È un peana rivolto agli italiani perché comincino a uscire dalle sabbie mobili del familismo amorale, che vede nel Codice Borgia il marchingegno con cui, eludendo le leggi, i potenti mantengono i propri privilegi. L'autore essendo medico, immagina di svolgere un consulto al capezzale di un'Italia prostrata e piagata da questa secolare malattia.
Alberto Alinovi, Il codice borgia della società italiana, Silva
lunedì 24 gennaio 2011
domenica 23 gennaio 2011
A guardarsi intorno in questi tempi c'è da temere il peggio: la confusione impera sovrana, nella società, nella famiglia, nella politica, in ogni ambito del nostro quotidiano sembra essersi infiltrato il veleno del non senso e dell'indifferenza che fa apparire tutto uguale, in una marmellata che travolge ruoli, incarichi, impegni e che ci rende sempre più fragili, sempre meno disposti a mettere le mani alla costruzione di un futuro migliore, a meno che non cominciamo, tutto, a sognare un mondo nuovo
lunedì 17 gennaio 2011
Il quinto principio
Urania, a dicembre, propone Il Quinto Principio, dell’italiano Vittorio Catani, Storie del tempo e dello spazio, dell’americano Anthony Boucher e Rivelazione /2, dell’inglese Alastair Reynolds, romanzi “ripartiti” tra Urania “regular”, Urania supplemento e Urania Collezione. I volumi - appena usciti/in uscita - sono, come sempre, arricchiti dalle splendide copertine di Franco Brambilla (il quale, proprio domani, inaugurerà la mostra Urania&Co, nell’ambito della la XVI Mostra del Libro di Cavallermaggiore (Cuneo), dedicata all’astronomia e ideale conclusione, come evento accreditato, dell’Anno Internazionale dell’Astronomia, proclamato, dall’ONU, proprio per il 2009).
venerdì 14 gennaio 2011
Videolezioni
Come nasce il romanzo
Il prof. Giuseppe Panella, docente alla Scuola Superiore Normale di Pisa, ci accompagna in un viaggio attraverso la storia di quella realtà esclusivamente umana che è in raccontare.
Il prof. Giuseppe Panella, docente alla Scuola Superiore Normale di Pisa, ci accompagna in un viaggio attraverso la storia di quella realtà esclusivamente umana che è in raccontare.
lunedì 10 gennaio 2011
Le pagine colpiscono per l’eleganza della scrittura, che si fa spesso ricerca dei suoni, alternando un ritmo ora incalzante, ora largo. Così ogni poesia diventa un piccolo concerto, e l’invito ad ascoltarlo viene dal titolo della parte centrale del libro: «Onore al silenzio». Le parole appaiono talvolta ermetiche, ma la comunicazione non viene mai sospesa. Al contrario, è sempre evocata, pone interrogativi, cerca il dialogo, rivolgendosi a seconde persone immaginarie, per non far perdere mai la strada della lettura. È facile intuire il rapporto privilegiato di Leronni con la scrittura, che riesce a modellare con grande naturalezza. E senza presunzione, nonostante non sia proprio un poeta esordiente, ed abbia già esperienza di pubblicazioni su riviste nazionali.
Polvere del bene è un libro da leggere dall’inizio alla fine, trasportati dalla forte spinta emozionale, che regge fino all’ultimo verso, che non stanca, che sorprende sempre.
(dal corriere del mezzogiorno)
(dal corriere del mezzogiorno)
venerdì 7 gennaio 2011
Il magazzino delle alghe
Un uomo ha deciso di scoprire dove finiscono i manoscritti che manda a un consulente editoriale di nome Giulio Mozzi. Un'ossessione che lo porterà a cambiare città e lavoro: diventerà postino, si trasferirò a Padova, e col tempo riuscirà a farsi assegnare la via dove abita il lettore delle sue prose, e si vendicherà sottraendo ogni tanto alla sua posta le grosse buste sigillate che contengono le speranze di altri scrittori. Il giorno in cui il postino va in pensione decide di mandare un'ultima lunghissima lettera a Giulio Mozzi, confessando il suo piccolo crimine e offrendogli un campionario di voci, come prova dei suoi furti. Estratti di romanzi, racconti, saggi, plagi. Alcuni di questi scrittori nel frattempo sono diventati autori di valore.
Marino Magliani, Il magazzino delle alghe, Eumeswil
Marino Magliani, Il magazzino delle alghe, Eumeswil
mercoledì 5 gennaio 2011
La mia lotta - Knausgard
Il libro nasce dopo l.a morte del padre, quell’evento né è l’origine. E’ fatto di registrazioni di una memoria fotografica e ossessiva, preciso, Più reale del reale. Il primo libro de La mia lotta racconta del rapporto col padre , uomo lontano e freddo . La vita scorre nei minimi eventi ma il cardine è questo padre dispotico e indifferente al tempo stesso a cui rispondee forse con tanta appasionante fredda visione del proprio passato. una modalità che soprenderà di certo i lettori non abituati a questa “freddezza magnetica”, quasi una sorta di offerta sacrificale della vita che Knausgard sembra voler offrire in foma di libro, che non va definito romanzo forse trascrizone di un anima
domenica 2 gennaio 2011
come parlare di un libro senza averlo mai letto
Il pamphlet di Pierre Bayard, psicoanalista e insegnate di letteratura a Parigi, ha fatto già il giro del mondo, grazie soprattutto al suo titolo geniale, Comment parler de livres que l'on n'a pas lus?, che quasi sembra uno scioglilingua, una specie di gioco infantile per mettere a dura prova anche chi conosca il francese. L'idea è provocatoria: l'autore sostiene infatti che è legittimo, e creativo, parlare in diverse occasioni di libri che non si sono mai letti. In questo è ben lontano dal paternalismo di Daniel Pennac, in quanto sostiene che ognuno di noi, per ragioni antropologiche, psicologiche, ereditarie, ha in sé la propria biblioteca interiore che entra in conflitto con i libri veri, con la materialità di quelli con cui dobbiamo fare i conti nella vita. E allora ben venga la non-lettura, ovvero quell'operazione discorsiva che pretende di partire da una constatazione di non-verità. Ciò è possibile perché ogni singolo libro richiama un sistema di altri libri, per cui è sempre possibile rintracciare fili e corrispondenze che illuminino su quello che non conosciamo nello specifico.
