Le pagine colpiscono per l’eleganza della scrittura, che si fa spesso ricerca dei suoni, alternando un ritmo ora incalzante, ora largo. Così ogni poesia diventa un piccolo concerto, e l’invito ad ascoltarlo viene dal titolo della parte centrale del libro: «Onore al silenzio». Le parole appaiono talvolta ermetiche, ma la comunicazione non viene mai sospesa. Al contrario, è sempre evocata, pone interrogativi, cerca il dialogo, rivolgendosi a seconde persone immaginarie, per non far perdere mai la strada della lettura. È facile intuire il rapporto privilegiato di
Leronni con la scrittura, che riesce a modellare con grande naturalezza. E senza presunzione, nonostante non sia proprio un poeta esordiente, ed abbia già esperienza di pubblicazioni su riviste nazionali.
Polvere del bene è un libro da leggere dall’inizio alla fine, trasportati dalla forte spinta emozionale, che regge fino all’ultimo verso, che non stanca, che sorprende sempre.
(dal corriere del mezzogiorno)