolario siciliano. Negli anni in cui i dialetti cominciavano a sparire ha voluto scrivere in dialetto siciliano, pur senza tralasciare la lingua italiana. E' entrato a far parte del gruppo di poeti che gravita attorno al "Pianeta Poesia" ed è presente nell'antologia Poesia del Novecento in Toscana curata da Franco Manescalchi. Per tre anni consecutivi assieme ad altri poeti è stato presente su invito del Consolato italiano di Ginevra alla "Settimana della lingua italiana nel mondo". Collabora con le riviste "Lumìe di Sicilia" diretta da Mario Gallo e "Arba Sicula" diretta da Gaetano Cipolla della "St.John's University" di New York.
Ha pubblicato: Crusti di sali (Croste di sale) (1987, poesia in dialetto siciliano), Scagghi di sciara (Scaglie di sciara) (2001, poesia in dialetto siciliano), Le rosse stagioni (2003, poesia), Ballata de li spiriti (Ballata degli spiriti) (2004, poesia in dialetto siciliano), Genti di Lingua-Rossa (Genti di Linguaglossa) (2004, poesia in lingua e dialetto siciliano), Anacasta (2006, poesia), L'ultima Via Crucis di S. Incorpora (2009, poesia), L'èbbichi di l'arma (Le epoche dell'anima) (2010, poesia in dialetto siciliano), Infime dissonanze (2010, poesia).
Dal 1960 ha conseguito diversi primi premi in concorsi letterari: "Bergamo e provincia"; "Valente Faustini" Piacenza; "G.D. Guerrazzi" Livorno; "Penna d'Oro" Ancona; "Lanciano"; "Penisola sorrentina" Sorrento; "L'iride" Cava de' Tirreni; "Ignazio Buttitta" Favara (due volte); "Città di Marineo" Palermo; "Fonte d'Ippocrene" Modena; "Vann'Antò-Saitta" Messina; "Guido Modena", San Felice (Modena); "Città di Giarre" (due volte); "Baronessa di Carini" Palermo.
Sulla sua attività letteraria hanno scritto, tra gli altri: M. Barletta, L. Bertolani, G. Cavarra, M. Dilettoso, A. Guidi, C. Infarinato, F. Manescalchi, F. Restivo, M. Scalabrino, M. Sodi.
lunedì 28 marzo 2011
venerdì 25 marzo 2011
Giacomo D'Angelo
Giacomo D’Angelo (Bolognano, 1939), pubblicista, vive e lavora a Pescara. Ha collaborato a quotidiani, riviste, RAI regionale, emittenti radiotelevisive private, con articoli letterari, scritti polemici e di costume, rubriche di libri. Redattore per venti anni del periodico “Il dibattito”, attualmente scrive sulla “Rivista Abruzzese”, “Oggi e domani”, “Vario”, “Il Sale”.
Ha pubblicato in volume: Mi dichiaro estraneo (Samizdat, Pescara 1998), Un passeggero in transito (Samizdat, Pescara 2000), “Introduzione” a Luciano Bianciardi, Un volo e una canzone (ExCogita, Milano 2002), “Introduzione” a Orio Vergani, Quando Gabriele s’innamorò di quella comica (Textus, L’Aquila 2005), Raffaele Mattioli in L’Abruzzo nel Novecento (Ediars, Pescara 2004), L’infinito di un estroso fanciullo, in Arte e Dinastia 1895-2006 (La Cassandra, Pineto 2007), L’editoria in La cultura in Abruzzo dal secondo dopoguerra ad oggi (Ediars, Pescara 2006), Editoria assistita in Tipografia e editoria in Abruzzo e Molise (Rubbettino, Soveria Mannelli 2007) e Cantastorie della Rivoluzione. Nâzim Hikmet - Joyce Lussu - Velso Mucci (Solfanelli, Chieti 2008).
Ha pubblicato in volume: Mi dichiaro estraneo (Samizdat, Pescara 1998), Un passeggero in transito (Samizdat, Pescara 2000), “Introduzione” a Luciano Bianciardi, Un volo e una canzone (ExCogita, Milano 2002), “Introduzione” a Orio Vergani, Quando Gabriele s’innamorò di quella comica (Textus, L’Aquila 2005), Raffaele Mattioli in L’Abruzzo nel Novecento (Ediars, Pescara 2004), L’infinito di un estroso fanciullo, in Arte e Dinastia 1895-2006 (La Cassandra, Pineto 2007), L’editoria in La cultura in Abruzzo dal secondo dopoguerra ad oggi (Ediars, Pescara 2006), Editoria assistita in Tipografia e editoria in Abruzzo e Molise (Rubbettino, Soveria Mannelli 2007) e Cantastorie della Rivoluzione. Nâzim Hikmet - Joyce Lussu - Velso Mucci (Solfanelli, Chieti 2008).
lunedì 21 marzo 2011
Liu Xiaobo
Liu Xiaobo (刘晓波in cinese; Changchun, 28 dicembre 1955) è un critico letterario, scrittore e docente cinese, attivo da molti anni nella difesa dei diritti umani nel suo Paese.
L'8 dicembre 2008 Liu Xiao Bo è stato arrestato a causa della sua adesione al movimento «Charta 08», di cui è il primo firmatario, ed è stato detenuto in un luogo segreto, sebbene l'arresto sia stato formalizzato solo il 23 giugno 2009. L'accusa è quella di “incitamento alla sovversione del potere dello stato”. Dopo un anno di detenzione, il 23 dicembre 2009 si è svolto il processo; il 25 è stato condannato a 11 anni di prigione e a due anni di interdizione dai pubblici uffici. La sentenza è stata confermata in appello l'11 febbraio 2010[1].