In verità, Bayard non vuole proporci un manuale su che cosa fare per diventare dei lettori senza esserlo, ma piuttosto infrangere un grande tabù, quello della lettura a tutti i costi. Da lettore accanito, ci vuole suggerire quanto valga anche la mistificazione della lettura perché ci rende funambolici, seduttivi, capaci di usare le nostre qualità fantasmatiche applicandole anche a questi oggetti che rischiano, a volte, di fare paura. Bayard riporta esempi di grandi non lettori; Paul Valéry, ad esempio, che scrisse il suo celebre omaggio a Marcel Proust sulla "Nouvelle Revue Française" nel gennaio 1923, poco dopo la sua morte, dichiarando apertamente di aver letto della Recherche "un solo tomo"; Oscar Wilde, che non ebbe mai dubbi sulla necessità di liberarsi dalle costrizioni della lettura e che stigmatizzò questo atteggiamento in un articolo scritto per la "Pall Mall Gazette" dal titolo, appunto, To read, or not to read; e poi ancora Robert Musil, fino a Umberto Eco e a David Lodge, che sul tema ha costruito quasi uno stile di pensiero.
Insomma, questa riflessione, leggerissima, abbordabile, non inutilmente aneddotica, ci aiuta a non vergognarci davanti a un pubblico scelto di addetti ai lavori, o davanti a uno scrittore con cui ci capiti di dover parlare del suo ultimo capolavoro, o anche in un'aula di scuola, di aver perso un titolo, di non aver avuto voglia o tempo di leggere anche certi must, come l'Ulisse di James Joyce. Molto riuscito il capitolo intitolato Con chi si ama, in cui Bayard rilegge il film Ricomincio da capo, nel quale l'antipaticissimo e indifferente Bill Murray, grazie a una misteriosa magia per cui lo stesso giorno si ripete ossessivamente uguale a se stesso, riesce a conquistare Andie McDowell proprio recitandole il testo del Rigoletto che, in una delle innumerevoli ripetizioni di quell'unico giorno, lei gli aveva confessato di amare. E con questo precipitiamo nella grande illusione di pensare che due esseri siano tanto vicini "da far coincidere, almeno una volta, i loro libri interiori".
Camilla Valletti
In verità, Bayard non vuole proporci un manuale su che cosa fare per diventare dei lettori senza esserlo, ma piuttosto infrangere un grande tabù, quello della lettura a tutti i costi. Da lettore accanito, ci vuole suggerire quanto valga anche la mistificazione della lettura perché ci rende funambolici, seduttivi, capaci di usare le nostre qualità fantasmatiche applicandole anche a questi oggetti che rischiano, a volte, di fare paura. Bayard riporta esempi di grandi non lettori; Paul Valéry, ad esempio, che scrisse il suo celebre omaggio a Marcel Proust sulla "Nouvelle Revue Française" nel gennaio 1923, poco dopo la sua morte, dichiarando apertamente di aver letto della Recherche "un solo tomo"; Oscar Wilde, che non ebbe mai dubbi sulla necessità di liberarsi dalle costrizioni della lettura e che stigmatizzò questo atteggiamento in un articolo scritto per la "Pall Mall Gazette" dal titolo, appunto, To read, or not to read; e poi ancora Robert Musil, fino a Umberto Eco e a David Lodge, che sul tema ha costruito quasi uno stile di pensiero.
Insomma, questa riflessione, leggerissima, abbordabile, non inutilmente aneddotica, ci aiuta a non vergognarci davanti a un pubblico scelto di addetti ai lavori, o davanti a uno scrittore con cui ci capiti di dover parlare del suo ultimo capolavoro, o anche in un'aula di scuola, di aver perso un titolo, di non aver avuto voglia o tempo di leggere anche certi must, come l'Ulisse di James Joyce. Molto riuscito il capitolo intitolato Con chi si ama, in cui Bayard rilegge il film Ricomincio da capo, nel quale l'antipaticissimo e indifferente Bill Murray, grazie a una misteriosa magia per cui lo stesso giorno si ripete ossessivamente uguale a se stesso, riesce a conquistare Andie McDowell proprio recitandole il testo del Rigoletto che, in una delle innumerevoli ripetizioni di quell'unico giorno, lei gli aveva confessato di amare. E con questo precipitiamo nella grande illusione di pensare che due esseri siano tanto vicini "da far coincidere, almeno una volta, i loro libri interiori".
Camilla Valletti
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