Il romanzo è un genere della narrativa in prosa, caratterizzato da un testo di una certa estensione.
La parola romanzo deriva dal termine francese antico romanz o roman, che è una abbreviazione della locuzione latina romanice loqui, cioè "parlare in lingua romanza", vale a dire in lingua di derivazione latina.
I primi testi ad essere chiamati "romanzi" appartengono alla letteratura francese delle origini che ancora non si distingue del tutto da quella delle altre nazioni europee che hanno in comune la stessa eredità linguistica e cioè il latino[1].
Il romanzo si distingue dalla novella o racconto per la lunghezza e pertanto anche dalla maggiore complessità, cioè tempi più lunghi, vicende ed ambienti più elaborati, maggior numero di personaggi. Esistono comunque romanzi brevi, così come esistono racconti lunghi.
Deve essere comunque chiarito che, se in italiano, il termine romanzo si riferisce a qualunque narrazione lunga in prosa, in inglese romance sta ad indicare le forme narrative di carattere eroico-mitiche tendenti all'allegoria e in cui si presentano elementi di fantastico, mentre le narrazioni in cui la rappresentazione della vita e la cornice sociale sono realistiche vengono indicate con il termine novel.
martedì 31 agosto 2010
lunedì 30 agosto 2010
L'uomo che smise di fumare
Se ti trovi a Londra, all'Angler's Rest, magari verso l'orario di chiusura, non hai scampo: devi sapere che assieme al tuo bicchiere di whisky ti verrà servita una storia incredibile e divertente da parte del più instancabile fra i chiacchieroni del locale, il signor Mulliner. Seduto accanto agli altri avventori, come Birra scura alla spina, Pesce persico e Doppio whisky e poca soda, farai conoscenza con la sterminata famiglia Mulliner, nipoti, cugini e lontani parenti compresi, sempre al centro di strampalate avventure. Come quella di Archibald, alle prese con la lettura di Shakespeare e di Bacone per impressionare la zia dell'amata Aurelia Cammerleigh, salvo poi scoprire che la ragazza trova questo genere di cose di una noia mortale; o quella in cui Ignatius decide di conquistare Hermione smettendo di fumare: una prova d'amore difficile (e non richiesta... ); fino ad arrivare ai racconti dedicati alla terribile Roberta "Bobbie" Wickham e alle peripezie che devono affrontare i suoi pretendenti, come trovarsi dei serpenti infilati fra le lenzuola da chissà chi o gettarsi in rocambolesche fughe dalla finestra alla rincorsa del famigerato treno del latte, primo mezzo utile per scappare dalla casa di famiglia della giovane donna, teatro di spassosi equivoci. Nove racconti che rappresentano ognuno un piccolo mondo, ritratti con il consueto, irresistibile umorismo senza tempo di P.G. Wodehouse.
domenica 29 agosto 2010
Fabio Franzin
Fabio Franzin vive nella Marca Trevigiana e di professione fa l'operaio in zona. Poeta e scrittore dilettante, persona straordinaria per sensibilità e ricchezza interiore, ha vinto premi nazionali e internazionali di poesia.
sabato 28 agosto 2010
I nuovi profeti
Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete.
Il profeta nella Bibbia è colui che parla con le parole di Dio, è una voce che dà voce all'assoluto, non solo qualcuno che anticipa gli eventi ma uno capace di comprendere la storia, di esortare a costruirla secondo un volere più alto. Chi sono oggi i nuovi profeti?
Il profeta nella Bibbia è colui che parla con le parole di Dio, è una voce che dà voce all'assoluto, non solo qualcuno che anticipa gli eventi ma uno capace di comprendere la storia, di esortare a costruirla secondo un volere più alto. Chi sono oggi i nuovi profeti?
venerdì 27 agosto 2010
Sciamani
Lo sciamano era l'uomo di medicina e di religione, figura rinvenibile originariamente presso le culture dei cacciatori-raccoglitori scarsamente strutturate, tecnologicamente poco evolute e omogenee. Il nome è un calco dalla lingua tunguso della Siberia, una delle zone in cui è stata identificata la forma classica di sciamanesimo. Lo sciamanesimo è diffuso non soltanto presso le culture orali dell'Asia centrale, dell'America settentrionale e dell'Oceania, ma anche, pur esprimendo riserve, presso culture e religioni più strutturate, come la religione cinese e lo scintoismo giapponese.