L'8 ottobre 2010 è stato insignito del Premio Nobel per la pace «per il suo impegno non violento a tutela dei diritti umani in Cina» [2] [3]. È il primo cinese a ricevere un premio Nobel mentre risiede in Cina[4], ed è la terza persona a ricevere il riconoscimento per la Pace mentre si trova in prigione, dopo Carl von Ossietzky (1935) e Aung San Suu Kyi (1991).
L'8 dicembre 2008 Liu Xiao Bo è stato arrestato a causa della sua adesione al movimento «Charta 08», di cui è il primo firmatario, ed è stato detenuto in un luogo segreto, sebbene l'arresto sia stato formalizzato solo il 23 giugno 2009. L'accusa è quella di “incitamento alla sovversione del potere dello stato”. Dopo un anno di detenzione, il 23 dicembre 2009 si è svolto il processo; il 25 è stato condannato a 11 anni di prigione e a due anni di interdizione dai pubblici uffici. La sentenza è stata confermata in appello l'11 febbraio 2010[1].
L'8 ottobre 2010 è stato insignito del Premio Nobel per la pace «per il suo impegno non violento a tutela dei diritti umani in Cina» [2] [3]. È il primo cinese a ricevere un premio Nobel mentre risiede in Cina[4], ed è la terza persona a ricevere il riconoscimento per la Pace mentre si trova in prigione, dopo Carl von Ossietzky (1935) e Aung San Suu Kyi (1991).
giovedì 17 marzo 2011
La nostra lingua
La lingua (detta anche favella, idioma, parlata; dal latino lingua; probabilmente dalla radice indoeuropea *dang-va[1]) è il modo concreto e determinato storicamente in cui si manifesta la capacità del linguaggio umano dal quale si distingue in senso proprio. I tratti comuni che individuano una lingua sono il vocabolario, il sistema fonematico comune, la grammatica e la sintassi, lo stile e la pragmatica; nel caso vi siano sia una versione scritta che una orale, anche un sistema di segni comune[2].
domenica 13 marzo 2011
La passione del calcio
Un racconto rapsodico dedicato alla passione stessa: un sentimento che prima o poi riguarda tutti. Una scrittura accurata e vertiginosa, come è nello stile di Krauspenhaar, che mescola lo sport alla letteratura, la poesia al quotidiano, la cultura alta e quella bassa, disegnando un profilo della contemporaneità italiana attraverso l'evocazione e l'interpretazione di alcune delle immagini del calcio che più la rappresentano: Sivori, Gianni Brera, Maradona, Gigi Riva, i Mondiali. Un romanzo autobiografico sull'Italia calcistica degli ultimi cinquant'anni, un viaggio nella memoria che porta il nostro sport nazionale a farsi metafora di ogni passione.
F. Krauspenhaar, La passione del calcio, Perdisa Pop
F. Krauspenhaar, La passione del calcio, Perdisa Pop
giovedì 10 marzo 2011
Porci di fronte ai maiali
Pòrci oppure Pórci? È nell'ambiguità del pòrci/pórci che si giuoca questa scrittura esilarante e durissima, velenosa e irridente. Uomini idioti che dilapidano fortune con prostitute dell'Est; donne "eleganti" a caccia di sesso a buon mercato; genitori imbecilli che allevano piccoli e insopportabili mostri. E tutti votati al fitness, alla moda, alla chiacchiera insulsa; tutti, gli uni di fronte agli altri, sulla linea del pòrci/pórci. L'indifferenza come virtù, la mediocrità come valore, l'ignoranza come stile di vita. Uno sguardo disincantato, un affresco a tinte forti, senza scampo, della nostra società stracciona.
Tartarini Beniamino, Porci di fronte ai maiali. Storie per uomini che parlano poco, Clinamen
Tartarini Beniamino, Porci di fronte ai maiali. Storie per uomini che parlano poco, Clinamen
lunedì 7 marzo 2011
Antonio Pibiri
Antonio Pibiri è nato a Sassari e risiede ad Alghero. Il mondo che rimane è il suo secondo libro di poesia dopo Di quinta in Quinta (Magnum editore – Sassari, 2007)
venerdì 4 marzo 2011
I due viaggiatori. Alla scoperta del mondo con Odoardo Beccari ed Emilio Salgari
C'è Odoardo, l'uomo che abbraccia il mondo con la sua irrequietezza, con la sua voglia di conoscere popoli e continenti, di toccare con mano. Il battito di ali di una farfalla sconosciuta vale più di una cattedra universitaria. Dategli una foresta vergine e si sentirà al settimo cielo. La sua giovinezza è tutta qui. E c'è Emilio, l'uomo che se ne rimane a casa, però è attratto da tutto quanto è remoto, sconosciuto, diverso. Un nome che profuma di esotico è quanto basta per giocare con i sogni. E lui no, ma i suoi personaggi attraversano tutti i continenti, si muovono per spirito di avventura, di scommessa, di sfida. Odoardo Beccari ed Emilio Salgari. L'esploratore e lo scrittore. Lo scienziato e l'inventore di storie. L'uomo che ha toccato il mondo con mano e l'ufficiale di marina mancato. Così diversi, ma anche così simili. Il viaggiatore in carne e ossa, che calpesta il mondo con i suoi piedi. Il viaggiatore della fantasia, per cui l'avventura non presuppone uno spazio fisico, ma solo gli orizzonti che la mente può scorgere. I due modi di viaggiare. E chissà chi è andato più lontano.
Paolo Ciampi, I due viaggiatori. Alla scoperta del mondo con Odoardo Beccari ed Emilio Salgari, Mauro Pagliai
Paolo Ciampi, I due viaggiatori. Alla scoperta del mondo con Odoardo Beccari ed Emilio Salgari, Mauro Pagliai
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