lunedì 10 gennaio 2011

Le pagine colpiscono per l’eleganza della scrittura, che si fa spesso ricerca dei suoni, alternando un ritmo ora incalzante, ora largo. Così ogni poesia diventa un piccolo concerto, e l’invito ad ascoltarlo viene dal titolo della parte centrale del libro: «Onore al silenzio». Le parole appaiono talvolta ermetiche, ma la comunicazione non viene mai sospesa. Al contrario, è sempre evocata, pone interrogativi, cerca il dialogo, rivolgendosi a seconde persone immaginarie, per non far perdere mai la strada della lettura. È facile intuire il rapporto privilegiato di Leronni con la scrittura, che riesce a modellare con grande naturalezza. E senza presunzione, nonostante non sia proprio un poeta esordiente, ed abbia già esperienza di pubblicazioni su riviste nazionali.
Polvere del bene è un libro da leggere dall’inizio alla fine, trasportati dalla forte spinta emozionale, che regge fino all’ultimo verso, che non stanca, che sorprende sempre.

(dal corriere del mezzogiorno)