Lo sciamano, generalmente di sesso maschile, è essenzialmente un medium, un portavoce degli spiriti nel cui mondo entra al momento dell'iniziazione, durante il quale egli affronta numerose prove che dovrebbero indurre sogni e visioni. Questo primo, duplice riconoscimento – degli spiriti e della comunità – si completa con la formazione da parte di sciamani esperti. I principali compiti religiosi dello sciamano sono la guarigione e la divinazione, ottenute mediante la possessione spiritica o il trasferimento dell'anima dello sciamano fino al cielo o agli inferi. Esistono resoconti di resurrezioni miracolose operate da sciamani che, recandosi fino alla terra dei morti, ne riportano lo spirito del defunto. Inoltre, lo sciamano officia i riti di passaggio: propizia la stagione della caccia e svolge funzione di psicopompo guidando nell'aldilà le anime dei morti. Gli sciamani occupano una posizione sociale ed economica elevata, specialmente se diventano famosi come guaritori.
Numerosi sono i tentativi di spiegare il fenomeno degli sciamani e delle loro cure. Alcuni studiosi hanno istituito un parallelismo tra la guarigione sciamanica e la terapia psicoanalitica osservando che in entrambi i casi si producono simboli efficaci e terapeutici, che recano sollievo psicologico e fisiologico. Parecchi antropologi, rifiutando la teoria secondo cui gli sciamani sarebbero essenzialmente nevrotici e psicotici, hanno avanzato l'ipotesi che gli sciamani siano dotati di capacità cognitive superiori al resto della comunità. Lo sciamanesimo è stato da altri interpretato semplicemente come anticipazione di un sistema religioso più organizzato o come tecnica per il raggiungimento dell'estasi.
Lo sciamano, generalmente di sesso maschile, è essenzialmente un medium, un portavoce degli spiriti nel cui mondo entra al momento dell'iniziazione, durante il quale egli affronta numerose prove che dovrebbero indurre sogni e visioni. Questo primo, duplice riconoscimento – degli spiriti e della comunità – si completa con la formazione da parte di sciamani esperti. I principali compiti religiosi dello sciamano sono la guarigione e la divinazione, ottenute mediante la possessione spiritica o il trasferimento dell'anima dello sciamano fino al cielo o agli inferi. Esistono resoconti di resurrezioni miracolose operate da sciamani che, recandosi fino alla terra dei morti, ne riportano lo spirito del defunto. Inoltre, lo sciamano officia i riti di passaggio: propizia la stagione della caccia e svolge funzione di psicopompo guidando nell'aldilà le anime dei morti. Gli sciamani occupano una posizione sociale ed economica elevata, specialmente se diventano famosi come guaritori.
Numerosi sono i tentativi di spiegare il fenomeno degli sciamani e delle loro cure. Alcuni studiosi hanno istituito un parallelismo tra la guarigione sciamanica e la terapia psicoanalitica osservando che in entrambi i casi si producono simboli efficaci e terapeutici, che recano sollievo psicologico e fisiologico. Parecchi antropologi, rifiutando la teoria secondo cui gli sciamani sarebbero essenzialmente nevrotici e psicotici, hanno avanzato l'ipotesi che gli sciamani siano dotati di capacità cognitive superiori al resto della comunità. Lo sciamanesimo è stato da altri interpretato semplicemente come anticipazione di un sistema religioso più organizzato o come tecnica per il raggiungimento dell'estasi.
giovedì 26 agosto 2010
Tra due golfi
Quale sia e se esista il centro dell'universo non è cosa che la letteratura possa dirimere, eppure al poeta accade di immaginare di esservi giunto e che da lì sia possibile ascoltare la voce del destino che chiama l'uomo alla scelta della vita.
mercoledì 25 agosto 2010
Nuove armi
Una delle assurdità meno comprensibili del comportamento dell'essere umano, quella che maggiormante lo disumanizza, è la guerra, certo, tutti sappiamo che non è facile mettere d'accordo due persone, o famiglie o popoli, ma ciò non toglie nulla all'assurdità delle armi che tolgono la vita, provocano dolori immensi, senza mai rtiuscire a creare le condizioni per un nuovo incontro fra esseri umani finalemnte riconciliati.
martedì 24 agosto 2010
Portami rispetto
Vins Gallico, Portami rispetto, Rizzoli
Notte infuocata d’agosto. Due uomini d’onore si muovono nel buio delle colline aspromontane. Nel bagagliaio della loro Croma, un cane ringhia e cerca di scappare. Fuori, i due criminali armeggiano con dei pezzi di stoffa e un secchio pieno di benzina. Gli ordini di Don Rocco, capobastone latitante, sono stati chiari: «Date fuoco al cane e fatelo correre nel bosco sopra Agatea, in pochi minuti le fiamme avvolgeranno tutto». Ma i due piromani non sono gli unici a nascondersi nell’oscurità e qualcosa, nel loro piano in apparenza semplice, è destinato ad andare storto. Così qualche giorno dopo, mentre le forze dell’ordine quantificano i danni dell’incendio, tra le ceneri vengono scoperti i cadaveri carbonizzati di due sconosciuti. Tina Romeo, la giornalista sportiva che un quotidiano di provincia ha spedito a seguire il caso, arriva sul posto convinta che si tratti dell’ennesimo tragico incidente. Non può immaginare che in un batter d’occhio si troverà al centro di una faida tra antichi rivali, di un intrigo di potere destinato a stravolgere la sua vita e quella di chi le sta intorno. L’anima nera della Calabria, dove oggi più che mai vige il diritto del più forte, trova finalmente voce in un romanzo crudele e ironico, che racconta una società senza coraggio e senza anticorpi alla mafia, in cui soltanto le parole possono ancora cambiare le cose. E forse neanche quelle.
Notte infuocata d’agosto. Due uomini d’onore si muovono nel buio delle colline aspromontane. Nel bagagliaio della loro Croma, un cane ringhia e cerca di scappare. Fuori, i due criminali armeggiano con dei pezzi di stoffa e un secchio pieno di benzina. Gli ordini di Don Rocco, capobastone latitante, sono stati chiari: «Date fuoco al cane e fatelo correre nel bosco sopra Agatea, in pochi minuti le fiamme avvolgeranno tutto». Ma i due piromani non sono gli unici a nascondersi nell’oscurità e qualcosa, nel loro piano in apparenza semplice, è destinato ad andare storto. Così qualche giorno dopo, mentre le forze dell’ordine quantificano i danni dell’incendio, tra le ceneri vengono scoperti i cadaveri carbonizzati di due sconosciuti. Tina Romeo, la giornalista sportiva che un quotidiano di provincia ha spedito a seguire il caso, arriva sul posto convinta che si tratti dell’ennesimo tragico incidente. Non può immaginare che in un batter d’occhio si troverà al centro di una faida tra antichi rivali, di un intrigo di potere destinato a stravolgere la sua vita e quella di chi le sta intorno. L’anima nera della Calabria, dove oggi più che mai vige il diritto del più forte, trova finalmente voce in un romanzo crudele e ironico, che racconta una società senza coraggio e senza anticorpi alla mafia, in cui soltanto le parole possono ancora cambiare le cose. E forse neanche quelle.
Titos Patrikios
Titos Patrikios, nato ad Atene nel 1928 da una famiglia di artisti e passato attraverso la resistenza antitedesca (1943-45), la guerra civile greca (1945-49) e il confino nelle isole di Makrònissos e Aghios Efstratios (1951-54) che condivise con altri intellettuali e poeti comunisti (tra di essi in primis Ghiannis Ritsos, vero scopritore del suo talento lirico), Patrikios ha sempre concepito la sua poesia anzit utto come testimonianza, come rimedio all’oblio, come inesausta esortazione al ricordo dei compagni uccisi, della barbarie vissuta e mai del tutto debellata, del dolore che non solo lui [...] ma tutta una generazione, un popolo, un mondo hanno patito...
(dall’introduzione di Filippomaria Pontani)
(dall’introduzione di Filippomaria Pontani)
sabato 21 agosto 2010
Etica
Bello, bene , vero, termini inscindibili per chi crede che l'universo tenda verso un ordine intelligente, così da sempre il filosofo crede di dover assomigliare nella vita a ciò che dice sulla verità., così fu per Socrate, così è oggi per ciascuno di noi
venerdì 20 agosto 2010
Versi col vento
Giovanni Stefano Savino è nato a Firenze il 15 ottobre 1920; impiegato, Poste e Telegrafi dal 1938 al 1949; soldato di leva e in seguito trattenuto dal 1940 al 1945; insegnante elementare, media inferiore e media superiore di italiano e storia dal 1949 al 1979; ha lavorato per una radio privata dal 1979 al 1994.
Ha nel cassetto 100 raccolte di poesia (77 o 106 per libro) scritte dal 1993 al dicembre 2005.
Ha pubblicato per Gazebo di Firenze, Anni solari, poesie scelte, 1999-2002 (2002) e Anni solari II, poesie scelte, 2002-2004 (2004).
Le poesie che seguono sono tratte da Trialogo (2001-2005), Firenze, Gazebo, 2006.
Ha nel cassetto 100 raccolte di poesia (77 o 106 per libro) scritte dal 1993 al dicembre 2005.
Ha pubblicato per Gazebo di Firenze, Anni solari, poesie scelte, 1999-2002 (2002) e Anni solari II, poesie scelte, 2002-2004 (2004).
Le poesie che seguono sono tratte da Trialogo (2001-2005), Firenze, Gazebo, 2006.
giovedì 19 agosto 2010
Pasquale Vitagliano
Pasquale Vitagliano (Lecce 1965) vive e lavora a Terlizzi (BA). Giornalista ed editor per riviste locali e nazionali. Già presente in diverse Antologie di LietoColle, ha scritto per Lapoesiaelospirito, Italialibri, Nazione Indiana.
mercoledì 18 agosto 2010
martedì 17 agosto 2010
eBook
Un eBook (anche chiamato e-book oppure ebook) o libro elettronico è un libro in formato elettronico (o meglio digitale). Si tratta quindi di un file consultabile su computer, telefonini di ultima generazione, palmari ed appositi lettori digitali.
Il termine deriva dalla contrazione delle parole inglesi electronic book, viene utilizzato per indicare la versione in digitale di una qualsiasi pubblicazione.
Nel caso ci si riferisca al dispositivo di lettura è più corretto riferirsi ad esso come lettore di e-book, oppure eBook reader o eReader, termine con il quale si intende sia il dispositivo hardware su cui l'eBook viene letto sia il software che permette la lettura del file.
Il termine lettura di un libro elettronico è riduttivo, dato che le funzioni di un eBook possono andare ben al di là della semplice lettura del solo testo.
Il termine deriva dalla contrazione delle parole inglesi electronic book, viene utilizzato per indicare la versione in digitale di una qualsiasi pubblicazione.
Nel caso ci si riferisca al dispositivo di lettura è più corretto riferirsi ad esso come lettore di e-book, oppure eBook reader o eReader, termine con il quale si intende sia il dispositivo hardware su cui l'eBook viene letto sia il software che permette la lettura del file.
Il termine lettura di un libro elettronico è riduttivo, dato che le funzioni di un eBook possono andare ben al di là della semplice lettura del solo testo.
lunedì 16 agosto 2010
Davide Nota
Davide Nota
Nato nel 1981 a Cassano d'Adda (MI) da padre lucano e madre marchigiana, risiede dalla prima infanzia ad Ascoli Piceno. Ha studiato a Perugia dove si è laureato in Lettere moderne con una tesi sulla "Nuova poesia italiana". Redattore de "La Gru", ha pubblicato i libri di poesia "Battesimo" (LietoColle, 2005) e "Il non potere" (Zona, 2007). Dal 2008 abita a Roma, dove lavora e scrive.
Nato nel 1981 a Cassano d'Adda (MI) da padre lucano e madre marchigiana, risiede dalla prima infanzia ad Ascoli Piceno. Ha studiato a Perugia dove si è laureato in Lettere moderne con una tesi sulla "Nuova poesia italiana". Redattore de "La Gru", ha pubblicato i libri di poesia "Battesimo" (LietoColle, 2005) e "Il non potere" (Zona, 2007). Dal 2008 abita a Roma, dove lavora e scrive.
domenica 15 agosto 2010
Alzarti
Quando il pozzo si prosciuga, era il titolo di uno di quei libri che si comprano perché qualcosa ti dice che il loro contenuto ti riguarderà. L'esperienza dell'aridità spirituale è una delle più terribili , sembra di vivere un incubo da cui è impossibile uscire. Come ritrovare la via per ritornare a credere, sperare, amare la vita? Memoria e azione, riandare a momenti scolpiti nel cuore e alzarsi per compiere gesti che facciano di noi una memoria indelebile per gli altri
sabato 14 agosto 2010
L'Iddio ridente
Non è la prima volta che Di Ruscio si confronta con una misura breve, epigrafica o epigrammatica, del verso, ma il precedente Epigramma (Valore d’uso edizioni, Roma 1982) indicava più un atteggiamento che una precisa stilistica: i testi avevano misura assai variabile, alcuni anche lunghi e a tratto discorsivo. Quando la misura era propriamente epigrafica inoltre, poteva anche capitare di contraddirla felicemente con una tonalità diversa, magari micronarrativa (...). E' a tale tonalità che questo nuovo Di Ruscio fa riferimento: il controverso rapporto con il divino, l’esibizione erotica, il duro giudizio sull’umanità, la rabbia e la provocazione, sono tutti elementi che a piene mani possiamo raccogliere in L’Iddio ridente, ma ventisei anni non sono passati invano e le cose si sono in certo modo più sciolte: intendo dire che il grumo convulso del Di Ruscio di allora, tendente a una spasimante condensazione, ha lasciato spazio ad una elaborazione espressiva più in chiaro ed in nitido. Intanto la scelta formale: la misura testuale è ora volutamente continua e conforme, elaborando una lunga scansione sequenziale, con poesie più o meno formalmente uniformi. La scelta di questa sorta di basso continuo si inquadra in una precisa strategia: al Di Ruscio odierno interessa presentare al lettore come un corale (in cui l’io sottoscritto è semmai voce dentro il coro del noi) che si snoda in vari contrappunti, quali sono appunto le singole "iscrizioni" – Iscrizioni era per l’appunto il titolo iniziale di questa raccolta – che in affine misura si aprono singolarmente a diverse ed anche contrastanti segmentazioni del discorso.
E possiamo, sommariamente, rubricare queste principali segmentazioni, magari partendo dai segni di continuità e sviluppo dal precedente Epigramma. (...) Tutto si gioca con più chiarezza a partire dalla propria inimicizia con Dio (...).
dalla prefazione di Stefano Verdino a
Luigi Di Ruscio, L'Iddio ridente, Zona ed.
E possiamo, sommariamente, rubricare queste principali segmentazioni, magari partendo dai segni di continuità e sviluppo dal precedente Epigramma. (...) Tutto si gioca con più chiarezza a partire dalla propria inimicizia con Dio (...).
dalla prefazione di Stefano Verdino a
Luigi Di Ruscio, L'Iddio ridente, Zona ed.
venerdì 13 agosto 2010
Progetti
La rete sembra un immenso cervello che per funzionare bene ha bisogno di connessioni neuronali sempre più capillari, così è importante trovare il modo di collaborare per uno scopo comune
mercoledì 11 agosto 2010
Gualberto Alvino
Gualberto Alvino inizia la sua attività di critico militante sulle pagine culturali dei quotidiani L'Unità e Il Messaggero[1], per poi proseguirla su diverse riviste letterarie, tra le quali La Taverna di Auerbach, rivista internazionale di poetiche intermediali diretta da Giovanni Fontana, curando uno speciale numero triplo dedicato ad Antonio Pizzuto[2] e Dismisura, di cui è stato collaboratore fisso per un lungo periodo, contribuendo con testi narrativi[3], poetici[4], filologici[5] e traduzioni d'autori di lingua inglese (William Blake, Thomas S. Eliot, Dylan Thomas)[6].
Nel 1996 la Fondazione Antonio Pizzuto lo incarica di curare i carteggi dello scrittore palermitano col filologo Gianfranco Contini, con la studiosa tedesca Margaret Piller Contini e col presidente dell'Accademia della Crusca Giovanni Nencioni - carteggi ricchi di dati preziosi per l’interpretazione dell'arte pizzutiana - e di allestire le edizioni critiche degli inediti Giunte e virgole e Spegnere le caldaie[7].
Nel 1998 inizia la sua collaborazione continuativa con la rivista di letteratura contemporanea Avanguardia, diretta da Francesca Bernardini Napoletano e Aldo Mastropasqua dell’università “La Sapienza” di Roma; collaborazione che culmina nel 2006 con un’inchiesta curata da Alvino sulla narrativa degli anni Duemila.[8]
Nel 2001 vince il premio Feronia-Città di Fiano per la critica militante[9] con la raccolta di saggi Chi ha paura di Antonio Pizzuto?, introdotta da Walter Pedullà, nella quale affronta i molteplici aspetti del complesso linguaggio pizzutiano - fornendo, tra l'altro, un glossario di tutti i neologismi attribuibili allo scrittore -[10] in prospettiva sia strettamente filologica che ermeneutica.
Nel 2008 esordisce nella narrativa con il romanzo Là comincia il Messico, sul tema della solitudine e della follia quale metafora della condizione umana.
Dal 2005 tiene una rubrica di scritti "corsari" sulla rivista Fermenti, del cui comitato di redazione è membro dal 2008. Dirige per le Edizioni Polistampa la collana "Opere di Pizzuto"[11] ed è consulente scientifico della Fondazione Antonio Pizzuto in Roma. Dal 2009 è redattore di "Le Reti di Dedalus", rivista online del Sindacato Nazionale Scrittori.
Come critico e filologo Gualberto Alvino ha mostrato fin dagli inizi della sua attività una particolare predilezione per gli autori maggiormente attenti all'aspetto formale delle loro opere, da Gesualdo Bufalino[12] a Vincenzo Consolo[13], da Stefano D'Arrigo[14] a Sandro Sinigaglia[15], da Nanni Balestrini,[16] ad Antonio Pizzuto[17], studiandone in diversi saggi la struttura linguistica e stilistica, la quale – scrive lo stesso Alvino -, "lungi dal rappresentare un mero ingrediente del testo, è il testo, poiché essa non va concepita quale messa in forma del contenuto, involucro da lacerare per raggiungere la cosiddetta ‘sostanza delle cose’, ma come un complesso di apparecchiature espressive pienamente attualizzate e ontologicamente autosufficienti, un organismo di dati concettuali verificabili e concreti, nel cui àmbito il discorso critico non solo può trarre alimento e ragione sufficiente al proprio operare, ma deve totalmente consistere, pena lo sconfinamento nel più irrazionale, abbandonato impressionismo»[18].
Nel 1996 la Fondazione Antonio Pizzuto lo incarica di curare i carteggi dello scrittore palermitano col filologo Gianfranco Contini, con la studiosa tedesca Margaret Piller Contini e col presidente dell'Accademia della Crusca Giovanni Nencioni - carteggi ricchi di dati preziosi per l’interpretazione dell'arte pizzutiana - e di allestire le edizioni critiche degli inediti Giunte e virgole e Spegnere le caldaie[7].
Nel 1998 inizia la sua collaborazione continuativa con la rivista di letteratura contemporanea Avanguardia, diretta da Francesca Bernardini Napoletano e Aldo Mastropasqua dell’università “La Sapienza” di Roma; collaborazione che culmina nel 2006 con un’inchiesta curata da Alvino sulla narrativa degli anni Duemila.[8]
Nel 2001 vince il premio Feronia-Città di Fiano per la critica militante[9] con la raccolta di saggi Chi ha paura di Antonio Pizzuto?, introdotta da Walter Pedullà, nella quale affronta i molteplici aspetti del complesso linguaggio pizzutiano - fornendo, tra l'altro, un glossario di tutti i neologismi attribuibili allo scrittore -[10] in prospettiva sia strettamente filologica che ermeneutica.
Nel 2008 esordisce nella narrativa con il romanzo Là comincia il Messico, sul tema della solitudine e della follia quale metafora della condizione umana.
Dal 2005 tiene una rubrica di scritti "corsari" sulla rivista Fermenti, del cui comitato di redazione è membro dal 2008. Dirige per le Edizioni Polistampa la collana "Opere di Pizzuto"[11] ed è consulente scientifico della Fondazione Antonio Pizzuto in Roma. Dal 2009 è redattore di "Le Reti di Dedalus", rivista online del Sindacato Nazionale Scrittori.
Come critico e filologo Gualberto Alvino ha mostrato fin dagli inizi della sua attività una particolare predilezione per gli autori maggiormente attenti all'aspetto formale delle loro opere, da Gesualdo Bufalino[12] a Vincenzo Consolo[13], da Stefano D'Arrigo[14] a Sandro Sinigaglia[15], da Nanni Balestrini,[16] ad Antonio Pizzuto[17], studiandone in diversi saggi la struttura linguistica e stilistica, la quale – scrive lo stesso Alvino -, "lungi dal rappresentare un mero ingrediente del testo, è il testo, poiché essa non va concepita quale messa in forma del contenuto, involucro da lacerare per raggiungere la cosiddetta ‘sostanza delle cose’, ma come un complesso di apparecchiature espressive pienamente attualizzate e ontologicamente autosufficienti, un organismo di dati concettuali verificabili e concreti, nel cui àmbito il discorso critico non solo può trarre alimento e ragione sufficiente al proprio operare, ma deve totalmente consistere, pena lo sconfinamento nel più irrazionale, abbandonato impressionismo»[18].
martedì 10 agosto 2010
Riccardo Ferrazzi
Laureato alla Bocconi ha fatto una discreta carriera, basata sul principio che, per andare avanti, bisogna adattarsi a risolvere le grane che gli altri non sono in grado o non hanno voglia di affrontare. A quarantatre anni si è messo a fare le cose che gli piacevano
Pubblicati due racconti insieme a due di Raul Montanari in un libretto ormai introvabile intitolato Il tempo, probabilmente (Literalia). Racconti sono apparsi su blog come Nazione Indiana e La Poesia e Lo Spirito. Fa parte della redazione della rivista di poesia, arte e cultura La Mosca di Milano.
È da qualche mese in libreria il romanzo Gli occhi di Caino (Eumeswil).
Pubblicati due racconti insieme a due di Raul Montanari in un libretto ormai introvabile intitolato Il tempo, probabilmente (Literalia). Racconti sono apparsi su blog come Nazione Indiana e La Poesia e Lo Spirito. Fa parte della redazione della rivista di poesia, arte e cultura La Mosca di Milano.
È da qualche mese in libreria il romanzo Gli occhi di Caino (Eumeswil).
lunedì 9 agosto 2010
Contro la guerra
La Rivoluzione dei garofani o Rivoluzione portoghese del 25 aprile 1974 fu il colpo di stato[1] attuato da militari dell'ala progressista delle Forze Armate portoghesi che pose fine al lungo regime autoritario fondato da António de Oliveira Salazar in Portogallo e che portò al ripristino della democrazia dopo due anni di transizione tormentati da aspre lotte politiche.
domenica 8 agosto 2010
Venti
Io sono
un uomo nuovo
talmente nuovo che è da tempo che non sono neanche più fascista
sono sensibile e altruista
orientalista
ed in passato sono stato
un po' sessantottista
da un po' di tempo ambientalista
qualche anno fa nell'euforia mi son sentito
come un po' tutti socialista.
Io sono
un uomo nuovo
per carità lo dico in senso letterale sono progressista
al tempo stesso liberista
antirazzista
e sono molto buono
sono animalista
non sono più assistenzialista
ultimamente sono un po' controcorrente
son federalista.
Il conformista
è uno che di solito sta sempre dalla parte giusta,
il conformista ha tutte le risposte belle chiare dentro la sua testa
è un concentrato di opinioni
che tiene sotto il braccio due o tre quotidiani
e quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire
forse da buon opportunista
si adegua senza farci caso e vive nel suo paradiso.
Il conformista
è un uomo a tutto tondo che si muove senza consistenza,
il conformista s'allena a scivolare dentro il mare della maggioranza
è un animale assai comune
che vive di parole da conversazione
di notte sogna e vengon fuori i sogni di altri sognatori
il giorno esplode la sua festa
che è stare in pace con il mondo
e farsi largo galleggiando
il conformista
il conformista.
Io sono
un uomo nuovo
e con le donne c'ho un rapporto straordinario sono femminista
son disponibile e ottimista
europeista
non alzo mai la voce
sono pacifista
ero marxista-leninista
e dopo un po' non so perché mi son trovato
cattocomunista.
Il conformista
non ha capito bene che rimbalza meglio di un pallone
il conformista aerostato evoluto
che è gonfiato dall'informazione
è il risultato di una specie
che vola sempre a bassa quota in superficie
poi sfiora il mondo con un dito e si sente realizzato,
vive e questo già gli basta
e devo dire che oramai
somiglia molto a tutti noi
il conformista
il conformista.
Io sono
un uomo nuovo
talmente nuovo che si vede a prima vista sono il nuovo conformista.
Ma se uno non si vuole conformare deve scegliere
un uomo nuovo
talmente nuovo che è da tempo che non sono neanche più fascista
sono sensibile e altruista
orientalista
ed in passato sono stato
un po' sessantottista
da un po' di tempo ambientalista
qualche anno fa nell'euforia mi son sentito
come un po' tutti socialista.
Io sono
un uomo nuovo
per carità lo dico in senso letterale sono progressista
al tempo stesso liberista
antirazzista
e sono molto buono
sono animalista
non sono più assistenzialista
ultimamente sono un po' controcorrente
son federalista.
Il conformista
è uno che di solito sta sempre dalla parte giusta,
il conformista ha tutte le risposte belle chiare dentro la sua testa
è un concentrato di opinioni
che tiene sotto il braccio due o tre quotidiani
e quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire
forse da buon opportunista
si adegua senza farci caso e vive nel suo paradiso.
Il conformista
è un uomo a tutto tondo che si muove senza consistenza,
il conformista s'allena a scivolare dentro il mare della maggioranza
è un animale assai comune
che vive di parole da conversazione
di notte sogna e vengon fuori i sogni di altri sognatori
il giorno esplode la sua festa
che è stare in pace con il mondo
e farsi largo galleggiando
il conformista
il conformista.
Io sono
un uomo nuovo
e con le donne c'ho un rapporto straordinario sono femminista
son disponibile e ottimista
europeista
non alzo mai la voce
sono pacifista
ero marxista-leninista
e dopo un po' non so perché mi son trovato
cattocomunista.
Il conformista
non ha capito bene che rimbalza meglio di un pallone
il conformista aerostato evoluto
che è gonfiato dall'informazione
è il risultato di una specie
che vola sempre a bassa quota in superficie
poi sfiora il mondo con un dito e si sente realizzato,
vive e questo già gli basta
e devo dire che oramai
somiglia molto a tutti noi
il conformista
il conformista.
Io sono
un uomo nuovo
talmente nuovo che si vede a prima vista sono il nuovo conformista.
Ma se uno non si vuole conformare deve scegliere
sabato 7 agosto 2010
Giovanni Granatelli
Giovanni Granatelli è nato a Catania nel 1965, ma fin dall’infanzia vive a Milano. Ha pubblicato i volumi di poesia Strategie di resistenza, Mobydick, 2002 (selezione Premio Valeri) e Giuramento, Mobydick, 2009 (Premio Città di Marineo). Sue poesie sono comparse anche in antologie (Il porto clandestino ai baci– antologia del Premio Dario Bellezza, Empiria, 2000) e riviste (“ClanDestino”, “Tratti”, “Il Filorosso”).
venerdì 6 agosto 2010
Fernando Coratelli
Fernando Coratelli è' nato a Bari nel 1970. Vive a Milano dove lavora come traduttore e consulente editoriale per diverse case editrici. Ha collaborato a diversi quotidiani e pubblicato racconti in raccolte. Altrotempo è il suo romanzo d'esordio.
giovedì 5 agosto 2010
mercoledì 4 agosto 2010
Speranze
"Chi non spera l'insperabile non lo scoprirà."
(Eraclito)
Così l'umanità si è sempre divisa fra sognatori e realisti, fra progressisti e conservatori, fra quelli che si accontentavano di ciò che avevano raggiunto e quelli che, invece, desideravano di più, che immaginavano un mondo migliore per tutti. Così ancora è oggi.
(Eraclito)
Così l'umanità si è sempre divisa fra sognatori e realisti, fra progressisti e conservatori, fra quelli che si accontentavano di ciò che avevano raggiunto e quelli che, invece, desideravano di più, che immaginavano un mondo migliore per tutti. Così ancora è oggi.
martedì 3 agosto 2010
Metterci la firma
1)L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
2)La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
3)Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
ma anche
Beati quelli che hanno fame della giustizia perché saranno saziati
dovremmo essere tutti d'accordo e metterci la nostra firma, il nostro impegno
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
2)La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
3)Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
ma anche
Beati quelli che hanno fame della giustizia perché saranno saziati
dovremmo essere tutti d'accordo e metterci la nostra firma, il nostro impegno
lunedì 2 agosto 2010
Jerry Garcia
Jerry Garcia, all'anagrafe Jerome John Garcia (Oakland, 1 agosto 1942 – 9 agosto 1995), è stato un chitarrista e cantante statunitense famoso principalmente per la sua carriera con il gruppo di rock psichedelico dei Grateful Dead.
Dopo aver suonato per poco il pianoforte divenne un eccezionale suonatore di banjo e chitarra. Ha partecipato a diversi altri progetti esterni ai Grateful Dead, in particolare la lunga collaborazione con il mandolinista David Grisman, amico di vecchia data di Garcia, di cui ci resta molto materiale inedito e postumo. Nel corso della sua carriera ha preso parte ad oltre 2000 concerti.
Dopo aver suonato per poco il pianoforte divenne un eccezionale suonatore di banjo e chitarra. Ha partecipato a diversi altri progetti esterni ai Grateful Dead, in particolare la lunga collaborazione con il mandolinista David Grisman, amico di vecchia data di Garcia, di cui ci resta molto materiale inedito e postumo. Nel corso della sua carriera ha preso parte ad oltre 2000 concerti.
domenica 1 agosto 2010
Augusto del noce
"Esistono due interpretazioni del nostro tempo che condizionano tutti i giudizi particolari, l’illuministico-massonica (nelle sue varietà) e la marxistica, entrambe false. Si tratta di uscire da questa ‘falsità condizionante’ ma i passi in questa direzione sono stati per ora assai scarsi. Gravissime soprattutto le colpe dei cattolici che dopo il ‘60 hanno pensato dl ‘aggiomarsi’ facendo proprie le tesi dell’una o dell’altra di queste linee. Col risultato di mettere nella difficoltà di credere". (Augusto Del Noce, lettera a Rodolfo Quadrelli dell’8 gennaio 1984, in Litterae Communionis, feb 1994, p. 11).
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